METAFORE ELETTORALI: CAIMANI STRUZZI E QUAGLIE

Ma perché la sua vocazione di Quaglia?
E’ bene precisare che Quaglia non è Roberto Quaglia, classe 1962, già Consigliere Comunale di grande prestigio a Genova, noto scrittore di fantascienza, commediografo che ama il surrealismo il quale dice di se “ di essere venuto a questo mondo non riuscendo a tornare nell’altro. Decise allora di ambientarsi”.
Si tratta proprio della quaglia, del volatile.
Quali similitudini e caratteristiche comuni, hanno questi esemplari del genere umano con la quaglia, oltre agli elementari e noti salti (prevedibili) del volatile?

• La quaglia è un uccello diffuso in tutta Europa, dove rappresenta l’unico esemplare di uccello galliforme migratore.
• Il suo habitat preferito sono i campi e le praterie dove riesce a mimetizzarsi completamente con la vegetazione.
• Conduce una vita solitaria ma migra in stormi.
• In questi animali è quasi impercettibile il dimorfismo sessuale:
• In passato era assai diffuso allo stato libero, oggi lo è meno, a causa della caccia sportiva in quanto il suo volo di fuga è lento.
• E’ un uccelletto che predilige il volo notturno in fase di migrazione.
La sua alimentazione è costituita da semi duri, chiocciole e insetti.
• Costruisce il suo nido a terra, in una buca nascosta tra la vegetazione.

Analizzando in sintesi la scheda dell’uccello, risultano evidenti le caratteristiche comuni con molti individui di specie umana:

• Anche lui vive in Europa, ma ancora non ne ha coscienza. Il suo sguardo si ferma ai confini del proprio habitat, che rappresenta le sue colonne d’Ercole. Ha anche dimenticato, dopo tanti anni vissuti da soggetto stanziale, la propria origine non precisamente autoctona. Pratica nel senso politico la forma del gallismo, termine questo, nato dalle lotte per l’emancipazione femminile degli anni “70, con cui si definisce un individuo di specie umana che “ci prova”. E’ anch’esso un individuo che ha la propensione alla migrazione.
• In quanto ad habitat ha gli stessi gusti della quaglia, infatti preferisce i campi aperti e le praterie, giusto dove il suo sguardo arriva. Una siepe, un albero, o qualsiasi ostacolo si frappone tra lui ed il suo limitato orizzonte, lo fa andare in panico, non riuscendo ad immaginare ciò che esiste oltre la siepe. Ama molto mimetizzarsi, ma non ci riesce sempre.
• Anche lui ama condividere il rischio delle elezioni, con aggregazioni che in buona fede ed onestà lo seguono nel suo percorso, così come la quaglia organizza la sua migrazione. Completato il percorso, prevale anche in lui, così come nella quaglia, la propria natura di animale solitario, scordandosi di quanto il suo gruppo di sostegno ed i suoi elettori hanno fatto per lui.
• Il dimorfismo della specie che ne caratterizza il sesso, impercettibile nella quaglia, è da accostare all’individuo di specie umana, non già alle proprie caratteristiche fisiche di maschio adulto, ce ne guarderemmo bene. Il dimorfismo impercettibile va letto in senso politico, di appartenenza, nel senso che, dalle sue espressioni ed esternazioni, non si è mai capito da che parte sta. Quale è la sua posizione, il suo schieramento, la sua appartenenza, la sua identità.
• Della specie umana, anche questo stereotipo in passato era assai diffuso allo stato libero, quando il qualunquismo imperversava nella cultura nazionale. L’uomo qualunque è stato poi assorbito dalla presa di coscienza e dall’idealità sviluppatasi nella specie umana, così che, quei pochi individui ancora vaganti, facilmente individuabili, sono maggiormente esposti al pericolo di essere facilmente impallinati, in senso politico, s’intende. La facilità di cadere sotto il fuoco politico, diventa maggiore a causa della sua lentezza negli spostamenti.
• Anche l’individuo umano ama gli spostamenti notturni come la quaglia. Pare che il favore del buio lo aiuti nella concentrazione, a definire “le sue cose”, magari davanti ad una buona mensa. Mentre sappiamo con certezza l’alimentazione della quaglia, sull’individuo umano non ci è dato sapere i gusti prediletti. Sappiamo qualcosa da alcune indiscrezioni propagate dai suoi stessi commensali.
• Preferisce anche lui, come la quaglia, il volo radente, non avendo la capacità di volare alto, anzi, se non costretto, al volo in genere preferisce i saltelli, con cui abilmente riesce a muoversi. Di conseguenza i suoi nidi e rifugi preferisce costruirli a terra. Ama nascondersi.

