AUTONOMIA NUOVE DIVISIONI

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Autonomia, nuove divisioniAUTONOMIA NUOVE DIVISIONI

“Sull’autonomia invece di andare avanti si torna indietro”. Così fonti Lega durante il vertice sull’ autonomia differenziata a Palazzo Chigi alla presenza del premier Conte, dei vice e di altri esponenti del governo, tra cui i ministri Danilo Toninelli e Giulia Grillo. “I Cinque Stelle condannano il sud all’arretratezza” fanno sapere dalla Lega.

Immediata la replica pentastellata: “Si va avanti, ma nessuno spezzatino della scuola. Non lo permetteremo” dicono all’AdnKronos qualificate fonti M5S, presenti al tavolo, replicando così alla denuncia di un brusco rallentamento sulla riforma delle autonomie.

Al vertice “la Lega ha proposto di inserire le gabbie salariali, ovvero alzare gli stipendi al Nord e abbassarli al Centro-Sud, una cosa che per il M5S è totalmente inaccettabile” aggiungono le fonti 5S. “Una simile proposta – si sottolinea – spaccherebbe il Paese e la consideriamo discriminatoria e classista”, perché inoltre “impedirebbe ai giovani di emanciparsi, alle famiglie di mandarli a studiare in altre università, diventerà difficile e costoso anche prendere un solo treno da Roma a Milano”.

“Tra l’altro è già stata in vigore in passato con pessimi risultati e giustamente venne abolita nel ’72. Reintrodurla significa riportare l’Italia indietro di mezzo secolo. Follia pura”, concludono dal partito di Di Maio. Intanto l’incontro è stato sospeso per consentire ai ministri presenti di poter partecipare al voto in Senato sul taglio dei parlamentar. Ma, da quanto si apprende da fonti di governo, è difficile che il vertice riprenda in queste ore, dopo lo scontro tra Lega e M5S sul testo.

STEFANI – “Il vertice purtroppo non ha avuto esito positivo”, ma l’autonomia differenziata “è nel contratto di governo, se qualcuno ha cambiato idea lo si dica e non si vada ulteriormente avanti” dice la ministra agli Affari regionali, Erika Stefani. “Noi chiediamo di dare un riscontro a quelle che sono richieste motivate e supportate, in particolare per quanto riguarda Lombardia e Veneto, da un fortissimo referendum. Io chiedo al M5S se ritenga che il referendum a questo punto non valga più nulla”.

“Se in materia di istruzione mi si nega la possibilità che una Regione, con risorse proprie, possa fare un’offerta formativa migliore e il motivo ostativo è che nelle altre Regioni non si possa fare, allora mi si nega completamente il principio base dell’autonomia – dice Stefani – . Autonomia prevista nel contratto di governo”.

“Quel che vogliamo fare – aggiunge – è una valorizzazione e responsabilizzazione del territorio. Se il meccanismo proposto alimenta l’inefficienza e non vuole dare alcuna premialità, allora siamo su piani completamente diversi”.

“Non c’è nessuna gabbia salariale, sono strumenti previsti che esistono già nel nostro ordinamento. Si tratta di incentivi previsti dalla contrattazione integrativa, per incentivare la permanenza e la continuità formativa” dice ancora la ministra agli Affari Regionali. Si tratta, spiega replicando ai 5 Stelle, di una “problematica che viene sollevata da alcune Regioni” per fronteggiare la “carenza d’organico dovuta alla richiesta di riavvicinarsi a casa. Tra uno che lavora vicino casa e uno che deve munirsi di un appartamento a Milano è ovvio che c’è una differenza”.

LEZZI – “Sì, loro chiedono le gabbie salariali, una cosa che porterebbe indietro di 50 anni” dice invece il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, arrivando a Palazzo Chigi per il Cdm, dopo la nuova fumata nera al vertice sull’autonomia. “Siamo noi – aggiunge – che vogliamo sapere se la Lega ha cambiato idea. C’era un accordo sul fondo di perequazione ma il testo ancora non lo abbiamo visto, chiedete a loro”.