RASSEGNA STAMPA – Il centrodestra si divide sull’Europa…

COL VOTO PROPORZIONALE NON SI SCHERZA E ALLE EUROPEE DELL’ANNO PROSSIMO OGNUNO CORRE PER SÉ CON I PROPRI CANDIDATI E LA PROPRIA STORIA. SALVINI, CHE I SONDAGGI DANNO STABILMENTE SOTTO IL 10 PER CENTO, GIOCA D’ANTICIPO E PROPONE DI TRASFERIRE IL CENTRODESTRA ITALIANO SULLO SCENARIO EUROPEO FACENDO ALLEANZA CON LA DESTRA FRANCESE DELLA LE PEN E LA DESTRA TEDESCA AFD. MA PER FORZA ITALIA E TAJANI NON SE NE PARLA PROPRIO E ANCHE MAURIZIO LUPI DICE NO AD ALLEANZE CON LE DESTRE. LA MELONI, CHE GIOCA UNA PARTITA PIÙ COMPLESSA, PARLA DI ERRORE POLITICAMENTE GRAMMATICALE DI SALVINI E STUDIA COME CONQUISTARE UN RUOLO COPROTAGONISTA NEGLI EQUILIBRI CHE SORTIRANNO DALLE URNE DEL VOTO EUROPEO. LA MELONI COMUNQUE GUARDA AL CENTRO E NON A DESTRA AD ALLARGARE L’AREA MODERATA.

Estratto dell’articolo di Francesco Verderami per “il Corriere della Sera”

Meloni non considera una minaccia il «patto per l’Europa» che Salvini propone agli alleati. […] perché ritiene che l’arma brandita sia scarica. […] Per evidenziarne le contraddizioni è stata presa in esame l’ultima legislatura europea, nel corso della quale le forze del centrodestra si sono mosse in ordine sparso: Forza Italia ha sostenuto la nomina di von der Leyen al vertice della Commissione; FdI ha appoggiato la candidatura di Metsola alla guida del Parlamento; il Carroccio ha deciso invece di restare sempre fuori dai giochi. […] Se ora Salvini ritenesse che la coalizione non possa più marciare unita in Italia e divisa in Europa, «dovrebbe assumersene la responsabilità». Ma è evidente che non vuole (e non può) aprire una crisi di governo. La sua mossa è semmai conseguenza della linea impostata in Europa: linea criticata da una parte della Lega che chiedeva da tempo […] di «uscire dall’angolo». Perciò la premier considera scarica l’arma. E Meloni risponderà all’alleato con la sua presenza al seminario dell’Ecr di Varsavia. Proprio lì dove due anni fa avrebbe dovuto unire il suo gruppo europeo con i lepenisti francesi e i tedeschi di Afd, come gli chiedeva Salvini. Allora la leader di FdI rifiutò l’intesa, figurarsi adesso. Adesso il suo obiettivo è entrare «dalla porta principale» nei giochi di potere europei. Si vedrà dopo la conta dei voti l’anno prossimo. Ma non c’è dubbio che Meloni possa avere un ruolo al tavolo delle trattative per gli assetti futuri di Bruxelles e Strasburgo. Di lei parlano i dirigenti del Pse e del Ppe. I primi […] scommettono che l’Ecr non «riuscirà a sostituirci nella maggioranza». Ma i secondi hanno già avvisato i socialisti che «in ogni caso dovrete accettare la presenza dei Conservatori nell’accordo». Molto dipenderà dalle capacità di Meloni di gestire le relazioni con l’establishment, […] E dal modo in cui saprà governare l’inevitabile escalation del conflitto con Salvini di qui alle urne dell’anno prossimo. […] La lista che ha in mente per le Europee dovrebbe essere aperta anche a personalità del mondo moderato, per andare oltre il gruppo dirigente della destra e far sì che gli elettori interpretino il suo partito come «la forza che rappresenta il centrodestra». Di conseguenza la premier dovrà modificare la strategia comunicativa, abbandonando il lessico e i toni che l’hanno caratterizzata negli anni passati all’opposizione. E che le hanno preso la mano la scorsa settimana nel dibattito alla Camera. Meloni se n’è resa subito conto, cambiando la sua postura già qualche ora dopo al Senato e nei giorni seguenti al vertice europeo. […] L’allargamento dei confini di FdI fa inoltre capire che la premier in futuro non punterà sulla nascita di un nuovo Pdl: ritiene infatti che le fusioni non moltiplichino i consensi ma li facciano perdere. […] quella di Meloni è una strategia che prevede un allargamento al centro da destra, lasciando che gli alleati curino ognuno il proprio spazio elettorale. L’obiettivo […] è ridefinire il centrodestra «attraverso un patto federativo sul modello del Rassemblement pour la République», di cui FdI sarebbe il baricentro. […]