LAVORATORI DA TUTTA ITALIA A REGGIO-“ OLIVERIO E’ QUI…E LOTTA INSIEME A NOI…”

LAVORATORI DA TUTTA ITALIA A REGGIO-“ OLIVERIO E’ QUI…E LOTTA INSIEME A NOI…”

La riuscita manifestazione di CGIL CISL e UIL ha avuto dei siparietti nel retropalco che molto hanno  a che fare con le irrisolte contrapposizioni interne al PD calabrese circa la scelta del candidato alla presidenza della giunta regionale nel prossimo autunno.

Sul tavolo,al momento,c’è soltanto la ri-candidatura di Mario Oliverio ma è una sua iniziativa sganciata da decisioni o incoraggiamenti del PD, sia a livello locale che nazionale. Ha manovrato i sindaci, adescandoli con le risorse che la regione assegna ai comuni, ottenendo in una prima occasione la firma di un manifesto ambiguo. dal quale molti hanno successivamente preso le distanze e, più recentemente, la partecipazione di 350 sindaci (su un totale di 410) a un convegno tenutosi a Soverato sempre in materia di erogazione di risorse dalla Regione ai Comuni,erogazioni già in itinere e quelle a venire.Insomma prima e dopo la campagna elettorale.

Va da sé che se Oliverio dovesse avere, per la sua ricandidatura, il sostegno non di 350 ma di 100 sindaci, non avrebbe problemi a mantenere la guida del governo regionale e lo capirebbero anche a Roma dove nessuno,di quelli che contano, si è pronunciato su Oliverio.C’è stato, anzi, Roberto Giachetti, renziano ortodosso che ha chiesto a Zingaretti perché mai nei confronti di Oliverio non ha adottato la stessa misura applicata alla presidente dell’Umbria coinvolta in una vicenda giudiziaria di concorsi truccati.

Gli è andata meglio, invece, con Andrea Orlando, vice segretario di Zingaretti, venuto a Lamezia per fare il punto sullo stato del partito e da lui ci si aspettava una presa di distanze dall’autocandidatura di Oliverio. E’ accaduto, invece, che Orlando non ha toccato l’argomento se non per chiamare tutti alla responsabilità, compreso Oliverio, per tenere unito e rilanciare il partito.Della candidatura alla presidenza della regione se ne parlerà a tempo e a luogo, con o senza primarie, con o senza congresso.E se ne parlerà anche con Oliverio-ha affermato Orlando-facendo così una concessione all’inaspettato applauso che aveva accolto Oliverio all’entrata in sala.

In occasione della manifestazione sindacale di Reggio Oliverio si è dato molto da fare.Ha smesso per un giorno l’abito griffato di governatore con cravatta “marinella”, ha indossato una t-shirt e, come ai magrissimi e faticati tempi della  “ditta”, ha marciato con gli operai dopo essersi premurato di fare circolare una sua dichiarazione con la quale tracciava il percorso di rinascita e “le progressive sorti” del Mezzogiorno e della Calabria ( investimenti infrastrutture lavoro…. ) dimenticandosi di essere stato per 5 anni capo del governo regionale.

I cronisti già ingaggiati in vista della campagna elettorale raccontano di un tripudio di folla in suo favore, selfie come accade per Salvini e strette di mano da parte di chi riusciva ad avvicinarlo.Come per i 350 sindaci, se Oliverio ha oscurato, con la sua presenza, la venuta di Landini e Zingaretti è da sciagurati non ricandidarlo a furor di popolo.

Cronache più sobrie raccontano che nella zona del retropalco, dove Zingaretti salutava popolo e nomenclatura, l’incontro con Oliverio non è andato al di là di una stretta di mano di circostanza sulla quale sarebbe avventato incardinare un consenso alla sua candidatura.Al riguardo,invece,interrogato dai giornalisti, Zingaretti ha risposto ecumenicamente e cioè che “tutti gli uscenti” sono in campo ma andranno valutati insieme alle altre candidature che verranno fuori.Si vedrà se scegliere il candidato attraverso le primarie. Ora non vi è dubbio che Oliverio è fra “gli uscenti” ma non è detto che la sua ricandidatura risponda a quei requisiti di inclusività che Zingaretti vuole privilegiare.Tutt’altro,Oliverio divide il partito e figurarsi quel che rimane del centrosinistra.

Ma ad azzoppare politicamente Oliverio non è tanto il modestissimo bilancio di cose fatte nei 5 anni di governo, lasciando irrisolte le grandi emergenze che doveva affrontare, quanto l’aver annunciato di aver dato vita a una coalizione di liste civiche, a sostegno della sua candidatura, prescindendo da quel che farà e deciderà il PD.Il che , per un segretario nazionale (Zingaretti ) e un vice-segretario (Orlando) e meno che mai per i “renziani”, per non dire del centrosinistra allargato, non è certamente un atto di umiltà e di rispetto nei confronti dei possibili e potenziali interlocutori politici.Oliverio ha dalla sua un solo vantaggio e cioè che, ad oggi, non esistono altre candidature dichiarate ma, nel suo partito, chi la prende in considerazione è per affermare che è la candidatura più rispondente e favorevole alla sconfitta che si dà per scontata.Come dire che la sconfitta sarà pienamente giustificata.