“CORONAVIRUS”:QUELLE FACCE DI…TOLLA CHE HANNO ALIMENTATO LA PAURA…..

“CORONAVIRUS”:QUELLE FACCE DI…TOLLA CHE HANNO ALIMENTATO LA PAURA…

Non è la prima volta che nel nostro Paese il dramma finisce in commedia o, se si preferisce,la tragedia in farsa.Siamo stati sottoposti per intere giornate , su tutte le reti televisive, ad un bombardamento di trasmissioni sul virus,il contagio, la paura e le conseguenze della paura.

Gli abituali salotti della chiacchiera televisiva hanno fatto propria la chiacchiera da ballatoio, soprattutto nei pomeriggi televisivi, salvo qualche eccezione che vale per “la 7” e per la trasmissione di Andrea Purgatori (“Atlantide”) che ha scelto un profilo prevalentemente  scientifico con testimonianze e competenze altamente qualificate in materia.

Abbiamo scoperto, dalle ospitate televisive,che abbiamo più virologi che impiegati del catasto, non sempre convergenti e sovrapponibili nella valutazione del rischio di contagio.Il governo ha tenuto riunioni notturne con seguito di conferenza-stampa, hanno cinturato le zone infette con l’impiego delle forze dell’ordine e dell’esercito, hanno fatto intravedere tendopoli bianche pronte a ricevere i contagiati, hanno dato vita ad una narrazione compulsiva degli effetti della paura, con l’assalto ai centri commerciali a svuotare i banchi alimentari in previsione di quarantene ineludibili.

Ci hanno mostrato  città deserte, piazze desolate,strade spettrali, scuole,università,cinema,musei, discoteche, fabbriche,uffici chiusi.Negozi,ristoranti e bar deserti. Farmacie e ferramenta svuotate delle “mascherine”, per altro inutili se non specifiche (FFP3) e se non usate correttamente. Alberghi con le prenotazioni annullate,il turismo a picco , l’isolamento internazionale perché gli italiani ritenuti portatori di contagio, la borsa che in un solo giorno perde 30 miliardi e le prime avvisaglie del collasso dell’intera economia nazionale, con maggiore incidenza nelle realtà contagiate di Lombardia e Veneto.

Messi di fronte ad uno sfascio economico-produttivo generalizzato, per niente richiesto dalla mappatura della diffusione del virus, nel giro di 24 ore il virus, partito dalla Cina ed  esploso in Italia, è diventato una “influenza” come le altre, “ semplicemente” più contagiosa ma non letale.Si è cominciato a dare notizia delle guarigioni intervenute, a limitare i “tamponi” ai portatori di sintomi riconducibili al virus e non più a chiunque, in assenza di sintomi rivelatori, avesse il sospetto di essere stato contagiato. Nei salotti televisivi la parola è passata dai virologi agli psicologi, ai filosofi, ai sociologi,ai vertici del pensiero scientifico per tranquillizzare e rimuovere la paura. Annullate in RAI trasmissioni annunciate sul virus e la parola d’ordine è diventata  sgonfiare il panico,tornare alla normalità.Non sarà facile ma non è la quarantena volontaria la risposta al virus.Lasciamo che il servizio sanitario nazionale faccia la sua parte d’intesa con le regioni, consegnando il problema a medici, ricercatori e laboratori.Lasciamo da parte l’inadeguatezza degli ospedali del sud, Calabria in primis, rispetto agli ospedali del nord. Nessuna informazione è stata data al riguardo mentre circolava voce che, dai camici bianchi alle mascherine, la disponibilità era insufficiente. Ci restano le chiacchiere da ballatoio, le maratone televisive per fare audience e imbottirle di pubblicità, le immagini cioè di una informazione  irresponsabile e sbracata, sciatta, culturalmente sprovveduta, incapace di cogliere le conseguenze di un allarme sociale fomentato pur di essere competitivi nel fornire un flusso maggiore di cronache e testimonianze. Il resto lo hanno fatto i social ma “questa è un’altra storia”.Per non dire di quei politici che hanno cercato di lucrare qualche vantaggio elettorale dalla paura che si è impadronita del Paese.