A LAMEZIA LA PICCOLA HOLLYWOOD ANCORA NON C’E’ MA NEL NOME DI JOLE….

A LAMEZIA LA PICCOLA HOLLYWOOD ANCORA NON C’E  MA NEL NOME DI JOLE…..

E’ stata cvertamente una decisione  opportuna e dovuta quella di intitolare la “cittadella” regionale a Jole Santelli, primo presidente donna nelle regioni meridionali il cui nome resta legato ad un programma politico di reale cambiamento.

Le frequentazioni romane, l’esperienza maturata in parlamento nell’ affrontare questioni nazionali, la conoscenza dei meccanismi burocratici e la realistica percezione degli ostacoli che si frappongono ad ogni innovazione, ne avevano fatto un personaggio politico di spessore molto considerata in Forza Italia per il suo spirito combattivo.

Diventata presidente della giunta regionale nella sua regione, era consapevole dei cambiamenti che erano necessari e delle resistenze che avrebbe incontrato.Ebbe l’intuizione, una volta insediatasi al decimo piano della cittadella, di sottrarsi all’estenuante trattativa  sugli assessorati da assegnare, non volendo piegarsi ai vecchi metodi di pura spartizione in termini di potere.

Verosimilmente era consapevole che il suo stato di salute non le consentiva programmi di lungo periodo per cui i segnali dovevano partire subito e in una sola direzione, quella del cambiamento, a partire dalla composizione della giunta , dall’immagine della Calabria  e dalle modalità di comunicazione dell’immagine.

Ma l’immagine va “costruita”, non nel senso di artefatta ma nel senso di incardinarla a ciò che di positivo e di fruibile offre la Calabria, dalla sua storia alle sue bellezze, dal clima all’enogastronomia,all’ ospitalità,ai giovani  delle università, ai suoi talenti.Voleva cancellare,insomma, l’immagine cupa  di una Calabria intrisa di criminalità e arretratezza, consegnata all’immaginario collettivo come una regione perduta e irrecuperabile.

Chiamò Gabriele Muccino, regista quotato e già autore di spot riusciti e  gli diede l’incarico di elaborarne uno per la Calabria.Lei non ebbe modo di visionare lo spot “montato” che fu presentato in anteprima a Roma alla Festa del Cinema.Non lo avrebbe approvato non tanto per la stucchevole rappresentazione di una Calabria da fotoromanzo quanto perché non rispondeva al messaggio che si voleva mandare.La Calabria terra di arance e di limoni la decantava già Goethe parecchi anni prima di Muccino e non era questa l’immagine della Calabria che Jole voleva lanciare.Lo spot ha avuto un’accoglienza rumorosa e un netto rifiuto dell’immagine che proponeva Muccino.

Ma Jole aveva  pensato a mettere in cantiere un’altra iniziativa. Consapevole della forza e dell’influenza dei media, si era rivolta a Giovanni Minoli ,uno che di televisione certamente se ne intende, e gli aveva offerto la conduzione della Film Commission come commissario straordinario.Aveva presente quanto avesse giovato ad altre regioni,alla Puglia soprattutto, la realizzazione di  produzioni cinematografiche che avevano funzionato  a veicolare, attraverso le ambientazioni, le bellezze e l’appeal  di quelle realtà.

Ma in Calabria bisognava partire pressocchè da zero anche se la Film Commission esiste  da oltre 10 anni ma  utilizzata per iniziative di corto respiro e di scarsi risultati.

Jole Santelli invece pensava alla grande, a una iniziativa che doveva porre la Calabria all’avanguardia nella tecnologia audiovisiva e cinematografica.Non ha avuto il tempo di avviare l’iniziativa ma bisogna dare atto al presidente f.f. Spirlì di avere portato a compimento la volontà e il desiderio di Jole che sapeva quanto ci tenesse.

E’ di questi giorni la notizia che prende il via la realizzazione degli studios tele-cinematografici di Lamezia, una piccola Hollivood con tecnologie di ultima generazione in grado di competere con gli studios di Malta dove vanno a “girare” le produzioni hollywoodiane.Gli studios di Lamezia creeranno posti di lavoro in un settore che darà opportunità ai talenti e alle sensibilità artistiche della nostra regione oltre a formare maestranze con competenze  da poter mettere a frutto a qualunque latitudine del mondo civilizzato.Un gigantesco salto in avanti per una regione rimasta  marginale non per mancanza di potenzialità e di talenti ma per una “visione” corta o miope della sua classe dirigente, non solo politica.

Il paragone può sembrare avventato ma gli studios di Lamezia rappresentano, nella “visione” di Jole, per le produzioni televisive e cinematografiche ciò che negli anni settanta rappresentava il quinto centro siderurgico di Gioia Tauro per il quale si è battuto Giacomo Mancini soccombendo agli interessi e ai boicottaggi del nord e dei boiardi di Stato.I mesi e gli anni a venire diranno quanto concreta e fondata fosse la sua intuizione.

Ma la Calabria Film Commission affidata a Giovanni Minoli , in attesa degli studios di Lamezia,onorando una indicazione data da Jole, ha già realizzato una “docuserie” dedicata alle donne che con la loro storia “hanno segnato la Calabria”,questa la direttiva data a Minoli.A Roma,dove in questi giorni si sta svolgendo la Festa del Cinema,la docuserie è stata presentata come il primo prodotto della Film Commission “girato” quasi interamente in Calabria, a Reggio, a Cosenza, in Sila, a Capo Colonna, a Castrovillari e a Gioiosa jonica.  Le donne cui con le loro storie è dedicata la docuserie sono Rita Pisano,combattente comunista nell’occupazione delle terre incolte negli anni 50,Adele Cambria penna combattente  del giornalismo  impegnato al femminile,Giuditta Levato uccisa nella lotta al latifondo, Jole Giugni Lattari la prima donna eletta in parlamento,Caterina Tufarelli Palumbo prima “sindaca” d’Italia e Clelia Romano Pellicano antesignana del movimento femminista. Aspettiamo ora la proiezione in Calabria o sulle reti RAI. Intanto, un grazie a Minoli per aver dimostrato quanto si può fare in Calabria in un settore strategico come il cinema e la tv con le sue ricadute sul turismo  e speriamo che Roberto Occhiuto,nuovo presidente della Calabria,  faccia sua la “visione” di Jole.