NASCE IL GOVERNO DRAGHI FRA MISTERI E INTERROGATIVI…..

NASCE IL GOVERNO DRAGHI FRA MISTERI E INTERROGATIVI…..

Di sicuro c’è che a Mario Draghi non c’erano alternative. Una scelta obbligata, per la gravità della situazione, per l’impazzimento della politica in mano a bande di potere  in lotta fra loro, per lo sputtanamento dell’Italia agli occhi dell’opinione pubblica internazionale, per le preoccupazioni di chi ha investito in Italia e non è disposto a rimetterci per una beffa della storia che ha portato al governo la “pancia” e non la “testa” del Paese.

Oltre i patri confini l’Italia, modello di civiltà e giacimento culturale inviatoci da tutto il mondo, è quella, partendo dai Fori Imperiali dell’antica Roma, di Michelangelo,Leonardo, Caravaggio, Bernini, Dante Alighieri, Macchiavelli, Cavour, De Gasperi, Togliatti, Nenni , Andreotti, Cossiga, Moro, Berlinguer, Craxi, Ciampi ed oggi Mario Draghi. E ancora il Paese di Fellini ,Visconti,Sergio Leone, Zeffirelli, Armani  e il made in Italy che orienta nel mondo i gusti dell’alta moda. L’elenco potrebbe continuare a lungo ma bastano questi nomi per rappresentare plasticamente il baratro culturale,politico, estetico in cui siamo caduti con l’ascesa al potere dei clic e dei vaffanculo e di un ministro degli Interni che,  in mutande  e più mojti in corpo, fa suonare in una balera l’inno nazionale a supporto della invocazione di “pieni poteri” per governare a suo modo il Paese.

Quello che ne è seguito, il governo giallo-rosa guidato dallo stesso Conte, non ha migliorato la qualità della politica e dei suoi interpreti  e non ha fermato la corsa verso la bancarotta politica. Ci ha pensato Matteo Renzi ad assolvere al ruolo di sicario politico, mascherando un disegno politico con un finto contrasto personale con Giuseppe Conte. Sarà la storia, quando sarà tempo, a rivelarci il “mandante” della pugnalata a Conte ed al suo governo in un momento in cui di tutto si aveva bisogno meno che di una pretestuosa crisi di governo senza una  alternativa credibile.Quanto a Conte, checchè se ne voglia dire, è una persona per bene  che ha servito il Paese in un momento di grande difficoltà.

Renzi aveva due ministri e un sottosegretario e soprattutto aveva in mano le sorti della maggioranza e del governo al Senato.Una posizione di forza contrattuale e di condizionamento “bruciata” deliberatamente per far cadere il governo e ritrovarsi con la sola Bonetti ministro per la Famiglia , del tutto irrilevante per la tenuta della maggioranza e la Lega di Matteo Salvini con tre ministeri di peso. Un “suicidio” politico spiegabile soltanto con l’accettazione consapevole di un mandato sicario.

E sempre la storia, quando sarà il momento, ci spiegherà la messinscena di Beppe Grillo, precipitatosi a Roma a guidare la delegazione 5Stelle nelle consultazioni, a esibirsi in una performance semicomica su facebook, per convincere la base del Movimento che Mario Draghi era un “grillino”, che gli avrebbe mandato la tessera di iscrizione ai 5Stelle per ringraziarlo del superministero alla transizione ecologica, obiettivo-bandiera dei 5Stelle della prima ora. Il tutto per prendere tempo e rinviare il voto sulla piattaforma Rousseau dove sondaggi attendibili davano vincente  il “no”.

A ragionare con realismo è più verosimile che Beppe Grillo sia stato chiamato a Roma a prendersi la responsabilità e le conseguenze di aver portato coi suoi vaffanculo, i Crimi , i Di Maio, le Azzoline  l’Italia sull’orlo dell’abisso economico e sociale prima che politico. Un avvertimento a muso duro, senza sorrisi e barzellette di alleggerimento. Era un Grillo impaurito quello che ha trascorso un’intera notte a telefonare agli iscritti per votare “si” alla partecipazione al governo.  Il pensiero che le sorti del governo Draghi e del Paese  dipendessero dai clic dei 73 mila iscritti che avrebbero votato per il “si” e per il “no”, soltanto un mix sinergico di ignoranza e di ingenuità politica poteva legittimarlo.

Oggi prende corpo una scuola di pensiero orientata a sostenere che crisi di governo e incarico a Draghi dopo le drammatiche parole di Mattarella rispondono a un disegno abilmente e segretamente concepito, a livelli di altissima responsabilità, mentre il governo Conte si avviava a  soccombere alle pugnalate di Matteo Renzi. Può essere e un riscontro lo si potrebbe ricavare dalla messinscena del mandato esplorativo al presidente della Camera che si è ben guardato dall’ avallare il “tavolo” dove si faceva finta di discutere il programma e il “tavolo” dove si litigava per spartirsi i ministeri. Aveva il compito di certificare il fallimento e questo ha fatto.

La politica recuperava credibilità e rispetto nel momento in cui cronisti trafelati e disperati avevano perso, nel tardo pomeriggio, le tracce di Draghi che non era né a Montecitorio, né in Banca d’italia, né a casa, né al Quirinale. In serata il mistero veniva svelato.Mario Draghi per incontrare quelli che sarebbero stati da ministri i suoi più stretti collaboratori aveva scelto come luogo la foresteria del comando generale dei carabinieri, location  rigorosamente sorvegliata,  dove né cronisti , né parlamentari, né capi-partito,né lobbisti potevano accedere. Un segno inequivocabile che la ricreazione era finita. La politica tornava severa, discreta e austera. I giorni che verranno lo confermeranno.La terza Repubblica dei vaffanculo, dell’apriscatole, della povertà sconfitta col reddito di cittadinanza, del Papeete e delle madonne protettive invocate nei comizi aveva chiuso il suo tristissimo percorso. Nel 68 lo slogan era l’immaginazione al potere  e andò male. Con l’ignoranza e l’incompetenza al potere è andata di gran lunga peggio. Comunque vada con Draghi non moriremo umiliati.