SE I SINDACI INVOCANO L’ESERCITO…

SE I SINDACI INVOCANO L’ ESERCITO….

L’ appello lanciato da molti sindaci della provincia di Cosenza, al governo nazionale,  affinchè sia l’esercito a prendere il controllo del territorio per fare rispettare le disposizioni antivirus,  dà la misura della gravità della situazione. Sono troppi coloro che non l’hanno capito oppure l’hanno capito e, per ignoranza ( nel senso della conoscenza del rischio non del titolo di studio) ,trasgrediscono.E’ l’ipotesi più benevola ma non giustifica.

In ordine di tempo a invocare l’intervento  dell’esercito è stato il presidente della giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, che interpreta con lucidità e obiettività la situazione in Campania e il rischio concreto di come possa degenerare.

I “social” e la “rete” ci mettono di fronte a trasgressioni “criminogene “ avvenute in varie realtà, nel senso che, piuttosto che evitarli, gli  assembramenti sono stati organizzati, da quelli condominiali a quelli di quartiere, ai festeggiamenti dell’8 marzo.

Si può fronteggiare il virus, sia pure in assenza ancora di farmaco specifico e di vaccino, ma non si può arginare l’irresponsabilità che si coniuga con la stupidità  e la permeabilità da teorie negazioniste.

Ciò non toglie, comunque la si voglia vedere, che costoro attentano consapevolmente alla salute pubblica, più crudamente alla vita di quei cittadini che, rispettosi delle restrizioni imposte dalla situazione, stanno chiusi in casa accettando disagi e sacrifici.

La domanda,senza girarci intorno,è:”Hanno costoro il “ diritto” di mettere a rischio la vita degli altri ? Fino a che punto è tollerabile? E fino a che punto il governo può consentirlo visto che le sanzioni previste ( carcere e multa) si rivelano inadeguate?”

Non vogliamo suggerire nulla  ma qualche misura più convincente e persuasiva andrebbe adottata  anche se, per riuscirci, bisogna ricorrere all’esercito.Non è la libertà di opinione e di pensiero a essere messa in discussione ma la libertà  di fare del proprio corpo un veicolo di infezione e di morte.

Chi riceve dallo Stato un indennizzo per  aver lasciato il lavoro, chiuso il negozio ,il bar o il ristorante, non può essere sorpreso a circolare per strada se non per i previsti casi di eccezionalità.E invece è accaduto, al nord. Un tale, che ha chiuso il ristorante,  se ne andava in giro,mano nella mano, con la fidanzata.Avrà ugualmente l’aiuto dello Stato.

In Calabria vengono stimati in circa 10 mila i conterranei “rientrati” dal nord ma non tutti lo hanno dichiarato, come loro richiesto, per poterne seguire l’eventuale contagio. Anche per costoro, a pandemia superata, bisognerà chiederne conto. Non è intonando l’inno nazionale dai balconi che si è “Fratelli d’Italia” ma osservando le regole che la comunità nazionale si è data tramite i legittimi organismi di  governo.

Ben venga l’Esercito,dunque, perché non sarà un semplice controllo dei documenti a farci temere complotti e attentati alle  nostre libertà come purtroppo va sproloquiando qualcuno che non ha capito che la libertà,comunque intesa, presuppone in ogni caso il rispetto dell’altro.