RASSEGNA STAMPA – Tregua armata nel centrodestra fino alle europee…

LA DOMANDA CHE CORRE È COSA NE SARÀ DI FORZA ITALIA DOPO LA MORTE DI BERLUSCONI. LARGAMENTE DIFFUSA NEL MONDO POLITICO LA PERCEZIONE CHE SENZA BERLUSCONI FORZA ITALIA SI DISSOLVERÀ. AL MOMENTO ESISTEREBBE UN ACCORDO FRA MARINA BERLUSCONI E GIORGIA MELONI DI SCORAGGIARE QUALSIASI CAMBIAMENTO NELL’ASSETTO DI FORZA ITALIA, ALMENO FINO ALLE EUROPEE DELL’ANNO PROSSIMO. FACILE A DIRSI MA LA POLITICA È CINICA PER NATURA E NON DEVE SORPRENDERE SE SALVINI E RENZI, CON OBIETTIVI E INTERESSI DIVERSI, SONO GIÀ AL LAVORO SULL’EREDITÀ POLITICA ED ELETTORALE DI BERLUSCONI.

1 – UNA EREDITÀ CHE DIVIDE LA PREMIER E SALVINI

Estratto dell’articolo di Lina Palmerini per il “Sole 24 Ore”

Il dolore umano e il rispetto […] per Silvio Berlusconi, vuol dire anche fare i conti con il vuoto che lascia. […] è già da un po’ che le sue fragili condizioni di salute avevano messo in moto una preparazione verso la successione. Una successione ma senza eredi e dunque più orientata a traghettare verso un altrove […] Forza Italia resta un partito distinto da FdI e Lega? Oppure in dissolvimento verso l’uno o l’altro? Intanto il rischio è che imploda prima, con le diverse fazioni che scelgono strade e approdi diversi. […] ora, l’unica missione di chi dovrà traghettare è riuscire a evitare diaspore, […] Al momento questa figura si incarna nel ministro Antonio Tajani ma il processo per lui sarà molto complesso. […] […] «Non litigare è un dovere, glielo dobbiamo», ha promesso Giorgia Meloni. Una responsabilità che ricade Giorgia Meloni su di lei. Giorgia Meloni  gestire la transizione di Forza Italia è una questione che la investe Giorgia Meloni perchè la sua vittoria è frutto di una somma di voti, tra cui il pacchetto di Forza Italia. E dunque dove e come traghettare il partito senza più il suo leader carismatico, è in prima battuta, interesse della premier che tra l’altro – nel suo ruolo – sarà anche coinvolta in eventuali scelte su Mediaset. […] intanto le elezioni europee sono […] vicine e Meloni deve scommettere se sia vantaggioso, in termini di consensi, togliere dal mercato elettorale una lista che evoca la storia e la figura del Cavaliere. Di certo, la tentazione dell’Opa c’è, anche per completare quel progetto di partito conservatore che è l’obiettivo per FdI. C’è però un’altra variabile, cioè Matteo Salvini. È noto che il leader leghista punti ad assorbire una parte dell’eredità berlusconiana. Del resto, era il suo progetto anche prima della morte del Cavaliere quando immaginava una federazione per bilanciare i consensi della Meloni. Ora l’assenza dell’ex premier di Arcore lascia un vuoto che libera le dinamiche potenzialmente conflittuali tra i due alleati/rivali. […]

2 – MELONI E GIANNI LETTA

Estratto dell’articolo di Simone Canettieri per “il Foglio”

“Calma e gesso”. Di prima mattina ci sono tre telefoni che si attivano vorticosamente […] Sono quelli di Giorgia Meloni e Gianni Letta. […] si confrontano. C’è da gestire questo fatto “prevedibile, ma non atteso”. […] Silvio Berlusconi è morto, e anche la politica sembra non stare tanto bene. Gianni Letta […] telefona ad Antonio Tajani, che si trova negli Usa, poi al capogruppo Paolo Barelli, riceve Maurizio Gasparri. Poi sente Meloni. Più volte. Entrambi chiameranno Marina, la prima figlia ad arrivare al capezzale del padre. “Marina sta dicendo che Forza Italia deve andare avanti”, raccontano al Foglio fonti di primo piano del partito. Per la famiglia del Cav. ci sono due incombenze non banali che le piombano addosso e che vanno gestite. La prima riguarda la proprietà del simbolo e dunque il potere e la facoltà di presentarlo alle elezioni. La seconda i debiti di FI stimati intorno a 100 milioni di euro, garantiti, come sempre, con una fideiussione firmata Silvio Berlusconi. Gianni Letta […] passerà tutta la mattina ad ascoltare i vari big […] impauriti dal futuro. C’è […] il partito personale […] che sembra sbandare.    […] Giorgia Meloni, che hanno visto entrare a Palazzo Chigi visibilmente provata e commossa, intanto conferma a chi la chiama: “Non si muove niente, nessun parlamentare azzurro entrerà in Fratelli d’Italia”. Fa parte del patto siglato con Marina e Letta senior già ai tempi del primo ricovero al San Raffaele, quello più lungo del Cav. “Fino alle Europee le porte sono chiuse, poi si vedrà. Ma per ora niente partito unico”, spiegano i deputati di Fratelli d’Italia più vicini a Meloni. Il partito azzurro serve come cuscinetto tra Lega e FdI e deve essere vivo per l’anno prossimo, anche perché fondamentale nell’ottica di un’alleanza con il Ppe. […] Matteo Renzi ha subito messo in moto, ragionano dalle parti della premier, “un’opa culturale” che però in questo momento rischia di non aver molte possibilità […]  “Gianni Letta è attivissimo […] dispensa consigli dentro e soprattutto fuori FI. Era ritornato a gennaio sulla scena quando c’erano da decidere le nomine delle grandi società di stato, e da quel momento non se n’è più andato. […] Meloni […] sa che governare i gruppi parlamentari di FI (45 deputati e 18 senatori) sarà comunque complicato. Prima alla fine, decideva Arcore: e ora che succederà? Matteo Salvini dice che “nulla sarà come prima”. E che “Silvio lascia anche un’eredità”. Il capo del Carroccio diventa protagonista di un duello a distanza con Meloni. […] da Via Bellerio confermano a questo giornale che “almeno dieci senatori sono pronti a passare con noi nei prossimi sei mesi”. E così bisogna guardare dentro Forza Italia a Palazzo Madama e seguire la capogruppo Licia Ronzulli. Lei, e non è la sola, non ha mai riconosciuto la leadership interna di Antonio Tajani e ancora di più il cerchietto magico “i tre dell’ave Silvio” (Ferrante, Sorte e Benigni), amici personali di Marta Fascina. Riuscirà Letta a evitare una quasi inevitabile, forse piccola, diaspora verso la Lega? […]