TOTI E FONTANA CONTRO I POLITICI MERIDIONALI

TOTI E FONTANA CONTRO I POLITICI MERIDIONALI

Per il SUD l’Europa ha concesso aiuti per 84 miliardi e ad oggi ne sono stati utilizzati appena 8oo milioni. Così Attilio Fontana, governatore della Lombardia, intervistato alla Festa Nazionale della Lega Nord, trasmessa da  CAMTELE3  -canale 114. L’affermazione è a corredo del giudizio che l’arretratezza del Sud è figlia dell’inadeguatezza e dell’incapacità delle sue classi dirigenti.A fargli da spalla  giovanni Toti ,governatore della Liguria.Può darsi che abbiano ragione loro, nel senso che è largamente risaputo che la selezione delle classi dirigenti nel sud avviene con criteri che non premiano la competenza, le capacità, il merito ma a monte della bassa qualità del personale politico meridionale ci sono le risorse sottratte al sud a beneficio del nord e la concentrazione degli investimenti statali nelle realtà produttivamente più ricche.

Una vecchia regola seguita da tutti i governi e cioè investire dove già si produce ricchezza e competizione senza avventurarsi in quell’altra Italia condannata a vivere di  assistenzialismo diffuso, pensioni di invalidità, di risarcimenti per calamità naturali, assunzioni di  forestali e mafie incombenti.Può darsi.Tutte le multinazionali del crimine,infatti,mafia,ndrangheta,camorra e corona unita hanno origine, “cupole” e quartieri generali nel sud.Al nord si sono impiantate le succursali del crimine mafioso che, a quanto pare, a stare alle cronache,non trovano grande resistenza a livello politico e imprenditoriale.

Ci può stare tutto ma non si può occultare che al sud vengono sottratte risorse che andrebbero destinate  proprio allo sviluppo e all’adeguamento infrastrutturale rispetto al nord.Meno risorse,meno investimenti,meno ferrovie,meno strade, meno ospedali,meno scuole, meno aiuti alle imprese,insufficiente contrasto alla criminalità finiscono per giustificare l’arretratezza e la povertà del sud cui va associata l’inadeguatezza delle sue classi dirigenti e la loro subalternità alle oligarchie e  ai centri di potere nazionali.

Si cominci a restituire al sud  quanto gli è stato sottratto in 10 anni con l’imbroglio  di marca leghista (il solito Calderoli) della “spesa storica “, cioè le risorse distribuite non  riconoscendo  pari diritti ai cittadini del nord e del sud ma sulla base delle disparità esistenti. Semplificando-come  va documentando “ Il Quotidiano del Sud” – se un comune del nord  ha realizzato 5 asili nido gli vengono finanziati , se un comune del sud ne è sprovvisto non riceve nulla. E’ solo un esempio, una discriminazione assurda che trova spiegazione in quel differenziale nord-sud per cui il 66 per cento della popolazione del centro-nord riceve e utilizza il 72 per cento della spesa pubblica mentre il sud, con una popolazione del 34 per cento,riceve il 28 per cento della spesa pubblica. Sei punti percentuali che significano circa 62 miliardi sottratti annualmente al sud, una ruberia di Stato che si trascina dal 2009 in attesa dei fabbisogni standard e dei livelli essenziali di prestazione (LEP) che debbono valere in ugual modo per i cittadini del nord e per i cittadini del sud.

Non contenti di quanto rubato fino ad oggi, Veneto e Lombardia vorrebbero andare oltre  con l’autonomia differenziata,cioè le regioni fatte ricche con gli investimenti  e gli aiuti dello Stato intendono destinare il gettito fiscale della ricchezza prodotta ai propri territori  sottraendolo alla disponibilità dello Stato che lo utilizza sostenendo le regioni e i territori economicamente più deboli e svantaggiati. Ecco perché l’autonomia differenziata altro non è che la secessione delle regioni ricche a danno di quelle povere declinata con la disonestà politica e morale  di chi nella politica riversa pulsioni  xenofobe, egoismi e i tornaconti  di carriera e di potere che nulla hanno a che fare con i principi fondativi  di uguaglianza,  di equità, di coesione sociale della nostra Costituzione.