RASSEGNA STAMPA – Salvini e gli evasori fiscali…

IL LEADER DELLA LEGA E VICE-PREMIER È ALLA DISPERATA RICERCA DI CONSENSI IN VISTA DELLE PROSSIME ELEZIONI EUROPEE. NON PASSA GIORNO CHE NON CERCHI DI DIFFERENZIARSI DALLA MELONI E, DA CONSUMATO IMBONITORE DI MERCATINI RIONALI, NON HA ESITATO A SPENDERSI, DA MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, IL PONTE SULLO STRETTO SENZA CHE VI SIA UN SOLO EURO STANZIATO PER LA REALIZZAZIONE. GLI RIMANE L’ALTA VELOCITÀ DA SPENDERE MA DEVE FARE I CONTI CON LO SCIOPERO PARTECIPATISSIMO PER LE CONDIZIONI IN CUI VERSANO IL TRASPORTO AEREO E QUELLO FERROVIARIO. ORA CI PROVA CON IL CONDONO FISCALE MENTRE IL GOVERNO DICHIARA DI VOLERE METTERE MANO ALL’EVASIONE FISCALE. PER SALVINI ANDREBBERO BENEFICIATI I CONTRIBUENTI FINO A 30 MILA EURO DI TASSE NON PAGATE. SI TRATTEREBBE DI RINUNCIARE, DA PARTE DELLO STATO, A OLTRE MILLE MILIARDI E, SE DOVESSE ACCADERE, BEFFARSI DELLA MAGGIORANZA DEI CITTADINI CHE LE TASSE LE PAGANO PERCHÉ NE DIPENDONO I SERVIZI PRIMARI, COME OSPEDALI, SCUOLE E STRADE, CHE LO STATO DEVE GARANTIRE ALLA COLLETTIVITÀ.

1 – CONDONO, STOP DI FDI E MEF “SALVINI STA SBAGLIANDO NON CI SONO LE CONDIZIONI”

Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “la Stampa”

Per capire come è stata presa, all’interno del governo, la proposta di Matteo Salvini di «una grande e definitiva pace fiscale» per le cartelle sotto i 30mila euro, è forse sufficiente sapere che gli alleati di Fratelli d’Italia e di Forza Italia la definiscono «un condono». Usano, insomma, lo stesso termine che le opposizioni […] Difficile trovare modo più chiaro per far capire all’alleato leghista che la sua idea, «in questo momento, non è proprio nelle nostre corde». Non c’è la volontà di aprire un nuovo fronte con Salvini […] il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: […] vuole prima valutare gli effetti della precedente pace fiscale, i cui termini scadranno il 30 settembre. I primi dati disponibili arriveranno a metà ottobre e quindi, se Salvini ne sarà ancora convinto, potrà riproporre la sua idea nella futura legge di bilancio. […] In ogni caso – assicurano fonti di FdI – la proposta di Salvini non entrerà nella riforma del Fisco, che è già stata approvata alla Camera ed è da oggi all’esame del Senato. L’obiettivo è chiudere la partita prima della pausa estiva, per mettere in carreggiata i decreti attuativi a settembre e rendere le nuove misure operative a partire dal prossimo gennaio. Modificare adesso il testo per andare incontro alle richieste del leader della Lega costringerebbe invece la maggioranza a ripartire dal via […] Anche dentro Forza Italia si vive con scarso entusiasmo la proposta del segretario del Carroccio: «Non è stata concordata […] Si è lavorato un mese a questa riforma con il viceministro Leo e con i relatori, uno della Lega e uno nostro, di Forza Italia, e l’argomento “pace fiscale” non è mai uscito». E ad ogni modo, per gli azzurri, «non si può intervenire come vuole Salvini, tagliando indiscriminatamente le cartelle sotto i 30 mila euro. Quando si fanno queste operazioni si deve stingere il cerchio il più possibile, altrimenti si lascia un buco enorme nei conti pubblici». […]

2 – DEBITI CON L’ERARIO, SOTTO LA SOGLIA DEI 30 MILA EURO 15 MILIONI DI ITALIANI

Estratto dell’articolo di Mario Sensini per il “Corriere della Sera”

Sono circa quindici milioni gli italiani con un debito fiscale fino a 30 mila euro, i «tartassati» cui pensa il leader della Lega, Matteo Salvini, evocando un nuovo condono fiscale. Sono una grande massa, circa il 97% dei contribuenti che hanno pendenze con l’erario, anche se la maggior parte dell’evasione accertata viene da quel 3% con i debiti più elevati. La platea è molto ampia, ma è difficile dire quanti possano trovare appetibile una nuova sanatoria. A quelle che si sono succedute fino all’anno scorso, in ogni caso, non ha creduto quasi nessuno. La prima rottamazione, quella del 2016, era rivolta a 1,5 milioni di contribuenti e doveva portare in cassa 17,7 miliardi, ma ne sono entrati 8,2. Da quella del 2017, che riguardava 800 mila cittadini, dovevano arrivare 8,5 miliardi, e ne sono stati incassati 3. Quella del 2018, rivolta a 1,4 milioni di contribuenti, puntava a un incasso di 26,3 miliardi, ma ne sono arrivati 8,6. La versione 2023 ha riscosso molto più interesse, anche se l’esito non è scontato. La rottamazione «quater» era più conveniente, permettendo di spalmare le rate del debito su un arco di tempo più lungo, e soprattutto consentiva la sanatoria delle sanatorie precedenti. Chi aveva aderito alle prime rottamazioni e poi aveva smesso di pagare le rate è potuto rientrare nell’ultima sanatoria. Grazie a questo, alla scadenza del 30 giugno scorso, sono arrivate all’Agenzia delle Entrate quasi 4 milioni di richieste di adesione, il doppio di quelle attese. Resta da vedere, però, chi pagherà le rate. A ottobre e novembre scadono le prime due, ciascuna delle quali è pari al 10% dell’importo «definito». L’annuncio di un condono, che oltre all’abbuono di sanzioni e interessi prevederebbe anche la cancellazione di una parte del debito, di sicuro non aiuta. La gran parte dei contribuenti infedeli, per giunta, è strutturalmente recidiva. Più di 7 milioni di italiani, tanto per avere un’idea, ogni anno, e da anni, ricevono almeno una cartella esattoriale per debiti pregressi non pagati. Il sistema, del resto, finora ha sempre avuto un occhio molto indulgente sui furbetti del fisco. Ampliando, ad esempio, la possibilità di rateizzare gli importi dovuti (oggi si possono rateizzare a semplice richiesta debiti fino a 120 mila euro), oppure riammettendo ai piani i debitori inadempienti. […] Gli italiani devono al fisco una cifra mostruosa, che alla fine dell’anno scorso era pari a ben 1.153 miliardi di euro. […] Ci sono 156 miliardi di debiti che fanno capo a società e ditte individuali fallite, per le quali si stimano possibilità di incasso minime, così come per i 168 miliardi di cartelle esattoriali a carico di soggetti deceduti e ditte cessate, da cui non si recupererà nulla. Stessa sorte per 136 miliardi di debito sulle spalle di soggetti che, a seguito delle verifiche, sono risultati «nullatenenti». Ci sono poi ben 515 miliardi di somme dovute per le quali sono state avviate azioni cautelari oppure esecutive. Tra queste, 328 miliardi fanno capo ai cosiddetti «grandi debitori», quelli che hanno pendenze superiori a 500 mila euro. Anche per questi crediti, l’Agenzia ha prospettive di incasso pari a zero. […] Di tutti i debiti fiscali, alla fine, solo il 10%, 114 miliardi, vengono considerati realisticamente esigibili. […]