Ma perché la sua vocazione di Quaglia?
E’ bene precisare che Quaglia non è Roberto Quaglia, classe 1962, già Consigliere Comunale di grande prestigio a Genova, noto scrittore di fantascienza, commediografo che ama il surrealismo il quale dice di se “ di essere venuto a questo mondo non riuscendo a tornare nell’altro. Decise allora di ambientarsi”.
Si tratta proprio della quaglia, del volatile.
Quali similitudini e caratteristiche comuni, hanno questi esemplari del genere umano con la quaglia, oltre agli elementari e noti salti (prevedibili) del volatile?

• La quaglia è un uccello diffuso in tutta Europa, dove rappresenta l’unico esemplare di uccello galliforme migratore.
• Il suo habitat preferito sono i campi e le praterie dove riesce a mimetizzarsi completamente con la vegetazione.
• Conduce una vita solitaria ma migra in stormi.
• In questi animali è quasi impercettibile il dimorfismo sessuale:
• In passato era assai diffuso allo stato libero, oggi lo è meno, a causa della caccia sportiva in quanto il suo volo di fuga è lento.
• E’ un uccelletto che predilige il volo notturno in fase di migrazione.
La sua alimentazione è costituita da semi duri, chiocciole e insetti.
• Costruisce il suo nido a terra, in una buca nascosta tra la vegetazione.

Analizzando in sintesi la scheda dell’uccello, risultano evidenti le caratteristiche comuni con molti individui di specie umana:

• Anche lui vive in Europa, ma ancora non ne ha coscienza. Il suo sguardo si ferma ai confini del proprio habitat, che rappresenta le sue colonne d’Ercole. Ha anche dimenticato, dopo tanti anni vissuti da soggetto stanziale, la propria origine non precisamente autoctona. Pratica nel senso politico la forma del gallismo, termine questo, nato dalle lotte per l’emancipazione femminile degli anni “70, con cui si definisce un individuo di specie umana che “ci prova”. E’ anch’esso un individuo che ha la propensione alla migrazione.
• In quanto ad habitat ha gli stessi gusti della quaglia, infatti preferisce i campi aperti e le praterie, giusto dove il suo sguardo arriva. Una siepe, un albero, o qualsiasi ostacolo si frappone tra lui ed il suo limitato orizzonte, lo fa andare in panico, non riuscendo ad immaginare ciò che esiste oltre la siepe. Ama molto mimetizzarsi, ma non ci riesce sempre.
• Anche lui ama condividere il rischio delle elezioni, con aggregazioni che in buona fede ed onestà lo seguono nel suo percorso, così come la quaglia organizza la sua migrazione. Completato il percorso, prevale anche in lui, così come nella quaglia, la propria natura di animale solitario, scordandosi di quanto il suo gruppo di sostegno ed i suoi elettori hanno fatto per lui.
• Il dimorfismo della specie che ne caratterizza il sesso, impercettibile nella quaglia, è da accostare all’individuo di specie umana, non già alle proprie caratteristiche fisiche di maschio adulto, ce ne guarderemmo bene. Il dimorfismo impercettibile va letto in senso politico, di appartenenza, nel senso che, dalle sue espressioni ed esternazioni, non si è mai capito da che parte sta. Quale è la sua posizione, il suo schieramento, la sua appartenenza, la sua identità.
• Della specie umana, anche questo stereotipo in passato era assai diffuso allo stato libero, quando il qualunquismo imperversava nella cultura nazionale. L’uomo qualunque è stato poi assorbito dalla presa di coscienza e dall’idealità sviluppatasi nella specie umana, così che, quei pochi individui ancora vaganti, facilmente individuabili, sono maggiormente esposti al pericolo di essere facilmente impallinati, in senso politico, s’intende. La facilità di cadere sotto il fuoco politico, diventa maggiore a causa della sua lentezza negli spostamenti.
• Anche l’individuo umano ama gli spostamenti notturni come la quaglia. Pare che il favore del buio lo aiuti nella concentrazione, a definire “le sue cose”, magari davanti ad una buona mensa. Mentre sappiamo con certezza l’alimentazione della quaglia, sull’individuo umano non ci è dato sapere i gusti prediletti. Sappiamo qualcosa da alcune indiscrezioni propagate dai suoi stessi commensali.
• Preferisce anche lui, come la quaglia, il volo radente, non avendo la capacità di volare alto, anzi, se non costretto, al volo in genere preferisce i saltelli, con cui abilmente riesce a muoversi. Di conseguenza i suoi nidi e rifugi preferisce costruirli a terra. Ama nascondersi.