DISASTRO SANITARIO: CHI L’HA PROVOCATO IN CALABRIA DEVE PAGARE!!!!

DISASTRO SANITARIO: CHI L’HA PROVOCATO IN CALABRIA DEVE PAGARE!!!!

Ci sono i morti che chiedono giustizia e c’è la disperazione delle famiglie che per i loro “vecchi” non trovano posti in ospedale e vengono sbattuti da una provincia all’altra.Ci sono 175 milioni, inutilizzati, stornati dai fondi europei e finalizzati a contrastare il virus, con l’assunzione di personale (medici e infermieri), creando nuovi posti letto e aumentando quelli in terapia intensiva.Non è stato fatto nulla.A tutt’oggi manca ancora un piano anti-covid.

Ci sono in Calabria 18 ospedali di media dimensione chiusi per “risparmiare” ma ,grazie ai commissari succedutisi per nomina del governo nazionale, il buco della sanità calabrese è arrivato a 2 miliardi e mezzo di cui qualcuno chiede l’azzeramento. Come dire: “Chi ha avuto …ha avuto e chi ha dato… ha dato.Chiudiamo il buco e mettiamoci al lavoro per aprirne un altro, ormai sappiamo come si fa.”

Gli ospedali,dunque, chiusi e quelli in attività smantellati nei vari reparti per creare posti covid ma non bastano e i pazienti muoiono in ambulanza nell’inutile attesa del ricovero.Come sono stati spesi i due miliardi e mezzo di debiti? Quali direttive sono state date dall’esplodere della pandemia e come sono state eseguite ?

Abbiamo i nomi, gli atti firmati e le decisioni prese dai commissari nominati dal governo nazionale , abbiamo i nomi e gli atti firmati dai dirigenti distrettuali nelle varie ASP.Abbiamo i contenziosi per somme dovute e non pagate che hanno fruttato ai creditori interessi quattro volte superiori a quelli che avrebbero ottenuto in banca.Un affare !

Veniamo da una storia non molto lontana( governava Agazio Loiero) in cui si scoprì che non esistevano bilanci approvati della spesa sanitaria ma foglietti, appunti e “pizzini” che davano luogo, anzicchè al bilancio, ad una esposizione orale che nessuno contestava e che ha dato vita, per i più dotti, all’espressione “ versione omerica” dei bilanci a indicare la narrazione e la trasmissione orale e non scritta del poema epico .Ci coprimmo di ridicolo agli occhi del Paese ma non era la prima volta e non sarebbe stata l’ultima.Ci hanno pensato, a seguire, i commissari nominati dai governi nazionali.

Un ruolo di primissimo piano nel disastro della sanità calabrese, a parte le rilevanti responsabilità dei commissari,lo ha avuto l’alta dirigenza regionale quella,per intenderci, che ha contribuito al disastro percependo una indennità annua intorno ai 250 mila euro. Per non dire dei manager nominati dalla politica che, a fronte di passività accumulate, ricevevano premialità per il lavoro svolto.

I morti di oggi rimandano alle vergogne e alle ignominie consumate negli ultimi dieci anni, se non prima, senza che nessuno sia stato chiamato a risponderne.Ci sono anche le responsabilità di chi ha fatto finta di non sapere, assicurando così l’impunità a chi ha consapevolmente dissipato,impunemente, le risorse destinate a garantire ai calabresi il diritto alla salute.

Qualcosa però si muove.Con i morti nelle ambulanze si sono mossi i sindaci e i parlamentari, invocando l’attenzione del governo nazionale, del presidente del consiglio e del ministro della sanità. I sindaci, dimentichi di essere responsabili della salute delle comunità che amministrano, si sono limitati a manifestare “simbolicamente”, attenti agli interessi elettorali,in fascia tricolore mentre i parlamentari hanno “coraggiosamente” sottoscritto una richiesta al ministro Speranza perché venga in Calabria a constatare di persona.

Legittimo chiedersi a questo punto se i parlamentari sono a conoscenza che a Bologna la spesa sanitaria per ogni cittadino è di 84 euro e in Calabria fra 15 e 20 euro.Possibile che non sapessero? Più probabile che sappiano ma, per ragioni di carriera, supinamente allineati alle decisioni delle segreterie nazionali dei partiti e dei governi dai partiti sostenuti.Alla conferenza Stato-Regioni nessun governatore meridionale ha mai chiesto conto al presidente bolognese Bonaccini ,targato PD, della discriminazione.

Diventa così doveroso dare conto di due consiglieri regionali che hanno rotto la vile consegna del silenzio.Si tratta del consigliere regionale Carlo Guccione, targato PD, e di Pietro Molinaro eletto nella lista della Lega.Il primo conduce meritoriamente una battaglia di verità sul disastro sanitario da alcuni anni ed è sua la rivelazione dei 175 milioni di fondi europei, rimasti nei cassetti, inutilizzati contro la pandemia. Il secondo ha impietosamente, senza diplomazie, caricato ai commissari e all’alta burocrazia regionale la responsabilità del disastro sanitario.Gli altri..coraggiosamente zitti a circa 20 mila euro al mese , senza fare nulla di serio, essendo il consiglio regionale, dopo la morte di Jole Santelli,rimasto in carica soltanto per gli affari correnti.Non hanno avuto il pudore di dedicare una seduta del consiglio alla pandemia, al collasso degli ospedali, alle vaccinazioni nel caos, ai morti nelle ambulanze. Nella percezione dei calabresi sono i “senza vergogna”, pronti a ricandidarsi “al servizio della Calabria e dei calabresi” come amano dichiarare.