“A INSAPUTA” DI LUIGI DI MAIO TRIDICO SI RITROVA LO STIPENDIO TRIPLICATO…..

“A INSAPUTA” DI LUIGI DI MAIO TRIDICO SI RITROVA LO STIPENDIO TRIPLICATO…..
Quella dei politici e degli uomini delle istituzioni che,a loro insaputa, si trovano beneficiari di donazioni di immobili e di “utilità” di rilevante valore economico, è una vecchia storia.Fino ad oggi al vertice di questa graduatoria di beneficati a loro insaputa rimane, incontrastato, l’ex-ministro Scaiola che si trovò proprietario, a sua insaputa, di un appartamento con vista sul Colosseo.Dopo di lui non sono mancati casi di politici beneficiari, a loro insaputa, di donazioni o regalie di varia consistenza ma si tratta di episodi minori.Ora esplode lo scandalo del presidente dell’INPS,il calabrese Tridico, che si vede triplicato ( per cui ora lo sbeffeggiano chiamandolo “Triplico”) lo stipendio come una decisione subita e non voluta.La vicenda in effetti è più complessa e chiama in causa il governo Lega-5Stelle prima che il governo PD-5Stelle.Si dà il caso,infatti, che a decretare l’aumento degli stipendi dei presidenti e dei membri dei consigli di amministrazione di INPS e INAIL sia stato l’allora ministro del Lavoro Luigi Di Maio, padrino politico e sponsor della nomina di Tridico alla presidenza dell’INPS, che portò in consiglio dei ministri la pratica.Anche Salvini,allora vice-presidente del consiglio, ne fu informato e nessuno ebbe da ridire o fare osservazioni.Caduto il governo Lega-5Stelle, la pratica” ha subito rallentamenti per varie ragioni, Covid 19 compreso, per cui soltanto il 7 agosto di quest’anno il provvedimento è diventato esecutivo.Diventato di pubblico dominio e cavalcato anche in chiave antigovernativa c’è stata una corsa a chiamarsi fuori.Il presidente Conte non sapeva e avrebbe chiesto lumi,Tridico ha tenuto a precisare che non era in suo potere triplicarsi lo stipendio , Di Maio ha fatto il pesce in barile lasciando intendere che il tutto fosse accaduto “a sua insaputa” e Salvini non ha indossato la felpa con su scritto “io non c’ero”.Ora il punto non è lo stipendio di Tridico che resta, nonostante la responsabilità di amministrare circa 350 miliardi,inferiore di quasi 100 mila euro rispetto al compenso di 240 mila euro dei dirigenti INPS di primo livello ma lo strumento adottato per reperire le risorse necessarie, tagliando o azzerando le spese postali finalizzate a informare i cittadini prossimi alla pensione sull’effettivo trattamento economico che veniva loro riconosciuto di solito inferiore a quello ottimisticamente previsto.Erano le famose “buste arancione” che consentivano al pensionando di non fare scelte azzardate ma basate sul reale importo che avrebbe ricevuto una volta pensionato.C’è anche l’impatto sociale che la vicenda ha avuto in un momento in cui tutte le famiglie sono in difficoltà e non tutti hanno ancora ricevuto dall’INPS il contributo di cassa integrazione deciso dal governo ma è forse un aspetto secondario.Realisticamente lo stipendio di Tridico era irrisorio rispetto allo stipendio di cariche equivalenti ma meno rilevanti per responsabilità.Rimane invece l’imbarazzo e il balbettamento di Luigi Di Maio, unitamente al silenzio di Salvini, che ha cercato di prendere le distanze da un provvedimento da lui voluto e portato in consiglio dei ministri. Non è sufficiente per spodestare Scaiola dalla prima posizione nella classifica “ a loro insaputa”ma dà la misura di quanta ambiguità e doppiezza c’è nell’antipolitica di cui si alimenta la propaganda grillina.