QUELLA ZONA GRIGIA DOVE MALAPOLITICA…MALAIMPRENDITORIA…MALABUROCRAZIA E MALAFFARE SI INCONTRANO……..

imgresQUELLA ZONA GRIGIA DOVE MALAPOLITICA…MALAIMPRENDITORIA…MALABUROCRAZIA E MALAFFARE SI INCONTRANO……..

Il primo a illustrarne l’esistenza e le modalità operative è stato l’attuale procuratore della Repubblica di Roma,Pignatone, in un convegno all’UNICAL al tempo in cui era procuratore a Reggio.Si parlava di lotta alla mafia e dei risultati ottenuti con operazioni a largo raggio che mettevano in evidenza l’influenza della mafia sulla politica e sull’economia unitamente al controllo del territorio esercitato dalle famiglie mafiose. C’è una “zona grigia”-avvertiva Pignatone-dove si incontrano le componenti che generano e producono ruberie e corruzione, mettendo le mani sulla spesa pubblica,sugli appalti, i fondi europei, i lavori pubblici, la gestione dei servizi,scardinando con l’intimidazione e la violenza i meccanismi del mercato, taglieggiando le imprese sane e produttive. La tesi di fondo è che la malapolitica da sola,senza la connivenza della malaburocrazia e della malaimprenditoria non potrebbe delinquere con la facilità che le cronache quotidiane e le inchieste giudiziarie mettono in evidenza. C’è dunque una “zona grigia”,rappresentata soprattutto dalla burocrazia della pubblica amministrazione, dove la malapolitica,la mala imprenditoria e il malaffare dell’anti-Stato trovano le connivenze e le compiacenze necessarie per trarre illeciti vantaggi e illeciti arricchimenti piegando leggi e procedure agli obiettivi da raggiungere. E’ detta zona “grigia” perché chi vi opera agisce “border line”,lungo il confine sottilissimo che separa la legalità dall’illegalità o ricorre “all’errore materiale” per mascherare la propria connivenza.L’abilità criminale sta tutta nell’aggirare la legge non nel violarla,perché violarla presenterebbe rischi troppo alti.Accettare un attestato antimafia che si sa essere falso o manipolato non implica che,se scoperto,può essere addebitato a chi lo ha acquisito. Ma anche la burocrazia da sola non potrebbe produrre il volume di corruzione-circa 70 miliardi- che penalizza il nostro Paese,primo in Europa per ampiezza del fenomeno.Nella zona grigia operano titolari delle libere professioni, rappresentanti delle categorie sociali, rappresentanti delle istituzioni, servitori dello Stato infedeli.Svolgono ruoli felpati,senza apparire ma influenzando le decisioni.Dietro di loro c’è il vero destinatario del beneficio illegale o dell’illecito vantaggio che saprà essere riconoscente per il lavoro svolto.Riteniamo,insomma,che Pignatone, illustrando il ruolo della zona grigia, volesse ammonire a non guardare, di fronte all’emergere di un reato politico-amministrativo , al beneficiario finale -che può essere diretta o indiretta espressione della mafia- ma di fare attenzione a chi ,nel proprio ruolo o posizione, nei passaggi intermedi delle procedure,ha favorito o consentito il crimine commesso.La zona grigia ,dunque.Apprendiamo ora che il MEF (Ministero Economia e Finanza), a seguito di una ispezione relativa agli emolumenti corrisposti al personale regionale nel periodo 2008-2012, ha inviato una relazione alla Corte dei Conti nella quale si argomenta che nel periodo ispezionato sono stati erogati emolumenti non dovuti per decine e decine di milioni di euro riferiti ad avanzamenti di carriera,indennità di carica, premi di produttività e voci accessorie.Ora non si vuole qui sostenere che gli emolumenti non dovuti nascondano o rimandano a connivenze illegali con chi questi emolumenti ha deciso di erogare.Ma siccome siamo in piena “zona grigia” ci si aspetterebbe una rigorosa ricognizione da parte della Corte dei Conti che, ,verosimilmente,porti al recupero forzato delle somme illegittimamente percepite e alle sanzioni di legge nei confronti di chi,erogandole, ha determinato il “danno erariale”.Sarebbe un segnale di forte impatto etico-politico e concorrerebbe a scoraggiare la tentazione a delinquere della zona grigia che –nella tesi di Pignatone- è il ventre molle del sistema che partorisce crimine , corruzione e malaffare. Se nel ragionamento teniamo conto quanto hanno scritto sul Corriere della Sera GianAntonio Stella e Sergio Rizzo, autori de “La casta”,fornendo il dato che “i consiglieri regionali inquisiti hanno superato quota 500,oltre la metà del totale”,il cerchio si chiude e si arriva al vecchio adagio che una mano lava l’altra e tutte e due…..