SANITA’- SE I MANAGER NON SONO CALABRESI…

nella foto il commissario Cotticelli

SANITA’- SE I MANAGER NON SONO CALABRESI…

Al di là delle altre vicende che scuotono il governo e la maggioranza politica che lo sostiene,Lega e 5Stelle, il decreto solennemente emanato a Reggio Calabria dal consiglio dei ministri per risanare la sanità calabrese, a detta della ministra Grillo ormai “incancrenita”, ha finito per essere una spina nel fianco del M5Stelle che l’ha voluto e nel fianco della Lega che l’ha subito, perché nel merito non la vedono allo stesso modo.Il problema creato dal decreto non è la nomina dei nuovi commissari con super-poteri, di cui uno ex-generale dei carabinieri.E nemmeno l’aumento di 790 mila eurodella spesa per compensi ai commissari come ha lamentato  il presidente Oliverio nell’audizione tenutasi alla Camera.

La mina vagante contenuta nel decreto è la nomina dei manager scelti fuori regione , sul presupposto che in Calabria non esistano , visti i risultati disastrosi conseguiti, figure manageriali cui affidare le sorti di aziende e ospedali. Valutazione che ha portato Oliverio a gridare che si tratta di “colonizzazione” prima ancora che usurpazione di competenze e prerogative che appartengono al governo regionale.

Quello che a Reggio non si è detto e che è venuto fuori , man mano che il decreto varato accendeva le polemiche, è che per il M5Stelle la scelta dei manager, non solo per la Calabria, non deve più essere attribuita ai governi regionali ma vanno individuati in un apposito albo nazionale che ne metta in evidenza curricula, competenze,risultati conseguiti.

Nelle intenzioni del M5Stelle l’obiettivo è di sottrarre alla politica le nomine dei manager perché l’esperienza fatta e le cronache hanno dimostrato che la scelta non era incardinata ai requisiti tecnico-professionali ma era orientata verso figure politicamente collegate, direttamente o indirettamente, alle forze politiche di governo. Una tesi non astratta se si considera quanto avvenuto in Lombardia con Formigoni, in Umbria con gli imbrogli Pd di Perugia, in Basilicata con Pittella PD indagato e messo fuori gioco e, infine, la Calabria con decreto ad hoc per le condizioni disastrose in cui versa il servizio sanitario.

Al di là di come andrà a finire con l’albo nazionale dei manager voluto dal M5Stelle, contro il quale si avanzano obiezioni di incostituzionalità, entrando nel merito dei manager esterni, cioè non residenti nelle regioni dove vengono inviati, il problema che bisogna porsi è se presentano requisiti convincenti e curricula all’altezza del compito che sono chiamati a svolgere.La colonizzazione non c’entra nulla , è provincialismo politico sostenere che la Calabria con le sue intelligenze e le sue professionalità viene umiliata ed estromessa da funzioni di auto-governo che le appartengono.

E’ una forzatura di comodo che fa Oliverio perché nessuno si è spinto a sostenere una tesi del genere ma si è cercato di dare una soluzione credibile a un problema che sta nei fatti. I manager scelti con criteri di vicinanza politica hanno prodotto i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.Le nomine le ha fatte Oliverio non i commissari nominati dal governo nazionale. Le passività create nei bilanci non sono mai state contestate, i risultati conseguiti non sono mai stati valutati e i danni prodotti sono stati acquisiti come se fosse nell’ordine delle cose.Nella storia dello sfascio della sanità calabrese,oltre alla famigerata “contabilità omerica”cioè non affidata a scritture contabili ma trasmessa oralmente, ci sono anche i “premi” riconosciuti anche a manager che avevano prodotto bilanci in passivo.

Ma perché Oliverio non spiega oggi con quali criteri sceglieva i manager che nominava ai vertici di ASP e ospedali anzicchè rendersi ridicolo con la “colonizzazione” della Calabria?Oliverio si presenti in conferenza stampa e, nome per nome, illustri risultati e obiettivi raggiunti dai manager da lui nominati. L’umiliazione la Calabria la subisce non per la nomina di manager provenienti da fuori regione ma per le condizioni in cui l’ha sprofondata un ceto politico inadeguato, incompetente,arrogante e senza scrupoli nel tutelare gli interessi di parte e di partito.Sulla  pelle ovvero sulla salute dei calabresi.