PUPI E PUPARI: IL VOTO CALABRESE OSTAGGIO DI QUEL 44%……

PUPI E PUPARI:IL VOTO CALABRESE OSTAGGIO DI QUEL 44 %…

L’aveva detto Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega dopo Salvini, plenipotenziario di governo ed esecutore degli intrighi orditi da Calderoli ai danni delle popolazioni  del sud, che “la Calabria non interessa a nessuno”. Nemmeno ai calabresi, è il caso di aggiungere, dopo che  anche in questa consultazione elettorale,come nel 2014, 6 calabresi su 10 non hanno votato.

Nella più benevola delle ipotesi debbono aver ritenuto che il loro voto- a destra o a sinistra- non avrebbe cambiato le cose. Oppure si deve pensare che una comunicazione politica,tutta affidata ai social, li ha esclusi da ogni coinvolgimento ma ipotizzare che in Calabria si sia passati da un analfabetismo “storico”ed irrisolto ad una alfabetizzazione digitale, per cui  l’informazione ai “ceti subalterni” arriva via facebook o whatsapp sul telefonino, è una astrazione fuori dalla realtà.

Come che sia,però, non può essere un alibi per chi è rimasto a casa. In democrazia,una volta aperte le urne, bisogna accettare il risultato.Questa è la regola. Partecipare al voto è un diritto, una facoltà se si vuole ma non un obbligo.Personalmente non costa nulla NON  andare a votare, nemmeno la cancellazione dalle liste elettorali, che sarebbe il minimo visto che votare-  chiunque sia a beneficiarne- è un’assunzione di responsabilità. Se a questa responsabilità il cittadino rinuncia non si vede perché conservargli un diritto che non esercita e che ha come conseguenza la distorsione del meccanismo elettorale e della scelta della rappresentanza politica. Ma queste sono divagazioni che non incidono.

Né qui si vuole sostenere una regressione al diritto di voto per censo o grado di alfabetizzazione ma ,semplicemente,andrebbe verificata la consapevolezza del diritto di cui si gode e delle responsabilità che implica. Detto questo e concordando con Wiston Churcill che la democrazia è piena di difetti ma non si è inventato un sistema migliore, vediamo come sono andati i numeri in Calabria nel voto di domenica.

Gli aventi diritti al voto, su una popolazione di poco meno di 2 milioni, sono stati quantificati in 1 milione e ottocentomila cittadini.Ha votato il 44% di questo milione e 800 mila,ovvero 793 mila elettori.Il 55,3% ha votato centrodestra e Santelli,il 30% per Callipo e il centrosinistra, il rimanente va alle altre liste.Il tutto fa il 44% del corpo elettorale.La Santelli dunque va a governare con  circa 436 mila consensi ottenuti.Legittimamente s’intende.

L’interrogativo che sorge spontaneo riguarda la composizione di quel minoritario 44 per cento che decide anche per il rimanente 56% e per i minorenni che non votano.

E’ legittimo pensare che quel 44% è composto da tutto ciò che ruota intorno alla politica e a chi la rappresenta ( casta e filiazioni ai vari livelli) e che dalla politica può trarre diretti vantaggi, economici, professionali, di carriera e quel “traffico di influenze” che la cronaca giudiziaria ci rivela quotidianamente. Se poi dovesse trovare conferma  l’affermazione del procuratore Gratteri che la mafia orienta il 20 per cento del corpo elettorale, la conclusione da trarre è ineludibile. Ma volendo prescindere dall’allarme lanciato da Gratteri, si determina comunque un blocco sociale che elegge al suo interno, di volta in volta, la rappresentanza nelle istituzioni di governo.Questo spiega perchè, sia pure alternandosi o facendosi sostituire, combattendosi e trasmigrando da uno schieramento all’altro, sono sempre gli stessi o la loro discendenza diretta e indiretta a sedere in consiglio regionale.E’ pur vero che dalle urne fuoriescono cadaveri elettorali ma si sbaglia a pensare che  escono di scena perché non bisogna mai dimenticare che sulla scena politica si muovono i “pupi” e non si vedono i “pupari” che operano dietro le quinte.

Tutto questo fa scandalo? No assolutamente ma spiega perché il cambiamento, ipocritamente evocato anche da chi di fatto lo contrasta, è ancora una volta un obiettivo mancato.Pippo Callipo,addirittura,puntava ad una “rivoluzione dolce”, all’insegna della legalità,della trasparenza e della competenza.Gli hanno detto si in 240 mila circa e Callipo ne ha preso atto augurando buon lavoro a Jole Santelli e dichiarando che farà opposizione. Resta la domanda se la rivoluzione dolce Callipo potesse farla con lo stesso PD che aveva governato per 5 anni la Regione con Oliverio riducendola nelle condizioni in cui versa tuttora.

La conclusione amara di questa consultazione elettorale è l’astensionismo che ormai si va cronicizzando. Al  netto della “casta”, dei “poteri forti”, della “politica politicante”, dell’incidenza della mafia,delle lobby all’assalto della spesa pubblica, sono i calabresi rimasti a guardare il disonore politico di questa consultazione elettorale.”La Calabria non interessa a nessuno”-è vero- meno che mai ai calabresi.