IL REPORT DI OLIVERIO: UN FLOP E UNA PRESA PER I FONDELLI…

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Annunciato più volte come “il momento della verità”,l’incontro pubblico tenuto da Oliverio per dare conto del suo operato di governo in oltre due anni,non ha trovato l’ascolto e la considerazione che il presidente della giunta regionale auspicava.Intanto la location e il contesto antropologico,politicamente inteso,dei partecipanti e degli invitati,in larghissima e prevalente parte supporters di Oliverio e  della maggioranza politica che lo sostiene.Non mancava ,ovviamente,il sottobosco politico che ruota sempre intorno a chi governa,a prescindere dal colore politico. L’atmosfera mancava di un minimo di solennità che,quando non è stimolata dai protagonisti,gli addetti ai lavori dovrebbero essere in grado di simularla.L’organizzazione,invece,era palesemente  calibrata a metà fra il comizio in piazza e un congresso di partito.Quanto ai contenuti del report di Oliverio, non è necessario essergli ostile per rilevarne l’inconsistenza e la vaporosità.Una conferma che Oliverio continua a confondere le intenzioni e la chiacchiera con i risultati effettivamente conseguiti e il merito che se ne può rivendicare.Persino quella “rivoluzione” effettutata nell’apparato burocratico,millantata da Oliverio e dal suo vice Viscomi,alla luce dei numeri forniti, ha interessato il 47 per cento dell’organico dirigenziale mentre il rimanente 53 per cento è rimasto,inamovibile, in quelle  postazioni dove anche Oliverio era convinto fosse il ventre molle dei  governi che hanno preceduto il suo.Come accade sempre,Oliverio ha scaricato sul precedente governo,quello di Scopelliti, la responsabilità delle condizioni disastrose ha trovato  la Calabria che,anche a essere vero,Oliverio si era impegnato ad affrontare con forte determinazione.Dei disastri dei governi precedenti si era impegnato a rendere pubblici i nomi dei responsabili che avevano aperto profonde voragini debitorie nei bilanci di gestione o che,comunque,avevano amministrato disinvoltamente lungo il sottilissimo confine fra legalità e illegalità. La trasparenza OIiverio l’ha rivendicata,invece, in riferimento al report che presentava a Catanzaro non in riferimento alla situazione disastrosa che afferma di avere ereditato.E se dopo gli arresti di Calabria Verde sono venuti gli arresti di Calabria Etica,vuol dire che la magistratura è arrivata senza aspettare che fosse Oliverio  a sollecitarne la competenza.Quanto ai dati strutturali della nostra economia e delle emergenze che ne segnano il quotidiano  andamento, indicatori economici alla mano,Oliverio non ha potuto fornire alcun dato di progresso e di rilancio.Nell’agenda politica di due anni di governo di Oliverio non c’è una sola iniziativa per quanto riguarda il lavoro e questo spiega la posizione critica dei sindacati che denunciano,sull’argomento,due anni sprecati. La lotta alla povertà, cinica prateria aperta alle scorrerie clientelari, si arricchisce delle sconcertanti vicende di Calabria etica di cui ,evidentemente,Oliverio era o era tenuto all’oscuro.Bisogna ora aspettare i frutti del Patto per la Calabria, salutato con eccessivo entusiasmo quando Matteo Renzi cercava benemerenze elettorali in Calabria,ma al momento Oliverio può offrire soltanto giustificazioni.Dopo  oltre due anni  il trasporto pubblico rimane quello che è,la gestione dei rifiuti attende la realizzazione di impianti e discariche,del lavoro abbiamo detto,del turismo nemmeno a parlarne.Soltanto la sanità fa registrare un impegno ossessivo di Oliverio per scalzare i commissari e avere il controllo della spesa sanitaria.Non ha fatto e non si è occupato d’altro, sin dal primo giorno che si è insediato alla guida della Regione,al di là delle chiacchiere e del report che non ha impressionato nessuno.

Ha perso considerazione anche all’interno del PD e del suo gruppo in consiglio regionale.Gli restano coloro che insieme a lui godono dei privilegi del potere, i cortigiani che fanno da tappezzeria al suo presidenzialismo e gli imbonitori di regime,interni ai media o ai palazzi della politica ,che si danno da fare con sprezzo del ridicolo.Ecco come il capogruppo PD in consiglio regionale,Sebi Romeo, commenta la manifestazione organizzata per il report di Oliverio:”L’imponente(!) partecipazione alla presentazione del report premia la inedita(!) scelta di un presidente che,per la prima volta nella storia del regionalismo calabrese (!) decide di rendere conto della propria azione. Non abbiamo assistito ad annunci sentito  o slogan ma ad una elencazione  di fatti che richiamano una idea di amministrazione unitaria della Calabria,in una visione strategica di futuro (!).In particolare,i tanti progetti o le tante idee divenute realtà (!),in settori fondamentali quali quello delle infrastrutture,delle grandi opere sbloccate,dei trasporti,dei rifiuti e della utilizzazione dei fondi comunitari,rivelano la netta svolta(!) che il governo Oliverio,in soli(!) due anni,è riuscito ad imprimere alla nostra regione.Adesso si apre una fase nuova(!) nella quale la sinergia fra le categorie sociali e produttive,il consiglio regionale e il presidente Oliverio,potrà sviluppare ulteriori azioni in favore delle fasce sociali più deboli,delle giovani generazioni e delle imprese”.Dovendo escludere che si tratti di una inconsapevole presa per i fondelli ai danni di Oliverio,si può concludere che la cultura  di governo di ascendenza bolscevica è viva e lotta insieme a Mario Oliverio.