RASSEGNA STAMPA – DOVEVA ESSERE UN BONUS ANNUNCIATO IN CHIAVE ELETTORALE MA, A QUANTO PARE, LE RISORSE DISPONIBILI NON CI SONO PER CUI I 100 EURO ANNUNCIATI IN “TREDICESIMA” PER LAVORATORI DIPENDENTI SOTTO 28 MILA EURO DI REDDITO NON CI SARA’.

BISOGNERA’ ASPETTARE GENNAIO 2025 MA -FA OSSERVARE BOMBARDIERI DELLA UIL- AL NETTO SARANNO 60 EURO PARI A UN KG DI CARNE, UN KG DI PARMIGIANO E UN LITRO DI OLIO DI OLIVA. NON SONO LE INDIMENTICABILI “SCARPE SPAIATE” DI ACHILLE LAURO PRIMA DEL VOTO A NAPOLI MA L’ESPEDIENTE DEL GOVERNO MELONI NASCE DALLA STESSA LOGICA.

Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo e Valentina Conte per “la Repubblica”

Un mini pacchetto “Primo Maggio” infiocchettato con un bonus da 100 euro per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, fino a 28 mila euro. Di più, Giorgia Meloni non riesce a fare. A un anno di distanza dal taglio di 7 punti del cuneo contributivo e dello stop al Reddito di cittadinanza, la premier “offre” un piatto povero ai leader di Cgil, Cisl e Uil ricevuti ieri a Palazzo Chigi. Anche gli sgravi per le assunzioni di donne e giovani, inseriti nel decreto Coesione, sono una riedizione di aiuti già esistenti, solo in alcuni casi rafforzati. E infatti i sindacati annusano subito il “tranello”. «Il nostro giudizio non è positivo perché si va avanti con bonus una tantum e defiscalizzazioni decise da tempo: quando abbiamo chiesto alla premier se conferma il taglio del cuneo per il 2025, ci ha risposto che non era la sede giusta per parlarne», tuona Francesca Re David (Cgil). Va giù pesante anche il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri: «L’intervento sulle tredicesime è un bonus Befana e alla fine saranno 60 euro netti: un chilo di carne e di parmigiano e un litro d’olio». […] La difficoltà più grande per la premier è la promessa confezionata a poco più di un mese dalle elezioni europee: il “bonus tredicesima”. Doveva arrivare stamattina sul tavolo del Consiglio dei ministri, ma ieri, dopo l’ennesimo pressing sui tecnici del Tesoro, si è dovuta arrendere all’evidenza di un bilancio 2024 che non riesce a garantire neppure 100 milioni, il costo dell’indennità una tantum che per questo arriverà solo con la prima busta paga dell’anno nuovo. Cento euro extra pensati per un milione di famiglie monoreddito fino a 28 mila euro: lavoratore dipendente con coniuge e almeno un figlio entrambi a carico oppure «vedovi o ragazze madri». Meloni parla di «indennità», ma il viceministro dell’Economia Maurizio Leo la “corregge”: sarà un’una tantum «sotto forma di detrazione fiscale per 100 milioni di spesa». Niente tredicesima ricca, dunque. Sul tavolo del Cdm anche il decreto legge Coesione, illustrato dal ministro Raffaele Fitto, per «rimettere in moto 43 miliardi di fondi europei», quelli per il 2021-2027, in totale 75 miliardi con il cofinanziamento nazionale. Rivela Fitto che fin qui «la spesa e gli impegni sono fermi a zero». Quindi bisogna correre, marciare «per obiettivi e tempi» scanditi, con bonus/malus per le Regioni. Fitto poi annuncia che la “decontribuzione Sud” «finirà a giugno»: niente proroga per la misura in vigore dal 2021, di gran lunga la più utilizzata dalle imprese meridionali. Al suo posto, dice, «stiamo costruendo alternative ». Tocca alla ministra del Lavoro Marina Calderone illustrare una riedizione dei bonus per giovani, donne e Sud già esistenti. In alcuni casi rafforzati per spingere assunzioni stabili di under 35 e donne di tutte le età o per favorire l’autoimprenditorialità. […]