RASSEGNA STAMPA – Sul MES il governo rischia….

PUÒ UNA LETTERA IMPEGNATIVA DI UN ALTO DIRIGENTE DEL MEF PARTIRE SENZA LA PREVENTIVA AUTORIZZAZIONE DEL MINISTRO? SI CERCA DI METTERE AL RIPARO IL MINISTRO GIORGETTI MA È LO STESSO MINISTRO A FARE SAPERE CHE LUI È PER LA RATIFICA DEL MES E NE INDICA LE RAGIONI. IL 30 GIUGNO È LA DATA ENTRO CUI L’ITALIA DEVE DIRE SÌ O NO CON TUTTE LE IMPLICAZIONI CHE NE CONSEGUONO. LA MELONI PRENDE TEMPO, SALVINI È CONTRARIO ALLA RATIFICA E IN FORZA ITALIA NON TUTTI LA PENSANO ALLO STESSO MODO. L’OPPOSIZIONE FA L’OPPOSIZIONE MA NON INCIDE E NON PREOCCUPA. LA GRANA È TUTTA NEL GOVERNO E NEL CENTRODESTRA.

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

Tra Giorgia Meloni e Bruxelles, Giancarlo Giorgetti sceglie l’Europa. Anche a costo di sfidare la presidente del Consiglio e di aprire un a faglia nel cuore dell’esecutivo. Perché il ministro dell’Economia è convinto che la ratifica del Salva Stati imponga una scelta. […] ritiene che Roma debba decidere da che parte stare. È insomma un dovere che non si può eludere. Anche a costo di strappare con Palazzo Chigi. C’è un’appendice che chiude il primo, pesante conflitto nel cuore dell’esecutivo. Succede nel tardo pomeriggio di ieri, durante una cerimonia della Guardia di Finanza in una caserma romana. Il titolare del Tesoro si ritrova faccia a faccia con Meloni. E diventa bersaglio. «Se non riesci a contenere i tuoi – è il senso dello sfogo della premier forniamo il destro agli scalmanati che vogliono far saltare tutto». I «suoi» sono i tecnici – a partire dal capo di gabinetto Stefano Varone – che hanno scritto la lettera in cui si sbilanciano sulla convenienza del Mes. Gli altri, «gli scalmanati», sono i centristi azzurri e renziani – e alcuni leghisti che non la amano che remano contro la stabilità di Forza Italia, contro Antonio Tajani, in ultima istanza contro l’esecutivo. Non sono ragionamenti che scalfiscono Giorgetti. Il ministro, anzi, sceglie consapevolmente di tenere il punto sulla missiva. Lo fa conscio che un segnale di responsabiltà sarà gradito al Colle. E decide di farlo anche a rischio di far esplodere il conflitto. Difendendone in privato le ragioni. Il punto di partenza del suo ragionamento è netto: il Salva Stati conviene all’Italia per almeno tre ragioni. La prima: mette in sicurezza un Paese dall’alto debito pubblico. La seconda: protegge i titoli di Stato. La terza: il trattato non presenta controindicazioni per l’Italia. E d’altra parte, pesano anche ragioni di pragmatismo politico. Il ministro dell’Economia è stufo di dover chiudere ogni riunione con gli omologhi europei ricevendo un quesito che ormai lo tormenta: «Quando approvate il Salva Stati?». È stanco, soprattutto, di non poter trattare nomine decisive a causa del “no Mes”, lo scalpo sovranista agitato da Meloni e Matteo Salvini. Senza la ratifica, infatti, Roma rischia di non toccare palla nella corsa per guidare la Banca europea per gli investimenti, dove è in lizza Daniele Franco. Potrebbe perdere il posto nel board della Bce, nel caso in cui Fabio Panetta diventasse governatore di Bankitalia. E verrebbe esclusa anche dalla battaglia per il consiglio di vigilanza della Banca centrale europea, guidata dall’italiano Andrea Enria. Senza sottovalutare neanche il peso degli screzi nella battaglia per la guida delle partecipate e della Guardia di Finanza, da cui Giorgetti è uscito sconfitto. […] La presidente del Consiglio sapeva della lettera del ministero dell’Economia, ma forse non conosceva […] forma e contenuti scelti dal Tesoro per promuovere il Mes. E non poteva prevedere la reazione della Lega, la scintilla che ha infiammato le contraddizioni sovraniste. Su esplicito ordine di Matteo Salvini, il Carroccio chiede in commissione di mettere ai voti la ratifica, per bocciarla. I meloniani sbandano, si ritrovano di fronte due pessime alternative: dire no come il Carroccio, provocando un caso internazionale, oppure votare sì e spaccare la maggioranza. […] L’idea di Meloni è sempre quella di rimandare. Pensa che sia utile per trattare con Bruxelles le condizioni per il nuovo Patto di Stabilità. È l’eterna contraddizione della premier: vorrebbe bocciare il Salva Stati, ma preferisce non farlo per non affossare l’Italia sui mercati. […] Ne discuterà stamane con Salvini, Tajani e Giorgetti. Il segretario leghista, infuriato con il suo ministro, preme per bocciare il testo. […]