SCISSIONE PD ? L’HA VOLUTA D’ALEMA…….

d'alemaSCISSIONE PD ? L’HA VOLUTA D’ALEMA…….

Le parole testuali pronunciate da Matteo Renzi sulla scissione del PD sono queste:”Un disegno scritto,ideato e diretto da Massimo D’Alema”.Che negli ambienti politici questa interpretazione della scissione circolasse e fosse unanimemente condivisa era risaputo.Anche Achille Occhetto,il segretario del PCI che alla Bolognina siglò fra le lacrime la trasmutazione in PDS ,in una intervista ha fatto riferimento ad un “serial killer della politica” che anche oggi va considerato come l’animatore della scissione.Il nome Occhetto non lo fa ma ritiene molto facile dedurlo.Staino vignettista storico,oggi direttore de L’Unità, conoscitore profondo della storia del PCI,non ha avuto difficoltà ad affermare,senza diplomazie,che  dietro la scissione del PD c’è il solito D’Alema che-secondo Staino-ha sempre fatto fuori politicamente i segretari che non erano d’accordo con lui. E anche i 101 franchi tiratori che silurarono Romano Prodi nel segreto dell’urna,sbarrandogli la strada per il Quirinale, vengono ricondotti  da Staino a D’Alema e alle sue manovre.Oggi è la volta di Matteo Renzi,reo di aver voluto la rottamazione politica di D’Alema, a pagare pegno.Ma Renzi non sembra preoccupato, anche per i sondaggi che danno per ora agli scissionisti un 3 per cento di consensi, e rilancia sfidando D’Alema a presentarsi e a confrontarsi alle primarie per la segreteria nazionale.D’Alema risponde che non intende “alimentare una ossessione” ma,al di là delle schermaglie che segnano comunque il livello dello scontro,non è soltanto D’Alema ad avere come bersaglio privilegiato Matteo Renzi.Uno dei candidati alla segreteria,Michele Emiliano, si rivolge a tutti coloro che vogliono la fine del “renzismo” e ,anche se non voteranno PD, vengono sollecitati a partecipare alle primarie per sconfiggere Renzi. Mai la selezione di un leader si era spinta a questi livelli di aggressione e violenza politica.Renzi avrà le sue colpe e le sue responsabilità per aver contribuito alla crisi del PD e alla sua scissione ma non può essere indicato come il male assoluto né si comprende perché lo scontro fra posizioni contrapposte non poteva svolgersi all’interno del PD con le regole dello statuto.Perchè-osservano i peones bersaniani- il partito è in mano a Renzi,lo controlla e lo orienta a suo piacimento.Così’ non può essere se è vero che senza Franceschini,Martina,Orfini,Orlando e “i giovani turchi” Renzi non avrebbe la maggioranza nel PD. Appare del tutto evidente,di conseguenza,che gli scissionisti hanno dovuto realisticamente prendere atto che erano minoranza nel partito e che con Renzi non potevano dettare condizioni.In ballo c’erano le liste elettorali, con i capilista blindati e le candidature multiple.Agli scissionisti sarebbe stata riconosciuta e garantita una limitata rappresentanza nelle liste rispondente agli equilibri interni. Evidentemente molti sarebbero rimasti a casa,per una questione di numeri. Se dunque, è D’Alema ad avere “scritto,ideato e diretto” la scissione puntando oltre la soglia di sbarramento del 3 per cento, rimane da vedere chi saranno i privilegiati che riusciranno a tornare in parlamento. Al momento i parlamentari che hanno lasciato il PD,fra Camera e Senato, sono circa 40.Pochi per fare la guerra a Renzi e molti per contendersi il ritorno in parlamento.Emiliano e Orlando,candidati alla segreteria,vengono dati entrambi al 20 per cento dei consensi.Il 60 per cento andrebbe a Renzi.E questo spiega tutto.