RASSEGNA STAMPA – LA LEGGE “BAVAGLIO” SULL’INFORMAZIONE MOBILITA I GIORNALISTI…

Estratto dell’articolo di Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”

Niente domande alla premier e poi, contro la «legge bavaglio», proteste fino allo sciopero generale. Si mobilita il mondo del giornalismo contro l’emendamento Costa alla legge di delegazione europea che vieta di pubblicare, anche per stralci, le ordinanze di custodia cautelare. Incluse le intercettazioni telefoniche in esse contenute. Fino al termine delle indagini, o all’udienza preliminare. La giunta esecutiva della Federazione nazionale della Stampa ieri ha invitato i giornalisti a disertare la conferenza stampa di fine anno di Giorgia Meloni definita, in una nota, «espressione di una maggioranza che vuole stringere il bavaglio intorno all’informazione». Quel giorno ci sarà invece una protesta simbolica «che coinvolgerà i presidenti e i segretari delle Associazioni regionali, i cronisti e giornalisti tutti». […] Non sarà l’unica forma di mobilitazione. Il 3 gennaio sarà convocata la conferenza dei Cdr per individuare un percorso che porterà allo sciopero generale […] «[…] contro la censura di Stato, per rivendicare l’identità e la dignità della nostra professione». Ma Enrico Costa, l’autore dell’emendamento rilancia. Ora, dice, «bisognerà agire sulle sanzioni». A suo giudizio quelle stabilite dall’articolo 684 del codice penale, applicate a questa norma, sono «troppo blande». «Questo è stato il primo passo. È ovvio che con un’oblazione di 100 euro diventa un divieto piuttosto fragile. Dobbiamo intervenire anche su questo», spiega. Cosa intende? «C’è chi vorrebbe punire i giornalisti. Io su questo non sono d’accordo. Ma ci sono alcuni editori che sulle intercettazioni lucrano. Quindi sarebbe giusto indirizzare a loro le sanzioni», risponde convinto. E lo stesso Costa annuncia che lui stesso individuerà a breve «il veicolo normativo adeguato. Magari nella legge sulla diffamazione, oppure ho già qualche altra idea…». Difende la «legge che vieta di distruggere la vita delle persone prima del processo pubblicando le intercettazioni» Carlo Calenda su X. Che parla di «toni assurdi» usati per attaccare la «norma di civiltà». Già che c’è aggiunge che Azione resterà all’opposizione di un «governo fallimentare anche nella giustizia». […] La Rete NoBavaglio, si unisce alla Fnsi e all’Ordine dei giornalisti nell’appello al presidente Mattarella a non firmare quel provvedimento «liberticida»: «All’opinione pubblica per mesi sarà negato il diritto di essere informata su temi come la lotta alla corruzione e alla mafia», scrive in una nota. Ma non solo: «Non sarà possibile conoscere le accuse e le prove contestate alla persona finita in carcere. E quindi non si saprà se si tratta di una reclusione legittima o eccessiva. Di conseguenza saranno colpite anche le garanzie a tutela del cittadino indagato o arrestato».