DA PARTITO DEL “WAFFA” A PARTITO DI GOVERNO…..

DA PARTITO DEL  “WAFFA” A PARTITO DI GOVERNO…..

Non se l’aspettavano nemmeno loro un successo dei 5Stelle così ampio ma è certamente legittima l’esaltazione per il risultato conseguito.Non hanno attraversato il deserto, perché già nel 2013,col 25 per cento, si era piazzato al primo posto. Umiliò Bersani nello storico streaming ma dissero no ad ogni offerta di governo e di responsabilità per non contaminarsi. Cinque anni dopo la strategia è cambiata,da partito del “waffa” si punta a partito di governo con tanto di squadra dei ministri,bandiera italiana e bandiera europea ben visibili.Non ci sono elementi sufficienti per sostenere che,alla fine,il M5Stelle riuscirà a fare un governo.La strada è tutta in salita e,molto probabilmente,ci potrà provare dopo un tentativo del centrodestra visto che i numeri danno la percentuale più alta alla coalizione di Berlusconi,Salvini e Meloni.Prima del governo bisognerà eleggere i presidenti di Camera e Senato e non sarà facile. Il gioco del pallottoliere non  dà,al momento soluzioni possibili. Se Berlusconi non dà via libera a Salvini diventa tutto più complicato e rischioso.Comunque vada il  tragitto verso un governo possibile, lo scenario politico è  mutato e non di poco.Il crollo del PD implica  il ritorno ad uno schema bipolare in cui sono il centrodestra e il M5Stelle a confrontarsi e a competere.Matteo Renzi avrà tutto il tempo per riflettere e autoassolversi ma sul campo lascia al PD un misero 18 percento a fronte del 40 delle elezioni europee e del 40 per cento del referendum costituzionale,per la parte che può rivendicare il PD. Che si dimetta o meno,subito o a governo insediato, il crollo gli appartiene tutto al netto dei sabotaggi che dice di aver subito dall’interno del partito. Ci vorrrà molto tempo e molto impegno per risorgere dalle macerie.Molti  voti andati ai 5Stelle provengono da elettori PD e moltissimi altri dalla rabbia e dall’indignazione di cittadini che hanno voluto punire la partitocrazia delle ruberie e dei privilegi.Questo non significa che il M5Stelle non abbia una forza d’urto tutta sua, costruita sugli obiettivi che vanno dalla guerra ai privilegi al reddito di cittadinanza.Anche chi è consapevole che  le promesse fatte da Di Maio non hanno la necessaria copertura finanziaria ha voluto premiare gli obiettivi dichiarati, sia pure virtuali, punendo contemporaneamente i partiti del sistema, screditati,inaffidabili,incapaci e responsabili delle condizioni in cui versa il Paese.Non sono bastati i miglioramenti rilevati dall’Istat  in economia e nelle politiche del lavoro  per merito dei governi di centrosinistra ad allontanare rabbia e risentimento né potevano bastare. Il resto lo hanno fatto i governatori PD nelle regioni del sud, Calabria in primis. Questo spiega perché il M5Stelle dilaga ed esonda  nelle regioni del sud ed esprime percentuali irrilevanti nel centro-nord dominato dal  centrodestra e dalla Lega di Salvini.E’ spiegabile che abbia sfondato nelle regioni “sotto soglia di povertà” e con una rappresentanza politica che si ingozza di privilegi, vitalizi e spesa pubblica dirottata alle clientele dove il reddito di cittadinanza promesso non può che affascinare realtà con una disoccupazione giovanile oltre il 50 per cento.I 5Stelle ci hanno saputo fare,hanno saputo cogliere rabbia e delusioni e offrire soluzioni. Raccogliere la rabbia e farsene interprete  può riuscire e dare i suoi frutti elettorali.Altra cosa è governare i problemi e le possibilità concreta di darvi soluzione.E non per mancanza di volontà ma perché tutte le democrazie ci insegnano che non si governa senza conoscenza,esperienza e competenza di chi prende il timone in mano.Una cultura di governo è necessaria  e ineludibile e il M5Stelle non ha avuto il tempo per darsela.Fra il waffa e la guida di un Paese c’è un percorso di maturazione  e di esperienza sul campo che non si può improvvisare, nemmeno ingaggiando volenterosi professori universitari e specialisti di settore.Governare con la politica è altra cosa.Lo sa bene la Casaleggio Associati che, consapevole dei problemi sul tavolo,cerca realisticamente tutor e partner, palesi o occulti, all’altezza della situazione,da affiancare eventualmente a Di Maio e alla sua squadra, se il “waffa” grillino li porterà a Palazzo Chigi.