REGIONALI: COMUNQUE VADA SARA’ PEGGIO…

REGIONALI : COMUNQUE VADA SARA’ PEGGIO DI PRIMA..

Inutile farsi illusioni sulla “ qualità “ della rappresentanza politica  che verrà fuori dalle urne il 27 gennaio.Non può riguardare le singole persone ,ovviamente, ma la composizione delle liste nel complesso, le modalità seguite nella selezione dei candidati, la trasmigrazione disinvolta e consentita da uno schieramento all’altro ma, soprattutto-ed è l’aspetto politico- il vuoto tematico e propositivo della campagna elettorale cioè la totale omissione sul che fare una volta eletti.

Non bastano i principi generali, il richiamo alle norme etiche, alla trasparenza degli atti amministrativi, al taglio degli sprechi e alla eliminazione dei privilegi.La politica è dare risposte ai problemi , dimostrando intanto di conoscerli e di collocarli in una scala di priorità.

Non basta riconoscere che il servizio sanitario in Calabria è stato devastato e che l’emigrazione in altre strutture sanitarie fuori regione è in continua crescita.Chi enuncia il problema deve dire come se ne esce. E così per la gestione dei rifiuti che ingombrano le strade e i portoni dei comuni calabresi.Non basta lamentarsi dei collegamenti sud-nord , ferroviari e stradali, se non  si dichiara a chi presentare il conto.Non basta affermare che senza le infrastrutture di base non è appetibile investire in Calabria e,conseguentemente,creare lavoro. Un professionista  di valore, un manager che dovesse spostarsi in Calabria con la famiglia non è certo incoraggiato dalla qualità e dalla efficienza dei servizi e, più in generale, della qualità della vita. Non si vive di solo lavoro.

Poi viene la mafia  e la criminalità con le sue relazioni, connessioni e l’infiltrazione nelle istituzioni ma, con buona pace de l’Espresso, non è la mafia che fa della Calabria una regione senza una classe dirigente, politica, istituzionale, imprenditoriale, manageriale, amministrativa all’altezza delle incombenze e con le competenze necessarie per inquadrare i problemi e  provare a risolverli.

Sta di fatto che la scelta dei candidati al consiglio regionale non è avvenuta sulla base della adeguatezza alle responsabilità da assumere e delle competenze necessarie . Non può bastare – anche se è certamente un elemento da non trascurare- essere onesti e non avere precedenti imbarazzanti.

La questione morale, per quanto rilevante, non esclude la conoscenza del territorio, delle sue potenzialità, delle dinamiche produttive e delle interdipendenze con i vari settori. Sanità, trasporti, gestione rifiuti, turismo, agricoltura, industria, servizi in generale, fondi europei sono il campo azione di un governo regionale che non può prescindere dai livelli di competenza della giunta e del consiglio.

E non è certo un caso se nel concitato chiacchiericcio della campagna elettorale si è sentito poco o per niente parlare della ZES (zona economia speciale) , del porto di Gioia Tauro o del porto di Corigliano . Siamo sicuri che i candidati abbiano una conoscenza sufficiente di ciò che si muove nel porto di Gioia Tauro  e cosa rappresenta nel sistema portuale mondiale ? Quanti candidati sono a conoscenza che all’Unical di Cosenza siamo i primi in assoluto nella ricerca sull’intelligenza artificiale e che ospitiamo ricercatori provenienti dai Paesi economicamente più potenti e tecnologicamente più avanzati ?

I leader nazionali venuti in Calabria a sostenere i propri candidati non risulta che abbiano fatto qualche accenno alla famigerata “spesa storica”, cioè il marchingegno inventato dalla Lega e condiviso dai governi nazionali di centrodestra e centrosinistra,in base al quale alle popolazioni del sud, da dieci anni,compresa la Calabria, vengono sottratti 60 miliardi di risorse, spettanti dalla ripartizione della spesa pubblica, a vantaggio delle popolazioni del nord.A chi tocca ristabilire equità e giustizia ? Qual è la risposta che i candidati al consiglio regionale danno alla richiesta di “autonomia differenziata” avanzata da Lombardia e Veneto? Se in una campagna elettorale non vengono trattati questi temi non si comprende su che cosa e per cosa i calabresi sono chiamati a votare.

Allora non neghiamo l’evidenza e ammettiamo che siamo alle solite cioè a una campagna elettorale  fondata sulle clientele, sul familismo, sull’immarcescibile voto di scambio, sull’inganno di promesse che non potranno essere mantenute. Ma così è e purtroppo i calabresi si confermano ricettivi alle chiacchiere inconsistenti di chi non ha nulla di serio da proporre, alle promesse e agli inganni dei mestieranti della politica politicante, convinti di far parte di un gioco selettivo di cui si sentono protagonisti.

E se è così che deve andare è bene che i calabresi si prendano le loro responsabilità e abbiano il pudore , quando verrà il momento della delusione e della rassegnazione, di non concedersi lamentazioni e proteste cui non hanno diritto.Li avranno eletti loro in consiglio regionale i rottami della prima e della seconda repubblica, i trastulanti della politica clientelare, dei comparaggi trasversali, dei bucanieri della spesa pubblica:per amicizia, vincoli familiari, convenienze di là da venire, complicità nascoste e una incapacità di fondo a cogliere importanza e valore del voto.Avremo insomma, come calabresi, la rappresentanza politica che ,in fondo, ci meritiamo e che –inutile negarlo- oggettivamente e consapevolmente abbiamo scelto.