SCISSIONE A FREDDO NEL PD MA NON E’ DRAMMA……..

bersani-dalema-2-755x515SCISSIONE A FREDDO NEL PD MA NON E’ DRAMMA……..

Qualcosa all’ultimo non ha funzionato e l’annunciata scissione avrà più rilevanza per il ripensamento di Emiliano che non per la “fuoriuscita” di Bersani e D’Alema, con un seguito tutto da definire e quantificare.Qualcosa si capirà con la formazione dei gruppi parlamentari alla Camera e al Senato che avverrà in tempi strettissimi.Le incognite aumentano man mano che si definiscono meglio tutte le incertezze per chi decide di lasciare il PD.C’è un soggetto politico (“cosa rossa”)tutto da definire e che al momento,fa notare Emiliano,non ha né un nome,né una sede né un progetto.L’inno di “bandiera rossa”, riesumato all’assemblea della minoranza,piuttosto che sollevare ondate emotive a favore della scissione, ha innescato una ondata di dubbi sulla tentazione di un ritorno al passato.Bersani e D’Alema saranno pure un  pezzo di storia della sinistra storica e post-comunista ma per le stesse ragioni  appaiono inadeguati a rappresentare, a sinistra, il “nuovo” che dovrebbe soppiantare il PD di Matteo Renzi orientato ad aumentare i consensi al centro. In attesa degli sviluppi che seguiranno alla scissione, ampia o circoscritta si vedrà, si può comunque prendere atto che, rispetto alle scissioni storiche della sinistra da Livorno in poi, non c’è stato dramma e non ci sono state lacrime.Non che fossero necessarie ma l’assenza generalizzata di commozione denuncia che valori e sentimenti sono al minimo.Anche Matteo Renzi che se ne va in California suona come uno sberleffo ai fuoriusciti.Per certo il ripensamento di Emiliano è un assist ai renziani che confidano in altri significativi ripensamenti pur se l’annuncio della candidatura di Emiliano alla segreteria qualche problema lo creerà, non solo per la personalità forte del governatore pugliese ma anche per l’affidamento che Emiliano fa,alle primarie “aperte” ,sui voti degli scissionisti che, al pari di ogni altro cittadino,potranno esprimersi.Se,dunque, i pronostici accreditano una vittoria di Renzi col 70% dei consensi, la candidatura di Emiliano abbasserà questa percentuale e avrà un significato politico da tenere presente.Ci sarà,forse,anche la candidatura di Andrea Orlando a significare che la scalata di Renzi alla segreteria non è in solitaria.Sul ripensamento di Emiliano qualcuno ricama accordi segreti con Renzi  ma,anche ad averne conferma, rientrerebbero nella prassi e nelle regole.Si discute delle ragioni dichiarate che avrebbero portato alla scissione ma, a sentire cosa sta accadendo nella base del PD e nelle periferie, debbono risultare poco convincenti.Al netto dei limiti caratteriali e della spavalderia di Matteo Renzi, il problema cosa debba intendersi per “sinistra” nel terzo millennio è quesito controverso di politologi,sociologi ed economisti. Il mondo del lavoro con le sue dinamiche è cambiato e non poco e la globalizzazione dei mercati ha prodotto sconvolgimenti difficili da affrontare con le categorie politiche del passato.E’ tutto da vedere se Matteo Renzi è in grado di dare vita ad una sinistra moderna, all’altezza dei cambiamenti sociali,delle nuove povertà e di un welfare che non può essere concepito e modellato su assetti sociali che non esistono più e che deve restare separato dal sistema pensionistico dove,oggi, c’è grande commistione fra trattamento pensionistico in senso tecnico e assistenza sociale che è cosa ben diversa.Se a Matteo Renzi non è venuto in mente,per conto del PD, di ripensare il ruolo della sinistra alla luce delle nuove dinamiche sociali ed economiche, non risulta che questa possibilità sia stata negata a Bersani,a D’Alema e ai loro seguaci scissionisti.Se questa esigenza è maturata dopo che Renzi, disarcionato dalla guida del governo grazie anche al fuoco amico nel voto referendario, ha inteso farsi rilegittimare attraverso primarie e congresso,è discutibile ma va rispettata. C’è solo da verificare cosa ne verrà fuori ma di entusiasmo ce n’è poco in giro.