RASSEGNA STAMPA – GRAN DA FARE PER ELLY SCHLEIN FRA PARTITO, “OPPOSIZIONE” ED EUROPEE…

Niccolò Carratelli per “la Stampa” – Estratti

Ha iniziato la settimana a Strasburgo, la chiuderà tra Alghero e Olbia. Elly Schlein deve presidiare e tenere insieme campi da gioco diversi. Le elezioni europee, regionali e amministrative. Le candidature, a cominciare dalla sua, le alleanze a sinistra, il dialogo con le altre forze di opposizione. E sullo sfondo il duello televisivo con Giorgia Meloni da organizzare. La segretaria Pd, pressata da tutte le parti, predica calma. Ad esempio, sulla sua corsa in Europa non ha intenzione di sciogliere a breve la riserva. Non prima di aver completato il quadro delle liste dem, ha spiegato ai suoi collaboratori: prima deve venire la squadra. Lei, nel caso, si inserirà per ultima e non per forza come capolista. Una mossa che rivela l’intento di non personalizzare, di non accentrare subito su di sé tutta l’attenzione politica e mediatica. Del resto, se ha deciso di candidarsi, come molti nel partito sono pronti a scommettere, non lo ha confidato nemmeno ai suoi fedelissimi. Anche per questo, al Nazareno si sta lavorando a sfoltire l’elenco dei pretendenti a un posto in lista, un dossier affidato alla coppia Igor Taruffi-Marta Bonafoni. Non un’impresa semplice, considerando che Schlein, incontrandoli a Strasburgo, ha già assicurato la ricandidatura agli eurodeputati uscenti (quasi tutti) e che alcune delle caselle disponibili verranno assegnate a esponenti della società civile, pescati fuori dal Pd. «Siamo ancora in alto mare», giurava ieri il deputato Alessandro Zan, dato come possibile candidato nella circoscrizione Nord-Est. Altrettanto laboriosa è la costruzione delle alleanze di centrosinistra nei territori, dal Piemonte a Firenze, dove il rischio di presentarsi al voto divisi resta alto. A Torino, per dire, dopo un paio di incontri tra le delegazioni di Pd e Movimento 5 stelle a gennaio, la trattativa non si è sbloccata e nemmeno si è arrivati a discutere del nome dell’eventuale candidato comune. Mentre dove ne hanno trovato uno, come in Abruzzo e in Sardegna, le campagne elettorali restano rigorosamente separate. Sull’isola, ad esempio, Schlein arriva oggi pomeriggio, per un primo appuntamento ad Alghero, poi altre tappe, tra cui quella di Olbia domani. Tutte per sostenere la corsa di Alessandra Todde, ex viceministra M5s, una delle esponenti 5 stelle più apprezzate nel Pd. Ma questo non è sufficiente a condividere un palco, anche un solo piccolo comizio, con Giuseppe Conte. Il presidente del Movimento, infatti, è atteso in Sardegna la prossima settimana: un tour di tre giorni, da giovedì a sabato, sempre a braccetto con Todde. Un copione già visto in tutti i più recenti appuntamenti elettorali: agende da equilibristi pur di non incontrarsi mai. A parte l’ormai mitico aperitivo di Campobasso, che, peraltro, non aveva portato benissimo alle Regionali in Molise. Va detto che è soprattutto Conte a rifuggire un palco congiunto, che mal si concilierebbe con il suo continuo gioco a distinguersi rispetto al Pd. A maggior ragione mentre Schlein porta avanti una strategia di polarizzazione della sfida tra lei e Meloni, che taglia fuori il leader 5 stelle. Al Nazareno puntano forte sul confronto tv tra la segretaria e la premier. Cercano di creare l’attesa per l’evento, tanto che ogni singolo contatto con lo staff di Meloni viene puntualmente riferito alle agenzie di stampa (mentre da Palazzo Chigi nessuno dice niente). Ieri è stata fatta filtrare la notizia di una nuova telefonata, in cui è stata «confermata la volontà di fare il duello» e si è fissato un appuntamento in presenza la prossima settimana per approfondire le questioni tecniche del dibattito. Si vedranno a pranzo Flavio Alivernini, portavoce di Schlein, e Giovanna Ianniello, storica portavoce di Meloni, ora coordinatrice della comunicazione istituzionale della premier. C’è da decidere il quando: probabilmente a fine marzo, poco prima che scatti la tagliola della par condicio a complicare le cose (60 giorni prima delle elezioni del 9 giugno). Poi il dove (…)