“VERTENZA CALABRIA”: IL RILANCIO DELLA CALABRIA PARTE DA GIOIA TAURO….

“VERTENZA CALABRIA” :IL RILANCIO DELLA CALABRIA PARTE DA GIOIA TAURO….

Bisogna riconoscere che, almeno intenzionalmente, Roberto Occhiuto ce la sta mettendo tutta per dare corpo ad una strategia di valorizzazione delle potenzialità che la Calabria può sviluppare soprattutto  utilizzando i miliardi in arrivo col PNRR.

Confrontatosi con i segretari nazionali e regionali dei sindacati ha messo sul tavolo gli obiettivi prioritari da sottoporre al governo nazionale sintetizzando la formulazione degli obiettivi  nell’espressione“ Vertenza Calabria”. Tre i punti di forza: la 106 jonica, la riorganizzazione della sanità, Gioia Tauro come centro motore, col suo porto, dello sviluppo di tutta la regione.

Per la 106 jonica, la cui realizzazione si trascina da decenni, con interruzioni e percorsi frammentati, Occhiuto ha messo in evidenza che non esiste traccia, nei finanziamenti mirati del PNRR e nel programma di investimenti nazionali, di riferimenti espliciti alle risorse da impegnare per completare la 106 jonica fino a Reggio Calabria. A quanto pare, anzi, non esiste ancora il progetto esecutivo del tratto Crotone- Reggio. Il presidente Occhiuto ritiene infrastrutturalmente strategica l’ultimazione della 106, non solo per i tempi di percorrenza e la riduzione delle distanze, ma per l’impatto rilevante sull’offerta turistica di tutta la fascia jonica.

Per le condizioni disastrate in cui versa la sanità calabrese Occhiuto, nella duplice veste di presidente della giunta e di commissario di nomina governativa, non ha interesse a sminuire le difficoltà che incontra e la situazione pesante che ha ereditato. Pre-condizione per sottoscrivere accordi col governo è la messa in ordine della contabilità. C’è un buco nero inesplorato fino in fondo che contiene i bilanci delle ASP di Cosenza e Reggio non approvati perché manifestamente falsi, la quantificazione certa e reale del debito accumulato, la rendicontazione dei milioni destinati a contrastare la pandemia e che non è chiaro se sono stati utilizzati per il covid oppure destinati ad altri obiettivi o, addirittura, bloccati nei cassetti regionali.Si tratta di 77 milioni su 111 arrivati e , ad oggi, non contabilizzati. Quanto alla riorganizzazione della rete ospedaliera, a parte le strutture da riattivare o da creare ex-novo, bisogna affrontare il problema del personale medico e paramedico che manca e la cui soluzione passa per un miglioramento del trattamento economico che , ad oggi, non incoraggia la professione medica in Calabria. Tutt’altro.

Per  Occhiuto “l’asso nella manica” dello sviluppo possibile è Gioia Tauro, intesa come area strategica intorno ad una infrastruttura portuale che compete a livello mondiale. Intorno e a ridosso del porto col suo movimento di container, che avrà un’accelerazione  con l’ultimazione del collegamento del porto alla rete ferroviaria, si dovrà sviluppare l’area del retroporto e l’area ZES (Zona a Economia Speciale) fino ad oggi rimasta lettera morta. Ma c’è qualcosa di più che inaspettatamente la crisi energetica del gas e la dipendenza dalla Russia ha reso di grande attualità e cioè il rigassificatore. Si tratta di un progetto elaborato e formalizzato più di 10 anni fa da Sorgenia, società oggi  a prevalente controllo pubblico, corredato delle autorizzazioni valide a tutt’oggi e che, a regime, sarebbe in grado di fornire 12 miliardi di metri cubi di gas pari, cioè, a un terzo del gas che importiamo dalla Russia. Già questa possibilità dovrebbe indurre il governo nazionale a non perdere tempo e a non prestarsi alle pressioni di chi, come al solito, pensa di  privilegiare i porti del nord come  Piombino e Ravenna.

Ma c’è di più perché, incardinata al progetto del rigassificatore, c’è la “piastra del freddo” ovvero la possibilità di lavorare su larga scala la surgelazione di prodotti agroalimentari. Considerata la compresenza del porto, si tratta di sviluppare  una lavorazione  industriale  agro-alimentare a livello europeo con tutte le implicazioni sul piano dello sviluppo economico e occupazionale. Al riguardo Occhiuto, relazionando e illustrando al consiglio regionale i punti della “vertenza Calabria”, soffermandosi in particolare su Gioia Tauro, ha chiesto l’impegno di tutto il consiglio e il sostegno dell’intera deputazione parlamentare. Oggettivamente l’occasione è unica. E’ dai tempi di Giacomo Mancini ministro che la Calabria non è destinataria di grandi investimenti e grandi infrastrutture. Non ci riuscì col quinto centro siderurgico, per una congiuntura internazionale sfavorevole per l’acciaio, il cui corollario era che con 8 mila tute blu ( indotto occupazionale) la mafia l’avremmo definitivamente bandita da Gioia Tauro e dalla Calabria. Occhiuto si muove in quel solco manciniano  che ha dato alla Calabria l’autostrada, le superstrade trasversali, l’aeroporto di Lamezia e il porto di Gioia Tauro. Che Giacomo Mancini fosse socialista e Occhiuto sia di Forza Italia non deve avere rilevanza. Conta  come, al di là delle chiacchiere, delle carriere, degli arricchimenti e dei parassitismi di un ceto politico irrimediabilmente autosputtanatosi, ci si mette politicamente al servizio del Paese e della propria gente facendo seguire agli annunci e ai vaniloqui della politica politicante i fatti e le realizzazioni.