RASSEGNA STAMPA – LEGA E SALVINI IN DIFFICOLTÀ SULL’ ACCORDO CON IL PARTITO DI PUTIN… VIENE CHIESTA LA PROVA DELL’ANNULLAMENTO DELL’ACCORDO…

Matteo Pucciarelli per “la Repubblica” – Estratti

Se le parole solenni hanno ancora un senso, e se ciò che si firma di proprio pugno — a maggior ragione pubblicamente — ha ancora un valore, l’accordo di collaborazione siglato a marzo 2017 tra la Lega e Russia Unita, il partito di Vladimir Putin, non è mai stato interrotto. Se non a chiacchiera, un po’ all’italiana insomma, visto che da Mosca si è sempre evitato di commentare.  (…) «Non ci sono mai stati rapporti con i russi, l’accordo parla di cooperazione in alcuni organismi in cui la Russia non non c’è più. Quindi è tecnicamente decaduto», è la versione di via Bellerio ribadita ancora ieri. Detta e ridetta in queste settimane da Salvini, dal suo vicesegretario Andrea Crippa — da capo della giovanile, firmò a suo volta un patto con la giovanile di Russia Unita, nel 2018 — e da Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato. «L’accordo di amicizia cessò di esistere per cause di forza maggiore, non preventivabili al momento della firma. È stato spazzato via prima dello stravolgimento planetario durante la pandemia del Covid e poi dal conflitto in Ucraina», quindi si tratta di «una stella spenta da tempo», scrive uno degli artefici nel dietro le quinte del decalogo, Gianluca Savoini, nel suo libro Da Pontida al Metropol . Insomma, è la minimizzazione di un patto politico pubblicizzato in pompa magna, celebrato in lungo e in largo (Salvini quel giorno parlò di uno «storico accordo», una specie di trattato di Yalta), ma poi, vista la malaparata, descritto qualche anno dopo come una specie di scherzo che non impegnava niente e nessuno. Oltretutto, oggi si circoscrive la relazione a eventuali consessi internazionali, ma anche questo è un falso, perlomeno a leggere il patto stesso, dove si fa menzione di incontri multilaterali ma anche semplicemente bilaterali «nonché a livello regionale». Su questa storia, da tempo il leader di Azione Carlo Calenda chiede che «la Lega fornisca la lettera con cui ha annullato l’accordo con Russia Unita», ma con ogni evidenza viene da presumere che questa comunicazione non esiste, visto che finora nonostante le sollecitazioni nessuno dal Carroccio l’ha mai mostrata. «La domanda è: perché non hanno scritto una mail, visto che bastava quella, per annullarlo formalmente? Da mesi gli viene chiesto, senza successo. E non lo hanno fatto perché probabilmente non vogliono urtare qualcuno che potrebbe dire cose», sostiene sempre Calenda. L’ombra lunga di relazioni non solo politiche ma anche economiche, sospetti e inchieste che però non sono mai arrivate a conclusione. Anche per la scarsa collaborazione delle autorità russe.