PRIMARIE PD- IN CALABRIA PRIMA TUTTI BERSANIANI  POI  RENZIANI  E ORA  ZINGARETTIANI…

PRIMARIE PD- IN CALABRIA PRIMA TUTTI BERSANIANI  POI  RENZIANI  E ORA  ZINGARETTIANI…

E’ andata molto meglio del previsto  con risultati che sconfessano le previsioni e i sondaggi della vigilia. Avevano messo l’asticella della dead line a 1 milione di partecipanti al voto e sono stati più di 1 milione e ottocentomila.Sempre le previsioni davano Zingaretti favorito su Martina e Giachetti ma mettevano in dubbio che potesse raggiungere il 50,1 dei consensi,per cui tutto sarebbe stato rimesso all’assemblea dei mille.Invece Zingaretti segna più del 70 per cento secondo gli ultimi dati.

Il pensiero va ai sondaggi che danno  Matteo Salvini al 31 per cento dei consensi se si votasse in questo momento. Se i sondaggi favorevoli a Salvini hanno la stessa attendibilità di quelli delle primarie PD vuol dire che il 26 maggio la partita del voto europeo è tutta da giocare.

Il risultato delle primarie PD ha colto di sorpresa i “tenutari” del PD che non prevedevano un 70 per cento di consensi a Zingaretti così come non prevedevano che la manifestazione di Milano mettesse insieme più di 200 mila persone, segno che permane lo scollamento  con il Paese reale e la società civile che ha dato di suo una risposta all’imbarbarimento della politica, ai rischi che corre la democrazia e alle pulsioni razziste che Salvini aizza  con la politica della paura.

Mentre Zingaretti dovrà ora mettersi subito al lavoro per avviare la fase del doporenzismo il Paese reale è già più avanti nel fare opposizione al governo Lega-5Stelle ed è mettendo insieme la manifestazione di Milano con le primarie del Pd che si può cogliere il segnale di un “risveglio democratico” che non era nelle previsioni degli addetti ai lavori.

Da qui il ragionevole ottimismo di chi vede nei due eventi la possibilità concreta di avviare un processo di ricomposizione della sinistra, inclusiva e larga il più possibile, rinnovata nella sua rappresentanza e in grado di affrontare il voto europeo  non più con le mani legate mentre Salvini “manganella” chi difende la democrazia e la Costituzione  con Di Maio che sta a guardare.

Si vedrà. Intanto Zingaretti dovrà azzerare tutto e partire da un dato certo circa lo stato del PD, a cominciare  dai 170 dipendenti e dalle finanze prosciugate e tutti i conti in rosso.Anche a moltiplicare 1 milione e 800mila votanti alle primarie per 2 euro a singolo contributo, non si va da nessuna parte.

Più confortante,invece, apprendere che per i capilista al parlamento europeo si fanno i nomi di Giuliano Pisapia, Massimo Cacciari, Ilaria Cucchi.Sapere poi che a consigliare Zingaretti c’è Goffredo Bettini , un pezzo della migliore  esperienza veltroniana, oggi europarlamentare e voce autorevole dell’intellettualità romana, lascia ben sperare.

Resta l’interrogativo cosa farà Renzi.La prima dichiarazione a caldo è stata il riconoscimento della vittoria di Zingaretti associandovi  polemicamente l’auspicio che si metta fine al “fuoco amico”.Renzi conserva il controllo dei gruppi parlamentari ma, salvo decidere di dare vita a un nuovo partito, non è più in condizioni di tenere in ostaggio il  PD.

Quanto alle primarie calabresi, orfane di discussioni,dibattiti e confronti, è stata la solita conta da tabulato. Mario Oliverio è stato il primo a congratularsi con Zingaretti con un vaniloquio in cui postula quale dovrà essere il futuro prossimo a venire del PD e le sue sorti progressive.  Un modo maldestro di furberia paesana, in effetti, per mettere il cappello sul risultato e sminuire l’apporto di Guccione e Censore cui,invece, viene riconosciuto di avere fatto un ottimo lavoro.

Al di là dei numeri la pur breve storia delle primarie PD ci dice che in Calabria la tradizione camaleontica è stata rispettata:prima tutti con Bersani, poi tutti con Renzi ed ora tutti con Zingaretti.Prima ritorsione registrata:Ernesto Magorno,già segretario regionale ed oggi senatore  di stretta osservanza renziana, ha scaricato Oliverio. Gli ha detto, molto sinteticamente, che ha esaurito la sua esperienza di governatore per il nulla che ha realizzato. Il che non gli facilita certo la possibile ricandidatura alle regionali di fine anno.Del resto a Zingaretti, in occasione della sua visita in Calabria, è stato spiegato molto bene qual è la situazione del partito in Calabria.E Oliverio e company non sono  la soluzione, sono il problema.