E’ ANCORA DRAGHI A SALVARCI DAL PRECIPIZIO……

E’ ANCORA DRAGHI A SALVARCI DAL PRECIPIZIO……

Chi dovesse pensare che lo spread stia scendendo sotto quota 300  per merito della cena consumata dal presidente Conte col presidente Ue Junker a Bruxelles deve essere almeno ingenuo se non sprovveduto. Che il premier Conte,per dato caratteriale e per scelta consapevole, abbia scelto  e accettato di essere il portavoce del governo “salvimaio” ritagliando per sé il ruolo di “avvocato del popolo”-che non vuol dire nulla se non una genuflessione al populismo- a Bruxelles lo hanno capito da tempo e soltanto il codice della diplomazia e del fair play gli consente di sedersi ai tavoli di una possibile trattativa.

A conti fatti hanno avuto più peso le affermazioni possibiliste di Salvini e Di Maio, su una possibile rettifica della manovra  per non impiccarsi “ai decimali”, che le assicurazioni fornite da Conte sulla riuscita della manovra.

La politica ha le sue leggi, le sue regole, le sue dinamiche e prendere decisioni di contrasto non porta bene , non porta lontano. Salvini e Di maio si sono dovuti convincere, probabilmente dietro spiegazione di Paolo Savona, che con questa manovra si va  “ a sbattere”, semplificazione populista del più aristocratico “default”.

La marcia indietro,dunque, è quanto mai necessaria ma senza perdere la faccia. Insomma un passo indietro sul 2,4% deficit-pil ma con fermezza sugli obiettivi da perseguire comunque per sconfiggere la povertà, la disoccupazione, la corruzione, la legge Fornero, le tasse opprimenti e , ovviamente, gli sbarchi di migranti invasori .

Siamo “il teatrino della politica “ , copiright Berlusconi, ripreso da giornali e telegiornali normalizzati che in qualche modo sostengono questo governo ma la sostanza dell’operazione “indietro dal precipizio” ha altri protagonisti. Innanzitutto il Quirinale che, notoriamente, avrebbe  l’ultima parola nell’eventualità di crisi di governo, scioglimento delle camere e nuove elezioni.Sergio Mattarella ha i suoi canali per parlare con Bruxelles e deve aver dato le sue assicurazioni, fornendo elementi concreti circa il contrasto alle dissennate previsioni di spesa e di deficit del governo pentastellato.

Ma chi deve aver dato garanzie più incisive e convincenti , in sintonia con Mattarella, è stato Mario Draghi, presidente BCE che già nel 2011 e col quantitave easing ci ha salvato dal precipizio del default patito dalla Grecia.

Ora Di Maio e Salvini debbono soltanto recitare la parte di chi è convinto del  contratto di governo e della riuscita del  programma corrispondente ma le dinamiche interne alla maggioranza portano a prefigurare nuovi scenari di quadro politico , avallati dai sondaggi che danno il M5Stelle al 25% (-7 punti) e la Lega al 36%  ( + del 50 %) dei consensi.

Probabilmente comincerà il gioco del cerino in mano fra Di Maio e Salvini ma è realistico ritenere che , se il governo cade, possibili maggioranze da costruire impediranno il voto anticipato. Anche perché, al netto  di delusioni e rancori per i compromessi raggiunti per far sopravvivere il governo, nelle new entry in parlamento non c’è alcuna voglia di tornare al voto per non tornare in parlamento.Sotto questo profilo conta lo “spread” fra  i 15 mila euro di indennità parlamentare di oggi e i salari di fame dei call center, i lavori occasionali, i negozi di parrucchiere, i mestieri a rischio, il precariato a tempo indeterminato. Longanesi , che la cultura populista non conosce, era solito dire , con la franchezza e la ruvidezza  dei suoi impietosi giudizi, che l’italiano si riconosce nella bandiera che porta scritto :”Tengo famiglia!”