RASSEGNA STAMPA – Nessun attrito fra Marina Berlusconi e la Meloni…

PRIMA CHE I MUGUGNI E LE CHIACCHIERE DEGENERASSERO IN GUERRA APERTA ECCO LA SMENTITA CHE FRA LA FIGLIA DI BERLUSCONI E LA MELONI NON C’È ALCUN ATTRITO O RISENTIMENTO. TUTTO RIDOTTO A UNA FIGLIA CHE DIFENDE LA MEMORIA DEL PADRE E IL CAPO DEL GOVERNO CHE SI LIMITA A RILEVARE CHE CHI HA SCRITTO LA LETTERA A “IL GIORNALE” NON È UN SOGGETTO POLITICO. COME DIRE CHE È LO SFOGO DI UNA FIGLIA SENZA RILEVANZA POLITICA. MA IN FORZA ITALIA NON LA PENSANO TUTTI COSÌ.

GOVERNO: MARINA BERLUSCONI, MASSIMO RISPETTO E STIMA PER MELONI

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Milano, 21 lug – Marina Berlusconi interviene sulle polemiche che hanno fatto seguito alla sua lettera al Giornale relativa al padre, Silvio, per confermare la sua massima stima a Giorgia Meloni, presidente del consiglio. «In questi giorni gli organi di informazione hanno ampiamente parlato della mia lettera inviata al Giornale, la cui unica motivazione era quella di denunciare, “innanzitutto come figlia”, la persecuzione giudiziaria subita da mio padre e il tentativo di operare su di lui una vera e propria “damnatio memoriae”». Così Marina Berlusconi in una nota. «Alcuni media però hanno voluto vedere dietro questa lettera intenzioni che non ho mai avuto, così come mi hanno incomprensibilmente attribuito reazioni che non ho mai provato di fronte a commenti del presidente Giorgia Meloni, per la quale nutro il massimo rispetto e la massima stima. Così stanno le cose. Tutto il resto sono strumentalizzazioni fuori dalla realtà», aggiunge la presidente di Fininvest.

“LEI NON È IN POLITICA” L’USCITA DELLA PREMIER IRRITA MARINA BERLUSCONI

Estratto dell’articolo di E.LA. per “la Repubblica”

Diventano un caso le dichiarazioni di Giorgia Meloni su Marina Berlusconi. La figlia del fondatore di Forza Italia sarebbe irritata per le frasi pronunciate dalla premier a Palermo, nel giorno delle celebrazioni per la ricorrenza della strage di via D’Amelio: «Non è un soggetto politico», ha risposto Meloni a chi le chiedeva degli attacchi a magistratura e stampa che, con una lettera al Giornale , la presidente di Fininvest aveva fatto con riferimento alle indagini della Procura di Firenze sulle stragi del ’92 e del ’93. Un modo forse per liberarsi dal pressing su Palazzo Chigi conseguente alle parole di Nordio sull’abolizione del concorso esterno in associazione mafiosa, in vista anche di una riforma della giustizia attorno alla quale Fratelli d’Italia intende confrontarsi con l’Anm. O un messaggio alla stessa Forza Italia, che su alcuni temi – come l’abuso d’ufficio – ha fatto asse con Nordio. Fatto sta che la sortita di Meloni ha rianimato il dibattito interno a Fi: Dagospia parla di “indignazione” di Marina. Tesi che fonti di primo piano del partito confermano, anche se il segretario Antonio Tajani, che mercoledì aveva già minimizzato (“Ciò di cui parla Meloni è un fatto oggettivo”) nega una reazione negativa da parte di Marina Berlusconi. Fatto sta che nel governo e in una Forza Italia che solo sabato scorso ha avviato il suo percorso congressuale (proprio con l’elezione di Tajani al vertice) sta facendo discutere. E non poco. La lettera di Marina Berlusconi, con lo sdegno per l’azione dei pm di Firenze, arriva nello stesso giorno di un’intervista al Corriere in cui Tajani smorzava i toni contro la magistratura, negando che ci fosse un’iniziativa di partito per mandare un’ispezione alla Procura di Firenze che indaga sui presunti rapporti tra Berlusconi e la mafia. Un corto circuito? Possibile che il segretario di FI non sapesse dell’uscita di Marina Berlusconi, che pure ne avrebbe benedetto la leadership due giorni prima? Interrogativi che hanno a che fare pure con la volontà della figlia dell’ex premier di continuare a sostenere la sua creatura politica, all’interno della coalizione di Giorgia Meloni. La famiglia Berlusconi è nei fatti creditrice per quasi cento milioni nei confronti del partito. Secondo alcuni boatos, l’uscita della premier non rafforzerebbe la volontà di Marina di sostenere FI e puntare ancora sulla creatura politica del padre. Ma ufficialmente non c’è riscontro. […]