PAOLINI:NIENTE CONFUSIONE SUI RESPONSABILI DEL DISSESTO

PAOLINI:NIENTE CONFUSIONE SUI RESPONSABILI DEL DISSESTO

Succede sempre così.Quando sulla nave ci si rende conto del naufragio in atto  e partono  i tre segnali di allarme c’è chi pensa a donne e bambini, chi si lascia prendere dal panico e chi pensa a se stesso e sgomita, calpestando gli altri, per raggiungere la scialuppa di salvataggio.

Fuor di metafora questa “Piattaforma sul default”,che già nella definizione rivela il suo provincialismo politico,  tenta di chiamarsi fuori dal dissesto pronunciato dalla Corte dei Conti, andando alla ricerca di capri espiatori in una sommaria sentenza di auto-condanna.

Si tratta di esponenti di maggioranze variabili del passato,che hanno votato i bilanci del pre-dissesto e che ora si propongono come interpreti del sentimento della Città e chiedono scusa a nome di quanti,negli ultimi trentanni, hanno ricoperto ruoli politici e amministrativi nel palazzo comunale.

Si può comprendere la preoccupazione della Piattaforma di dover rispondere delle responsabilità di suoi esponenti nel dissesto ma non può ricorrere a manipolazioni e stravolgimenti nella ricostruzione del debito richiamandosi a numeri degli anni 80.

Va da sé che la “continuità amministrativa” prevede che,nel succedersi delle amministrazioni elette,i debiti dell’amministrazione uscente passano in carico all’amministrazione che subentra ma non per questo perdono la “paternità”.Un fatto è farsi carico di debiti già esistenti e cosa ben diversa è produrre altri debiti che vanno a cumularsi a quelli ereditati.

Fatta questa premessa,per il ruolo che ho avuto nelle amministrazioni guidate da Giacomo Mancini, non penso,insieme agli altri consiglieri comunali di quel periodo,di avere responsabilità di cui chiedere scusa alla Città alla cui intelligenza va portato rispetto.

Il dissesto,che sarà facile ricostruire nel suo formarsi, ha nomi e cognomi e l’aspirante sindaco della Piattaforma ha una conoscenza diretta dei ruoli ricoperti, direttamente o indirettamente,dai tenutari del potere della sua vecchia “ditta”.

E’ comprensibile la ricerca di una nuova verginità politica per prendere le distanze da chi ha disamministrato e portato al dissesto ma non si può essere alternativi al proprio passato,recente e meno recente.

Chiediamo noi, consiglieri comunali di un passato che non va confuso, scusa alla Città per non aver contrastato con successo chi ha portato al dissesto ma chi ha buona memoria sa che ci abbiamo provato.