QUEI COMPRATI E VENDUTI CHE ATTACCANO LA BONINO…

QUEI COMPRATI E VENDUTI CHE ATTACCANO LA BONINO…

Nulla lasciava prevedere che un artificio tecnico-elettorale messo in atto per consentire ai Radicali di Emma Bonino di partecipare alla consultazione elettorale, senza passare per l’impraticabile e incostituzionale procedura della raccolta firme,potesse scatenare reazioni così livide e rabbiose da commentatori venduti  (o comprati)ai loro editori , in combutta con i collitorti di sacrestia e i genuflessi delle acquasantiere.Ma dov’è lo scandalo?Bruno Tabacci è un democristiano di vecchio conio e di vecchio corso che si è sempre distinto per autorevolezza,competenza,cultura giuridica e coerenza democratica.Nel suo lungo percorso politico ha subito  anche un coinvolgimento giudiziario in una inchiesta milanese di appalti e tangenti ma ne è uscito pulito e non prostrato,essendosi sempre dichiarato estraneo ai fatti come ha dimostrato l’inchiesta.Chi ha avuto modo di frequentarlo e seguirlo in parlamento e in politica gli ha sempre riconosciuto serietà e correttezza e un profilo alto del politico “professionista”.Fino a qualche mese fa è stato braccio destro di Giuliano Pisapia nella ambiziosa operazione politica di “Campo progressista”,finalizzata a ricompattare il centrosinistra in vista del voto del 4 marzo.Pisapia,che lo stima molto,lo ha voluto in giunta durante il mandato di sindaco di Milano e che  Tabacci fosse stato democristiano non lo ha rilevato nessuno, come pure, a sinistra,  è con lui che si sono dovuti incontrare e misurare le delegazioni chiamate a confrontarsi e  trovare sintesi politica per battere il centrodestra.Tabacci torna democristiano nel momento in cui,”per spirito di servizio alla democrazia”, offre ai Radicali di Emma Bonino la soluzione tecnica per partecipare al voto driblando le storture di una legge elettorale che nega alla rappresentanza politica radicale,la più antica sulla scena dalla nascita della Repubblica (tutti gli altri nel frattempo hanno cambiato nome e identità) il riconoscimento della sua ultrasessantennale esistenza.Un accordo tecnico,nulla di più, come è avvenuto nel gruppo misto della Camera che si è sciolto dando  vita a denominazioni politiche  legittimate tecnicamente a partecipare al voto senza l’obbligo della raccolta firme.Non c’è nessuna sintesi o fusione di posizioni politiche e di battaglie identitarie fra la Bonino e Tabacci. Ed è intellettualmente miserabile fare di  Emma Bonino e delle sue battaglie laiche e libertarie una sorta di anticristo proprio quando lo stesso Papa Bergoglio ha riconosciuto il valore umanitario delle battaglie di Emma Bonino.A parte i miserabili intellettualmente ci sono poi i venduti e i comprati, a seconda, che sono al servizio dei loro padroni politici o, comunque,di chi li mantiene.L’irruzione dei Radicali nella campagna elettorale potrebbe far saltare i calcoli di chi,sulla base di pochi punti percentuali di vantaggio,conta di vincere.I Radicali non hanno al momento quotazioni nei sondaggi perché sono fuori dal parlamento da molti anni, per scelta,come recita la connotazione “trans-nazionale”. In passato, quando hanno partecipato a consultazioni elettorali, si sono accreditati fra 500 mila e 1 milione di voti.Oggi c’è chi non esclude che i Radicali di Emma Bonino,in una situazione politica molto confusa e incerta,potrebbero puntare a quel 3 per cento di consensi che  costituisce la soglia di sbarramento per conquistare seggi in parlamento.Ora che, grazie a Tabacci, i Radicali possono giocare la partita in proprio,tocca al PD trovare la forma tecnica per portare i Radicali nella coalizione senza chiedere loro di fare soltanto i donatori di sangue al PD e al centrosinistra.Non era nelle previsioni che Emma Bonino,con la sua storia politica,guadagnasse la scena e portasse scompiglio nei calcoli dei facitori di maggioranze politiche.Anche se non se ne dovesse far nulla,lo scompiglio procurato è già ampiamente gratificante perché ha messo in agitazione “pupi e pupari”, “nani e ballerine” dello sgomitante e vagante popolo della politica che, di riffa e di raffa,dal parlamento all’ultimo comune,dagli enti di Stato alle municipalizzate,rappresenta circa un milione e mezzo,fra eletti e nominati,di “mantenuti” che hanno ridotto il Paese, cavalcando la spesa pubblica e il debito conseguente, nelle condizioni in cui ci troviamo.