RASSEGNA STAMPA – NELLA LEGA MONTA IL DISSENSO VERSO SALVINI… SI FA AVANTI SPERONI, BOSSIANO DELLA PRIMA ORA, CHE METTE IN EVIDENZA LA PERDITA DI CONSENSI E LA POSSIBILITA’ COL CONGRESSO DI UNA NUOVA LEADERSHIP…

Francesco Moscatelli per la Stampa – Estratti

«Per me ciò che conta è che la Lega ritrovi il consenso perduto. Che Salvini faccia un passo di lato, per quanto mi riguarda, è indifferente. Se servisse potrebbe anche essere.

Io guardo ai risultati. E i risultati di oggi sono decisamente deludenti».

Francesco Speroni da Busto Arsizio, 77 anni di cui trentotto con la tessera del partito in tasca, è uno degli “highlander” della Lega: ministro per le Riforme istituzionali, quattro volte eurodeputato, capogruppo al Senato. Ma pure “primo ministro della Padania” e “ambasciatore del Parlamento del Nord”.

Altri tempi. Anche se lui alla cravatta continua a preferire il bolo texano e il suo indirizzo mail è rimasto nordsempre@libero.it. Dice la sua su tutto, ad esempio definisce il ministro Giancarlo Giorgetti «il colesterolo buono», nel senso che lo considera troppo democristiano, ma soprattutto resta fedele all’Alberto da Giussano. Per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, però, ha appena scritto un libro, Il volo padano, con Marco Linari.

Umberto Bossi dice che vuole «rimettere a posto la Lega». Cosa ne pensa?

«I risultati dimostrano che c’è qualcosa che non va. Che Bossi possa dare una mano è sicuro. Ha già creato il Comitato Nord. Se ha in mente altre iniziative bisogna aspettare.

Qualunque cosa utile a recuperare il consenso è opportuna. Se viene da Bossi meglio».

Lei è stato fra i primi ad aderire al Comitato Nord…

«Il Comitato è stato uno stimolo su un tema chiave come l’Autonomia e mi sembra che per ora abbia portato qualche risultato come l’approvazione del Ddl Calderoli al Senato. Vigileremo che non ci siano ostacoli alla Camera».

La riforma dell’Autonomia firmata da Roberto Calderoli placherà la rivolta del Nord?

«È un buon compromesso. Io rimango secessionista, e per un secessionista l’autonomia è molto poco. Però so anche essere realista e con meno del 10% dei voti in Parlamento non è che si possa fare di più».

Salvini pensa troppo al ponte sullo Stretto, come dice qualcuno?

«La Lega, le percentuali raggiunte da Salvini nel 2019, non le ha mai avute con nessun altro. Poi, però, è iniziata la discesa. Un po’ come successo a Renzi o ai Cinque Stelle.

Ora bisogna recuperare il consenso perduto».

Il Veneto è in subbuglio per il mancato terzo mandato a Luca Zaia. Da «lumbard» teme che la Liga Veneta vada per la sua strada?

«Chi si è staccato dalla Lega non ha mai avuto successo. Uno dei grandi meriti di Umberto Bossi è stato quello di coagulare tutte le anime sparpagliate che guardavano al federalismo».

Salvini ha parlato di un congresso nazionale dopo le Europee. Ci sarà uno sfidante?

«Di persone valide ce ne sono, anche se non sono molte. È difficile trovare qualcuno che abbia le capacità – e la voglia – di sobbarcarsi un impegno come quello di guidare la Lega. Non so se Massimiliano Fedriga, tanto per citare uno dei nomi che girano, deciderà di candidarsi».