CALLIPO SCEGLIE OCCHIUTO E GLI OLIGARCHI DEL PD……

CALLIPO SCEGLIE OCCHIUTO E GLI OLIGARCHI DEL PD……

Non deve avere riflettuto molto Gianluca Callipo,sindaco di Pizzo e presidente dell’ANCI, quando ha deciso di comunicare che lui, alle prossime regionali, sosterrà la candidatura di Mario Occhiuto, oggi sindaco di Cosenza e molto probabilmente candidato di Forza Italia per il centrodestra alla presidenza della giunta regionale.

Doveva prevedere che gli sarebbero piovute addosso contumelie di varia elaborazione, dal tradimento all’opportunismo,dall’ambizione alla convenienza,dall’onore politico al disonore. Le batterie dell’apparato PD hanno sparato a fuoco concentrico su quella che appena 4 anni fa era la speranza del cambiamento e del rinnovamento del PD.

Gianluca Callipo, contrapposto ad Oliverio nelle primarie del 2014 , conseguì il 40 per cento dei consensi battendosi a mani nude, contro le gerarchie e i feudatari del partito,sostenuto soltanto dalla sua giovane età,dalla voglia di cambiamento e dalla possibilità di liberare il partito da chi lo teneva in ostaggio e lo tiene tuttora a tutela delle proprie posizioni e delle proprie carriere.

A sostenere Oliverio contro Callipo c’era l’apparato di partito, gli oligarchi del vecchio PCI ed i notabili sopravvissuti della vecchia DC. Per la base del PD e per il suo elettorato era un’occasione da non sprecare per dare una svolta, liberarsi di notabili e oligarchi e,insieme a Callipo, schierare in campo una nuova generazione fresca di energie e di entusiasmo, con le mani pulite e tanta voglia di dare vita ad una politica nuova in sintonia con culture di governo adeguate ai tempi  e alle aspettative del corpo sociale. Gianluca Callipo e chi con lui si era battuto uscirono sconfitti dal confronto ma con un risultato che ,in termini politici, rappresentava il cambiamento possibile e consegnava al PD  una nuova configurazione della composizione del partito sia nella base che nei quadri intermedi.

 

Dirigenti seri e responsabili ne avrebbero dovuto tenere conto e valorizzare quel 40 per cento portatore di modernità,consapevolezza, cultura professionale e capacità di cogliere i fermenti della società.

Si è proceduto,invece, a isolare Callipo e chi con lui si era battuto alle primarie, svuotandone  i ruoli ricoperti e riducendoli a minoranza inoffensiva .Gianluca Callipo è tornato a fare il sindaco di Pizzo là dove un qualunque capotribù della Patagonia, al posto di Oliverio,gli avrebbe offerto un incarico di prestigio  per dare visibilità politica al quel 40 per cento di consensi e per onorare un risultato di cui non si poteva non tenere conto. Invece si diede vita ad una giunta di potere e di clientele che, arrancando, fra annunci e inadeguatezze, è arrivata ai giorni nostri.

Non tutti,però, ricorrono alle contumelie nel giudicare la scelta di Callipo.E’ il caso del vice-segretario provinciale del PD cosentino che,pur non condividendo la scelta di Callipo,ne comprende  le possibili ragioni che hanno determinato la scelta. Si chiama Alessandro Porco, ha 28 anni e insieme a Callipo  si è battuto alle primarie contro Oliverio. Condivide l’osservazione che quel 40 per cento di consensi non è stato tenuto in considerazione ma rimprovera a Callipo di non essersi battuto e di” aver rinunciato a trasformare quel 40 per cento in una alternativa politica credibile per ottenere la maggioranza nel partito”.

Diverso ovviamente il commento stizzoso di Oliverio e dei suoi ventriloqui costretti a prendere atto dell’incidenza politica della scelta di Callipo. Parole risentite e astiose , scontate e da ballatoio che non hanno nulla di politico come,invece, il giudizio di Alessandro Porco.Naturalmente sulla scelta di Callipo non poteva mancare il commento acido e altezzoso della signora Bruno Bossio di cui non sapremo mai di cosa si è occupata in tanti anni in parlamento e c on quali risultati. Più scontata e prevedibile la reazione di Ernesto Magorno,segretario regionale uscente e cane da guardia del renzismo in Calabria che, anche in questa occasione, si è dimostrato  politicamente più perspicace degli altri avendo realizzato che la scelta di Callipo non sarà senza conseguenze per il partito.

Un’ultima annotazione.Gianluca Callipo ,confermando la scelta di sostenere la candidatura di Occhiuto, ha affermato che non ha rinnegato né storia né appartenenza politica.Ha scelto Occhiuto per attitudini e capacità. Da sindaco,in pratica ,ha fatto la scelta rovesciata che hanno fatto gli sbandierati 200 sindaci che sostengono la ricandidatura di Oliverio. Una operazione fuori dal partito se non contro il il PD che delegittima gli organismi e le procedure previsti dallo statuto.Nessuno ha detto niente ed hanno trovato normale che,per esempio,il sindaco di Rende, Marcello Manna, certamente eletto da un cartello elettorale di centrodestra abbia firmato per la ricandidatura di Oliverio. Come dire che mentre la scelta di Manna a favore di Oliverio è politicamente corretta e legittima  quella di Callipo in favore di Occhiuto è tradimento. Come nei vecchi processi stalinisti.

Realisticamente si può ritenere che Callipo, molto probabilmente, a fronte dell’imposizione della ricandidatura di Oliverio architettata per baypassare il PD, ha dovuto prendere atto che, nonostante la batosta elettorale del 4 marzo, non è cambiato nulla. Satrapi e feudatari del partito sono rimasti al loro posto e sulle macerie della disfatta elettorale si apprestano a difendere ruoli , posizioni e carriere. MA questa volta non ci potrà essere un altro 40 per cento per il cambiamento perché quelli che potevano interpretarlo,come Callipo, sono stati “strozzati”  sul nascere.