OSPEDALI DA INCUBO: PER LA MINISTRA E’ OLIVERIO RESPONSABILE…

OSPEDALI DA INCUBO: PER LA MINISTRA E’ OLIVERIO RESPONSABILE…

A sentire la ministra della Sanità, intervistata dall’inviato de “Le Jene”,trasmissione di inchiesta  che va in onda su ItaliaUno, c’è di che rimanere senza parole. A parte le condizioni igienico-sanitarie in cui versano alcuni ospedali, il dato più allarmante è la totale disorganizzazione dei servizi, l’assenza della necessaria manutenzione, servizi appaltati all’esterno con costi stratosferici, apparecchiature costosissime che non funzionano e liste di attesa inaccettabili. Per avere una idea di come funziona la sanità in Calabria relativamente a chi eroga le prestazioni, a chi deve controllare la relativa spesa, è sufficiente considerare la situazione che presenta l’ASP di Reggio.Un dato per tutti, a prescindere-si fa per dire- di doppie fatturazioni, spese non documentate e omissione di ogni controllo sulla spesa.l’ASP di Reggio non presenta bilanci dal 2013.Si vede che siamo ancora alla “tradizione orale ”(detta anche “omerica”) venuta fuori quando a governare la regione c’era Agazio Loiero, a significare che la spesa sanitaria non veniva rendicontata ma affidata ad una comunicazione ufficiosa e frammentata.

Nell’inchiesta de “Le Jene” un esperto di sanità con responsabilità di vertice, dopo essersi dichiarato sbalordito dall’assenza di bilanci dal 2013, spiega che là dove opera lui, in Emilia( ma sempre Italia è), se dovesse omettere di presentare il bilancio della spesa sanitaria entro i termini prescritti, decadrebbe immediatamente dall’incarico salvo a rispondere eventualmente di responsabilità  rilevanti sotto il profilo penale.In Calabria l’ASP di Reggio non presenta bilanci dal 2013 e nessuno ha avuto niente da ridire, contestare, chiamare a rispondere.

Ma per avere un’idea di come è messa la sanità in Calabria “Le Jene” offrono un confronto fra Reggio e Milano quanto a posti letto e relativo costo complessivo. A Reggio, a fronte di 400 e più posti letto corrisponde una spesa annuale di 800 milioni di euro mentre a Milano il complesso ospedaliero con oltre 900 posti letto ha un costo complessivo di 400 milioni circa. La domanda che viene spontanea e che è stata posta alla ministra grillina è:” Come vengono spesi questi 8oo milioni ?” A dire il vero la domanda viene posta in termini più espliciti  e naif (“Chi si frega i soldi ?) ma non è questione eleganza terminologica poiché è del tutto evidente che negli 800 milioni ci sarà di tutto e di più.

Messa di fronte alle risultanze dell’inchiesta de “Le Jene” la ministra reagisce con grande imbarazzo e,incredula, annuncia che investirà anche gli altri ministeri della situazione calabrese, compreso il ministro dell’Interno.

Quanto alle responsabilità per la ministra del “governo del cambiamento”il solo responsabile è il presidente della giunta regionale,Mario Oliverio, che avrebbe dovuto espletare tutti i controlli che competono alla Regione sulla correttezza e sulla trasparenza della spesa sanitaria.Questi controlli non ci sono stati e Oliverio non è mai intervenuto in proposito né sugli uffici né sui dirigenti del dipartimento nè sui commissari.

Il presidente Oliverio, intercettato da “Le Jene” in quel di San Giovanni in Fiore, dove ha obbligo di dimora, si è rifiutato in malo modo di rispondere alle domande del giornalista salvo, a bagarre scoppiata sui media, rilasciare una dichiarazione con la quale  scarica sui commissari di nomina governativa la responsabilità dei mancati controlli, in quanto titolari della politica sanitaria. La ministra,però, insiste nel ritenere di competenza degli uffici regionali,dipendenti da Oliverio, l’obbligo dei controlli da effettuare.

L’inchiesta adombra esplicitamente l’ipotesi che la ‘ndrangheta,intesa come criminalità organizzata, esercita la sua influenza sul servizio sanitario calabrese e sulla relativa spesa.

Ce n’è quanto basta per chiedersi com’è che tutto questo viene a galla oggi, atteso che si tratta di situazioni incancrenite e già denunciate nel recente passato. Atteso che si tratta di profili di legalità e non di efficienza o di organizzazione dei servizi, ci saremmo aspettati una qualche iniziativa da parte della magistratura o dalla DDA ,guidata da Gratteri, che certamente non resterà indifferente ora alle rivelazioni dell’ inchiesta de “Le Jene”.Si vede che nessuno ha denunciato nulla, da Oliverio ai dirigenti regionali, ai commissari governativi ,ai superpagati consulenti di Oliverio. Lo sconcerto non è per quanto è venuto fuori ma per il silenzio  che ha coperto quanto ogni giorno si è consumato e si consuma sulla pelle e sulla salute dei calabresi  nelle strutture della rete ospedaliera.Ora che i “tombini” sono saltati e la melma dilaga possibile che nessuno venga chiamato a risponderne? Oliverio non avrà vigilato ma è l’apparato regionale di dirigenti e funzionari che avrebbe dovuto tenere la spesa sanitaria sotto controllo mentre apprendiamo che decine e decine di milioni di euro sono stati versati alle regioni del nord,Lombardia in primis, per ricoveri di pazienti non calabresi o per prestazioni non dovute o inappropriate.Nessuno controllava.