RASSEGNA STAMPA – IL PD E LA SCHLEIN ALLE PRESE CON COINVOLGIMENTI GIUDIZIARI, MONITI DEL M5S, QUESTIONE MORALE E CANDIDATURE AL PARLAMENTO EUROPEO…

Niccolò Carratelli PaoloVaretto per “la Stampa” – Estratti

Da una parte i riformisti, convinti che Elly Schlein sia troppo paziente nei confronti di Giuseppe Conte e, in più, indispettiti da tutta questa narrazione sui «cacicchi da estirpare». Dall’altra parte alcuni della sinistra Pd, quelli che «da sempre denunciamo il rischio trasformismo» e che imputano alla segretaria una certa timidezza nel fare i conti, ad esempio, con Michele Emiliano dopo l’inchiesta sulla corruzione elettorale in Puglia. Ma alla sensazione di accerchiamento, ormai, la leader dem avrà fatto l’abitudine. Sullo sfondo, poi, le tensioni sulla composizione delle liste per le elezioni europee, che alimentano la vis polemica di alcuni protagonisti. Vedi Pina Picierno, convinta che ora «tutto serve, tranne che usare la questione morale come una clava per dire “comando io” e rinchiudersi nella torre d’avorio della propria superiorità morale, per poi decidere in solitudine». A proposito di lotta al trasformismo e selezione dei candidati, «il codice etico ce l’abbiamo dal 2008 e da sempre viene richiesto il casellario giudiziario», precisa l’eurodeputata, come a voler ridimensionare la portata delle nuove regole ispirate dal Nazareno e annunciate in Campania dal commissario regionale Antonio Misiani, con l’idea di esportarle a livello nazionale. Stessi dubbi da parte di Piero De Luca, coordinatore di Energia popolare, l’area politica di Stefano Bonaccini e, soprattutto, figlio di Vincenzo, il presunto “cacicco” per antonomasia: «Evitiamo di fare di tutta l’erba un fascio. Massima intransigenza, ma bisogna evitare di delegittimare i dirigenti e gli amministratori perbene. Evitiamo di farci fare l’esame del sangue dal M5s». Ecco il solito punto: le modalità del rapporto con il Movimento non vanno giù ai riformisti. «Mi aspetto che Conte cambi registro, sennò mette a rischio la costruzione dell’alternativa alla destra», avverte Alessandro Alfieri, componente della segreteria, che accusa il presidente 5 stelle di una «operazione mistificatoria». Ma il più duro è il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, altro aspirante candidato per le Europee, che chiama in causa esplicitamente la segretaria: «Conte come si permette? Il Pd è fatto da migliaia di donne e uomini per bene. Un partito con un minimo di spina dorsale non dovrebbe consentire a nessuno di parlare così». Anche Gianni Cuperlo dice di non essere disposto ad accettare «nessuna lezione di moralità dai 5 stelle», ma poi sottolinea che c’è un problema da «riconoscere e affrontare», perché «fenomeni di trasformismo hanno trovato spazio anche dentro di noi e sono gravemente inquinanti». Non è il solo ad auspicare maggior determinazione da parte di Schlein su questo terreno. Nei giorni scorsi, lo hanno fatto anche Andrea Orlando e Peppe Provenzano, per chiedere «una riforma del partito sulla selezione della classe dirigente» (il primo) e di «tirare una riga contro i cacicchi, passando dalle parole ai fatti» (il secondo).