ELEZIONI A RENDE:PRINCIPE COMPATTA GLI AVVERSARI…

ELEZIONI A RENDE:PRINCIPE COMPATTA GLI AVVERSARI…..

Sta facendo molto discutere la decisione di Sandro Principe di correre in prima persona per la carica di sindaco a Rende. Non è che la notizia abbia creato grande stupore atteso che l’ipotesi di una sua candiudatura era sul tavolo ma una serie di ragioni oggettive,che permangono, la sconsigliavano.

In politica le rivincite sono ad alto rischio in genere ma a Rende una rivincita di Sandro Principe scuote dalle fondamenta assetto ed equilibri politici nel principato.Si presume che Principe abbia  riflettuto molto prima di decidere ben sapendo che, se non dovesse vincere, sarebbe la fine ingloriosa di una storia politica che meritava di essere salvaguardata.

Principe afferma, secondo un virgolettato non smentito, che non aveva intenzione di candidarsi ma non ha potuto sottrarsi alle sollecitazioni che gli sono venute e che non ha voluto deludere. Definisce la sua una “candidatura di servizio” che, col cinismo che circola in giro, potrebbe scatenare sui social tempeste di battutacce.

La candidatura,per il peso e le implicazioni che ha, va analizzata con gli strumenti della politica e non con l’emotività delle simpatie o delle antipatie. E’ risaputo che Principe ha molto sofferto la sconfitta subita con l’elezione di Marcello Manna alla guida della città e non per la persona in sé ma perché la vittoria di Manna segnava la fine di un’epoca, di una stagione politica durata decenni, passata di mano nelle ultime fasi ma incardinata alla leadership di  Principe. Ed è su questa incontrastata leadership che è stato imbastito il teorema giudiziario secondo il quale a Rende non si muoveva foglia che Principe non volesse.

I teoremi, di solito, non reggono nelle aule di giustizia, soprattutto quando vengono costruiti  “de relato”, nel senso che si si sono  prese per fondate  le critiche rivolte a Principe o da suoi diretti avversari o da personaggi che, incapaci di opporsi e far valere regole,diritti e prerogative della loro posizione , si mimetizzavano nel “sistema”  non rinunciando alle loro convenienze. Ma, al momento, bisogna tenere separata la vicenda giudiziaria dalla decisione della candidatura a sindaco.

Principe è un politico navigato, conosce trappole e intrighi , gli viene facile capire cosa c’è dietro le parole di chi recita sul palcoscenico  di una competizione elettorale. A Rende, poi, conosce uomini e cose e il suo problema è risultare credibile per un nuovo corso politico che implica inevitabilmente  una autocritica rigorosa sugli errori commessi. Che si tratti di persone o di obiettivi mancati.

Principe dovrà vedersela col sindaco uscente e, forse, con Mimmo Talarico  se “ Attiva Rende”concretizzerà  alleanze più solide di quelle fatte intravedere fino ad oggi. Per Marcello Manna la candidatura di Principe implica una totale revisione  della impostazione che stava dando alla sua candidatura. Avere Principe come antagonista  cambia molte cose e il suo “laboratorio”  da solo non può bastare.

Un primo errore Principe lo avrebbe commesso per come ha gestito o lasciato gestire la candidatura di Alessandro De Rango.Si apprende dall’interessato che quando gli è stata proposta gli è stato garantito che , a prescindere dall’esito delle alleanze possibili , sarebbe comunque stato lui il candidato di “Insieme per Rende”.A conferma delle sue affermazioni chiama in causa i più diretti collaboratori di Principe.

Fra mosse e contromosse che hanno coinvolto anche Natale Mazzuca , presidente assindustria, il quale ha fatto in tempo a chiamarsi fuori, è finita che si è materializzata  un’alleanza fra Principe e il gruppo Gentile cui si dovrebbe aggiungere Orlandino Greco col suo movimento Italia del Meridione. E’ a questo punto che Principe  deve aver maturato la decisione di candidarsi. Nelle precedenti elezioni, favorevoli a Manna, i Gentile furono determinanti.

 

Per concludere,in attesa di ulteriori sviluppi, la previsione più accreditata è che la candidatura di Principe finirà per ricompattare chi si oppone a un suo ritorno alla guida della città. Le battaglie di testimonianza, a questo punto, sono inutili perché la posta in gioco rimane la conquista della guida della città e se, come sembra profilarsi, al ballottaggio andranno presumibilmente Principe e Manna, è fra loro due che bisognerà scegliere e a quel punto non sarà più questione di appartenenze e di programmi. Come nel gioco della torre bisognerà scegliere chi buttare giù. E non è detto che sarà soltanto una scelta politica.

Il commento del sindaco uscente Manna  alla candidatura di Principe è garbato ma impietoso.Definisce la candidatura una  candidatura del 900 e ricorda che Principe era sindaco già nel 1980 e che, da allora, non solo il contesto geo-politico è cambiato,per non dire della innovazione tecnologica, di internet , degli algoritmi e della comunicazione globale sui social. Principe,insomma, per il sindaco Manna sarebbe un politico fuori tempo e quello che propone è un ritorno al passato. Il punto è proprio questo e tocca ai cittadini-elettori di Rende stabilire,come recita l’adagio storico, se si”stava meglio quando si stava peggio”.