CALABRIA SAUDITA: SE IL PO SFOCIA A REGGIO L’ARNO A GIOIA TAURO E IL TICINO CATANZARO…

CALABRIA SAUDITA: SE IL PO SFOCIA A REGGIO, L’ARNO A GIOIA TAURO E IL TICINO A CATANZARO…

Non risulta che dalla nascita delle regioni, oltre 50 anni fa, l’alta e superpagata dirigenza della burocrazia regionale si sia distinta per  competenza, efficienza e raggiungimento di  prefissati obiettivi.E’ noto che molte delle risorse messe a disposizione dall’Europa con i fondi europei, destinati ai territori economicamente fragili, non sono stati utilizzati in Calabria per l’incapacità di presentare progetti.Una vecchia storia, dunque, che fa il paio con una rappresentanza politica incolta quanto inadeguata,vocata all’assalto alla diligenza della spesa pubblica , inconsapevole per ignoranza  dei vasti danni che produce.L’importante è sopravvivere e conservarsi politicamente, per non perdere privilegi e rendite di posizione.

In questa tecnica del galleggiamento politico , che dura tutta una legislatura, può accadere che a volte, in quella interscambiabile  assenza di cultura di governo che crea complicità fra  politica e  burocrazia,  può accadere che, nella fretta di mascherare incapacità e incompetenza, si cada in colossali errori che segnano la parte folkloristica della storia regionale. Il ridicolo di cui si è coperto l’attuale consiglio regionale, nella sua ultima riunione, agli occhi dell’opinione pubblica nazionale , infatti, con il piano strategico POR 2021-2027, copiandolo da un documento della Regione Lombardia, non è un fatto nuovo.A rivelare il plagio, ovvero l’imbroglio, è stato il capogruppo del PD,Bevacqua, che ha sbugiardato  relatore ed estensori del documento evidenziando le pagine in cui ricorre il riferimento al territorio “lombardo” mentre si sta parlando del territorio calabrese  e dell’utilizzo dei fondi europei.E’ una storia che si ripete.

Negli anni 70/80, più o meno, si discuteva in consiglio regionale  dell’assetto idrogeologico della Calabria e della necessità di regimentare le acque e i fiumi. La relazione si stava svolgendo senza intoppi e si stava affrontando  la portata del fiume  Petrace che bagna Gioia Tauro. Non c’era molta attenzione come accade quando si tratta di cose serie ma a qualcuno, come oggi a Bevacqua, non è sfuggita la citazione dell’Arno che difficilmente da Firenze può riversarsi nel Petrace e fu la prima figuraccia del livello politico e burocratico.

La seconda figuraccia si verifica in una circostanza analoga in cui il consiglio si trova a trattare il fiume Calopinace  che attraversa Reggio e improvvisamente nella relazione viene citato il delta del PO là dove si stava parlando del Calopinace. Finita sui giornali la vicenda , la stima politica per quel consiglio regionale ebbe una irrimediabile caduta verticale.

L’Arno a Gioia Tauro,il Po a Reggio e il Ticino a Catanzaro sono la plastica metafora del livello di competenza e di rozza furbizia dei livelli alti della burocrazia regionale.Quello che non si può accettare è che nessuno ne risponda, né il livello burocratico né quello politico. Il dirigente superpagato responsabile del documento e del plagio andrebbe  come minimo rimosso dalla posizione che occupa.Quanto al livello politico si può anche indulgere sulla buona fede e la fiducia nel lavoro della dirigenza ma quello che non si può perdonare è che i consiglieri non avessero letto il documento taroccato “lombardo”. Eppure di tempo a disposizione ne hanno.Il consiglio è sciolto e si riunisce soltanto per gli affari correnti. Non è dato sapere di che cosa si occupano. La pandemia in Calabria presenta i problemi che sappiamo, Spirlì e il commissario Longo , incontrastati, navigano a vista in una situazione che peggiora di giorno in giorno,  e loro tacciono e stanno a guardare,salvo il solito Guccione  e qualcun altro cui va dato atto.Aspettano  fine mese per passare legittimamente alla cassa. Senza vergogna. Settembre è lontano.