NIENTE COMIZI….INCONTRI AL CHIUSO…CON PUBBLICO ADDOMESTICATO…
Passerà alla storia come la campagna elettorale politicamente,civilmente e culturalmente, più miserabile che la Repubblica abbia dovuto subire.Passi la legge elettorale che non è quella di cui avevamo bisogno ma, a suo modo, ha risolto le incongruenze sollevate dalla Corte costituzionale e soddisfatto la richiesta del Quirinale di rendere omogenee le modalità di elezione di Camera e Senato. Il peggio è venuto subito dopo quando si è dovuto mettere mano alle candidature ed è qui che sono cominciati gli arrembaggi,le risse, i ricatti e le ghigliottine.Hanno fatto tutto le segreterie nazionali nelle persone dei rispettivi leader, a conferma che la democrazia si è incardinata ad una oligarchia che sceglie e decide per tutti. I partiti non esistono più e nessuno ne sente la mancanza per quello sono diventati.Non più corpi intermedi fra la società e le istituzioni,non più scuola di formazione di una classe di governo, non più espressione di un progetto di società ancorato a una scala di valori che ne costituiscono l’identità e la missione.Quel che rimane dei partiti è un mix di burocrazia e di regolamenti per la vita interna da un punto di vista formale mentre il potere decisionale rimane nelle mani della leadership e del gruppo che intorno alla leadership si è aggregato.Vale per il PD e Matteo Renzi, vale per Berlusconi e Forza Italia,per Salvini e Lega Nord e via di seguito. La dissoluzione dei partiti ha prodotto soltanto bande di potere, a destra come a sinistra, e il problema non è soltanto italiano.Può darsi che la globalizzazione economica ha finito per globalizzare anche la crisi dei partiti tradizionali,certo è che è pura millanteria confondere i voti che un partito prende con il consenso alle sue scelte e alle sue iniziative.Fermo l’alto tasso di astensionismo, ormai strutturale, si va a votare anche per cercare di contenere il danno e favorire il meno peggio ma è molto improbabile che nel voto ci sia anche il senso di una appartenenza. E se i partiti non ci sono più, se si sono progressivamente screditati con la rappresentanza squalificata che hanno portato in parlamento, se si sono schierati a difesa di privilegi che offendono il senso comune dell’equità e della giusta misura, come si comporteranno gli elettori il 4 marzo? Già i sondaggi dicono che non vincerà nessuno e che,se un governo sarà possibile,avrà vita breve e tormentata. Chiusi nelle loro trincee a difendere quel che rimane del loro potere non hanno più la consistenza e il seguito sufficiente per governare.Cercheranno di sopravvivere ammucchiandosi in una grande coalizione ma più per salvare i privilegi acquisiti che per non lasciare il Paese senza guida e senza obiettivi.Ecco perché è una campagna elettorale truccata dove l’elettore non può scegliere nulla se non il simbolo per cui votare.I nomi li hanno decisi altri.I comizi erano già spariti, sopravanzati da TV e internet, per cui non rimane che il porta a porta per chi lo fa mentre gli incontri al chiuso con un pubblico addomesticato, composto per di più da clientes e da truppe cammellate connesse al potere che si esercita, segnano la fine della politica e il solco profondo che separa il corpo sociale dalla casta politica.Usciremo dalle urne più malridotti di prima e sarà paglia da ardere per le formazioni politiche neofasciste che giocano la loro partita sulla paura,sulla rabbia e sulla indignazione di un Paese che ha cessato da tempo di riconoscersi nella sua rappresentanza politica.Nessuno si chiami fuori se ci siamo ridotti così.