RASSEGNA STAMPA – Senza Berlusconi prime ribellioni in Forza Italia…

È DEL TUTTO EVIDENTE CHE TAJANI, PRESIDENTE PRO -TEMPORE DI FORZA ITALIA, NON HA IL CONTROLLO DEL PARTITO COME LO AVEVA BERLUSCONI. LO SI È CAPITO IN COMMISSIONE BILANCIO DOVE SI DOVEVA APPROVARE IL DL SUL LAVORO. DUE SENATORI DI FI, LOTITO E DAMIANI, NON SI SONO PRESENTATI FACENDO MANCARE I VOTI NECESSARI. ERANO IMPEGNATI A FESTEGGIARE UN COMPLEANNO. IN PRATICA IL “GOVERNO È ANDATO SOTTO”. C’E’ CHI VEDE NELL’ASSENZA DEI DUE SENATORI UN SEGNALE MUSCOLARE, NEL SENSO CHE SENZA BERLUSCONI OGNUNO ESERCITA IL PESO E LA FORZA CHE HA.

Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “la Stampa”

Clima da cocktail party, alle 14, nelle stanze del gruppo di Forza Italia a palazzo Madama. È il compleanno del senatore Dario Damiani e gli azzurri, allegri, versano nei calici lo spumante. «Auguri!», «Cin cin!». I cellulari di Damiani e di Claudio Lotito squillano con una certa insistenza, ma un po’ le risate coprono le suonerie, un po’ forse non si ha voglia di rispondere. A cercarli sono i senatori di Fratelli d’Italia e della Lega in commissione Bilancio. Vorrebbero sapere dove sono finiti i due colleghi forzisti, Lotito e Damiani, perché si sta per votare sui 12 emendamenti di maggioranza al decreto Lavoro e senza di loro il centrodestra non ha i numeri. Facile profezia, si aprono le votazioni e la maggioranza va sotto. Dieci voti favorevoli, dieci contrari, e pareri sugli emendamenti respinti. L’Aula del Senato, che era in attesa dei pareri della commissione Bilancio, è costretta a fermare i lavori per 4 ore […] Brutto inciampo. Nel frattempo Lotito e Damiani entrano trafelati in commissione. «Avevamo chiesto al presidente di rinviare di quindici minuti . Perché invece avete votato?». Di tutta risposta, su di loro si posano sguardi incendiari. Le opposizioni hanno già iniziato a cannoneggiare. Gioco facile. «La maggioranza è nel caos, non sta in piedi», attacca la segretaria del Pd, Elly Schlein.    […] La figuraccia è tale da costringere persino il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a intervenire: «Al di là dell’occasionalità dell’incidente di percorso, ho raccomandato a tutti i gruppi e ai rappresentanti del governo di trovare un modo per non arrivare sempre con l’acqua alla gola con gli emendamenti». Un «incidente», dice La Russa, eppure tra le file del governo, dopo il fattaccio, strisciava qualche sospetto assai più malizioso. Non era passata inosservata la lite di martedì scorso tra Lotito e il presidente in pectore di Forza Italia, Antonio Tajani. Lotito (che è anche il presidente della Lazio) voleva che venissero accolti i suoi emendamenti al disegno di legge sui diritti televisivi. Soprattutto quelli per irrobustire le misure contro chi guarda le partite di calcio sui siti pirata. Tajani, però, gli aveva fatto capire che quegli emendamenti non si potevano presentare, perché avrebbero costretto il governo a riportare il provvedimento alla Camera, dove è stato appena approvato. Una perdita di tempo. «Insomma, Claudio, piantala con tutti questi emendamenti», aveva sbottato Tajani, provando a frenarlo. Ma è noto a tutti, in Senato, quanto Lotito possa essere insistente. E questo ritardo in commissione, al momento del voto sul decreto Lavoro, a molti è sembrata una rappresaglia per provare a forzare la mano e ottenere quello che chiede. Tanto più che – corre voce – Lotito si sarebbe presentato in commissione, dopo il ritardo, dicendo sornione: «E questo è solo l’antipasto». I sospetti, con una frase del genere, si farebbero pesanti. Lui la smentisce e si difende: «Sono quello con più presenze in assoluto. Non ho mai saltato una commissione da quando sono stato eletto, non sono mai arrivato in ritardo». Invece stavolta è mancato. E di certo questa sua difesa non aiuta granché. Ma non si comprenderebbe, in ogni caso, l’assenza di Damiani, un fedelissimo della capogruppo Licia Ronzulli: «Così avrebbe messo in difficoltà Licia. Dario non lo farebbe mai», sostengono dal partito azzurro. […]