RASSEGNA STAMPA – Il Ponte sullo Stretto targato Salvini…

ORMAI È PARTITO CON LA BANDIERINA DEL PONTE SULLO STRETTO E NON LO FERMA NESSUNO. VUOLE PASSARE ALLA STORIA COME COLUI CHE, DOPO DECENNI DI CHIACCHIERE E SPRECHI, È RIUSCITO A REALIZZARE IL PONTE CHE UNIRÀ L’ISOLA ALLA PENISOLA CON UN’OPERA COLOSSALE. LE DIFFICOLTÀ NON MANCANO, A COMINCIARE DAI COSTI, QUASI RADDOPPIATI RISPETTO AI CALCOLI PRECEDENTI. PER DI PIÙ RESTANO CONTRASTANTI I PARERI SULLA REALIZZABILITÀ DELL’OPERA A LIVELLO SCIENTIFICO. INTANTO SI VA AVANTI CON LE PROCEDURE DI FATTIBILITÀ CHE, A QUANTO PARE, NON INCONTRANO GRANDE ENTUSIASMO

1. DEF, AD OGGI MANCA LA COPERTURA PER IL PONTE SULLO STRETTO

(ANSA) –  Per il Ponte sullo Stretto di Messina “il costo dell’opera oggetto di concessione dagli aggiornamenti svolti risulta di 13,5 miliardi. Le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e lato Calabria, che dovranno essere oggetto del contratto di programma con Rfi, si stima avranno un costo di 1,1 miliardi”. Lo si legge in un allegato al Def, in cui si precisa che “ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente; pertanto, queste dovranno essere individuate in sede di definizione del disegno di legge di bilancio”.

2. FONTI MIT, RISORSE PER IL PONTE NELLA LEGGE DI BILANCIO

(ANSA) – È ovvio che manchi la copertura per il Ponte sullo Stretto: sarà reperita con la legge di bilancio, come sempre avviene per tutte le grandi opere inserite nella programmazione infrastrutturale del Def. Così fonti Mit, spiegando che il Def è un documento di programmazione, non di stanziamento di risorse, facendo anche presente che non c’è ancora nemmeno la società ad hoc

3. UFFICIALE: IL PONTE DI MESSINA CI COSTERÀ PIÙ DI 15 MILIARDI

Estratto dell’articolo di Carlo Di Foggia per “il Fatto quotidiano”

Sembra una barzelletta ma è tutto vero. Il governo, o meglio Matteo Salvini, ha resuscitato il ponte sullo Stretto di Messina e ora ci fa sapere che costerà il 60% in più di quanto previsto nel 2012, quando l’opera venne fermata dal governo Monti dopo che i costi erano già esplosi. È tutto messo nero su bianco nell’allegato Infrastrutture al Def appena approvato. Come previsto, il documento classifica il ponte come “opera prioritaria e di preminente interesse nazionale” e ne quantifica i costi […] E dagli aggiornamenti svolti dal ministero delle Infrastrutture esce fuori l’astronomica cifra di 13,5 miliardi di euro di costo preventivato.    […] A quella cifra, peraltro, vanno aggiunti “i lavori complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e Calabria, che dovranno essere oggetto del contratto”, che il ministero stima in 1,1 miliardi. Tirate le somme, si sfiorano i 15 miliardi di euro. E non è finita, visto che dal conto sono escluse le opere complementari stradali che “verranno dettagliate nell’ambito dei contratti di programma con Anas”.    […]  A ogni modo, anche ammesso che Bruxelles non abbia da ridire, quei soldi non ci sono. Il governo lo ammette: “A oggi – si legge – non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente”, ma promette di individuarle “in sede di legge di Bilancio”. Come? Stando al documento, chiedendo a Calabria e Sicilia di dirottare sul ponte parte dei fondi di sviluppo e coesione; prevedendo stanziamenti pluriennali e ricorrendo a prestiti bancari (o di Cdp e Banca europea degli investimenti). Problema: nessun finanziatore privato si è mai fatto avanti, visto che l’opera non sta in piedi dal punto di vista finanziario. Per questo il ministero spera di avere accesso alle sovvenzioni del programma Connecting Europe Facility Cef (il cui bando esce a settembre). Il documento non le quantifica, ma sono numeri molto bassi. Stando ai regolamenti Ue, potrebbe essere finanziato fino a un massimo del 50% del progetto e del 30% dei lavori ma della sola parte ferroviaria […]