IL POTERE CHE SERVE PER CAMBIARE O PER FALLIRE

 

IL POTERE CHE SERVE PER CAMBIARE O PER FALLIRE

(  PIPPO CALLIPO )

Da questo logoramento sono esenti Pippo Callipo e Francesco Aiello candidati alla presidenza della giunta.Aiello , che ha avuto l’investitura di misura dalla piattaforma Rousseau, è al suo debutto politico  e deve fare i conti col malessere politico che attraversa il M5Stelle e che rende fluido il voto della base elettorale sia in Emilia che in Calabria.

Pippo Callipo è una personalità la cui immagine ha forma prismatica nel senso che è imprenditore di successo,ha ricoperto la carica di presidente di Assindustria Calabria, ha introdotto la distinzione fra imprenditori e “prenditori” dei finanziamenti pubblici , ha bollato la burocrazia come “la mafia con la penna”, ha sempre manifestato un alto senso civico e nei confronti delle istituzioni e chi le rappresenta ha sempre invocato legalità e trasparenza come elementi ineludibili e connotativi.Con la politica ha avuto contatti dialettici nel senso che non si sottrae al confronto a tutto campo ma senza contaminazioni che portino all’appartenenza.Nel 2010 partecipò alle regionali con la lista “Io resto in Calabria”, un monito a chi abbandonava il campo ed una esortazione ai giovani a restare per cambiare le cose e mettere al bando padrini e padroni in nome della libertà, dell’uguaglianza e della democrazia.C’erano anche i radicali con lui nel 2010  a sostenere la sua candidatura, pienamente convinti della sua onestà morale e intellettuale e del suo spirito libertario.

Pippo Callipo, candidandosi alla presidenza della giunta regionale, ha di che perdere e non da guadagnare, almeno nel senso di migliorare il suo status. Con le sue aziende sta sul mercato con successo,le sue maestranze beneficiano economicamente degli obiettivi raggiunti, potrebbe godersi la vita viaggiando per il mondo o continuando a coltivare la passione sportiva che ha dato vita a una squadra affermatasi a livello nazionale.

Semmai Callipo rischia di giocarsi il prestigio e la stima di cui gode perché da lui ci si attende un’azione di governo che vada nel concreto nella direzione della legalità,della trasparenza,dell’imprenditoria sana, della burocrazia sterilizzata dal malaffare e dalla corruzione, dall’affermarsi del merito e del talento come metodo di selezione e, soprattutto,nella direzione di dare un futuro ai giovani che sono rimasti e che, con lui presidente, si fidano e” restano in Calabria”. Callipo non ha in mente carriere politiche ed ha già fatto sapere che non avrà deleghe perché saranno gli assessori ad avere i compiti esecutivi. Lui si propone di essere il manager di una squadra di governo e di una tecnostruttura regionale che deve ritrovare  l’orgoglio dell’onestà, della professionalità, della competenza, dell’indipendenza dalle lobby che assediano le stanze del potere e dei risultati prodotti. Ci sarà anche l’esercizio del potere ma non quello che logora chi non ce l’ha ma quel potere legittimo di cui deve disporre chi vuole cambiare in meglio, con equità e lungimiranza, la vita di una comunità.Se i calabresi conferiranno a Pippo Callipo questo potere avremo il potere che si misura con gli obiettivi dichiarati e,non raggiungendoli, col suo fallimento.