RASSEGNA STAMPA

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CI MANCAVA IL DIGIUNO ESTREMO DELL’ANARCHICO AL 41 BIS PER COMPLICARE ULTERIORMENTE IL LAVORO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA CHE GIÀ SULLE INTERCETTAZIONI HA DOVUTO FARE MARCIA INDIETRO. ORA NEL MIRINO C’È IL 41 BIS E LA MINACCIA CHE SE L’ANARCHICO MUORE, PER IL DIGIUNO PORTATO ALLE ESTREME CONSEGUENZE, IL MOVIMENTO DEGLI ANARCHICI APRIRÀ UNA FASE DI CONFLITTO CON I SINGOLI MAGISTRATI IN QUANTO TALI. PRUDENZA A PALAZZO CHIGI MA NEMMENO CEDIMENTO ALLE MINACCE DOPO LE AZIONI DIMOSTRATIVE CONTRO LE AMBASCIATE ITALIANE. QUANTO ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA LA MELONI È PER LO STATO DI DIRITTO E LE SUE GARANZIE MA ANCHE LA PENA PER ALCUNI REATI DEVE ESSERE CERTA.

Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “la Stampa”

Per celebrare i cento giorni di governo Giorgia Meloni sfoglia le pagine della sua agenda, evita di parlare di riforme ancora tutte da definire e raddrizza la linea sulla giustizia, rispolverando i capisaldi di sempre: legge e ordine. L’incontro con il ministro della Giustizia Carlo Nordio di giovedì scorso è servito, ormai nessuno si sforza a smentirlo, per correggere quelli che per la leader di Fratelli d’Italia sono stati errori comunicativi e persino politici. Così, l’obiettivo della premier nella nuova puntata del suo format sui canali social «Gli appunti di Giorgia» è cambiare il racconto che si è fatto in questi giorni sulla riforma della giustizia, spesso a causa delle esternazioni di Nordio. Se il tema al centro del dibattito è stato quello dell’abuso delle intercettazioni e dell’eccessivo potere dato alle procure, la premier cerca di riportare la discussione sui temi più cari alla destra. L’accento è posto sulla sicurezza, dando molto risalto al contrasto dei reati «più percepiti», come i furti in casa, le rapine e lo spaccio di droga. In poche parole: «Certezza della pena». Meloni spiega così i mali della giustizia: «Questo è uno Stato nel quale si è piano piano continuato a picconare il nostro sistema penale, magari perché c’era il problema del sovraffollamento carcerario, magari per i tempi della giustizia che erano troppo lunghi». Un’analisi lontanissima da quella di Nordio, che chiede meno reati e meno carcerati, e dalla quale scompare ogni riferimento ai limiti alle intercettazioni e soprattutto alla separazione delle carriere, presente nel programma elettorale del centrodestra e reclamato a gran voce da Forza Italia anche negli ultimi giorni. Il tema però viene omesso completamente. «Io l’ho detto a Nordio e lui è d’accordo con me, che uno dei tratti distintivi di questo governo è che la giustizia sia presente e che lo Stato di diritto e la sicurezza vengano garantite», prosegue Meloni. […]