RASSEGNA STAMPA – Il voto di domenica ininfluente….

NON ERA E NON POTEVA ESSERE UN TEST ELETTORALE PROIETTABILE SUL QUADRO POLITICO NAZIONALE MA I GIORNALI DI RIFERIMENTO DI CENTRODESTRA E CENTROSINISTRA TIRANO DALLA PROPRIA PARTE. AL PRIMO TURNO, NUMERO DEI COMUNI CONQUISTATI ALLA MANO, SI AVVANTAGGIA IL CENTRODESTRA MA AL BALLOTTAGGIO LA SITUAZIONE POTREBBE CAMBIARE. DIPENDE DALLE ALLEANZE CON LE LISTE CIVICHE. LA MELONI È PARTITA PER L’ISLANDA E A SEGUIRE IL GIAPPONE. LA SCHLEIN ANALIZZA IL VOTO E RITIENE CHE LA RIMONTA DEL PD È INIZIATA.

Estratto dell’articolo di Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

L’interesse di queste elezioni è il turno che verrà, cioè il secondo. L’esito del primo ha dimostrato che il centrodestra non ha esaurito la luna di miele con i cittadini, mentre l’opposizione non ha usufruito per ora di un «effetto Schlein». Il ballottaggio potrà indirizzare il risultato, ma non al punto di ricavarne un significato nazionale. Perché le Amministrative si svolgono con il doppio turno, le Politiche a turno unico. Semmai il responso delle urne conferma […] una situazione cristallizzata, dove gli spostamenti nei consensi dei partiti si misurano in decimali. E in fondo questa è di per sé una buona notizia per il governo, perché le elezioni intermedie sono sempre state una croce per chi siede a Palazzo Chigi […].  il vero test per maggioranza e opposizione saranno le Europee dell’anno prossimo. Fra due settimane si potrà capire se il centrodestra sarà riuscito a strappare la storica roccaforte di Ancona agli avversari o se il centrosinistra riconquisterà qualche capoluogo della Toscana. In ogni caso il risultato non avrà alcun riflesso sul quadro politico nazionale. E come al solito verrà archiviato. Sarebbe però un errore, perché il voto di ieri comunque un segnale l’ha lanciato, ed è un avvertimento rivolto al Palazzo a concentrarsi sui problemi e sulle cose da fare. Da un lato infatti le questioni di governo non consentono distrazioni, tanto in Italia quanto in Europa, che ormai sono la stessa cosa. Certo, Giorgia Meloni oggi può rivendicare che l’economia italiana sta marciando a ritmi superiori alle attese. Ma dagli accordi per la gestione del Pnrr, alle intese sul nuovo Patto di Stabilità, fino alla ratifica del Mes, la premier sarà chiamata a scelte che impatteranno sul Paese e quindi sul giudizio dei cittadini. Dall’altra parte le forze di opposizione […] dovranno dimostrare la capacità di costruire un’alternativa di governo. Al momento di questo processo non c’è traccia ed è presumibile che per un anno la situazione non muterà, dato che alle Europee ognuno correrà per sé. Fino ad allora Meloni potrà contare su un alleato formidabile: l’assenza di un avversario. Perché il Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi è un accordo tra separati in casa, e le urne hanno confermato quale sia il giudizio degli elettori. Perché il Movimento di Giuseppe Conte in Parlamento si regola di volta in volta sempre in contrapposizione al Pd, e intanto raccoglie l’ennesimo risultato mediocre alle Amministrative. E perché il Pd di Elly Schlein […] non ha ancora espresso una linea politica chiara su temi dirimenti, a partire da quelli economici. Ma soprattutto nessuno dei tre partiti appare per ora in grado di assumere la guida di un processo di sintesi che dia origine a un’alleanza. […] La situazione politica sembra così avvantaggiare Meloni, ma i passaggi a cui è atteso il governo richiederanno decisioni in certi casi dolorose. E la maggioranza in questi mesi ha mostrato una conflittualità interna che in vista delle Europee è destinata ad aumentare, per effetto della competizione interna esasperata dalla legge elettorale proporzionale. Contare sul fatto che il centrodestra non abbia avversari rischierebbe in prospettiva di rivelarsi un’idea esiziale. Perché davanti a una confusa gestione del Paese il governo potrebbe essere punito dagli elettori. Sarebbero loro nelle urne a rappresentare l’alternativa.