RASSEGNA STAMPA – La FRANCIA contro Meloni per colpire Le Pen…

NÉ LA FRANCIA NÉ L’ITALIA AVREBBERO RAGIONI VALIDE PER COMBATTERSI A DISTANZA. MA MACRON HA IL PROBLEMA DI MARINE LE PEN CHE LO INCALZA ELETTORALMENTE E FARE SPONDA SULLA MELONI PER COLPIRE LA LE PEN POTREBBE DARE QUALCHE RISULTATO, CONSIDERATA LA SINTONIA FRA LE DUE RISPETTO AGLI IMMIGRATI. POCA COSA, COMUNQUE, VISTO CHE QUESTA VOLTA A CRITICARE LA MELONI È UN ESPONENTE DEL PARTITO DI MACRON E NON UN MINISTRO DEL SUO GOVERNO. STA DI FATTO CHE LA POLEMICA FRA ITALIA E FRANCIA, CON I PROBLEMI DA AFFRONTARE INSIEME A BRUXELLES, FA IL GIOCO DI CHI NON VUOLE CONDIVIDERE LA RIPARTIZIONE DEI MIGRANTI CHE SBARCANO IN ITALIA.

Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

«La Francia? Non stanno facendo una bella figura».

Giovanbattista Fazzolari, per il partito di Macron la premier Meloni è «disumana e inefficace sui migranti».

Perché Parigi ha preso di mira il governo italiano?

«Questi continui attacchi non denotano un buono stato di salute del governo di una grande nazione — risponde il sottosegretario all’Attuazione del programma —. Prima dicevano che dovevamo accogliere tutti i migranti, ora ci chiedono di contrastare l’immigrazione illegale di massa. Per noi è un enorme successo aver fatto cambiare linea al governo francese. Ora ci aspettiamo che la Francia sia coerente e sostenga in Europa le proposte italiane per contrastare l’immigrazione illegale».

(…) Nella bozza ci sarà l’elezione diretta del premier, che piace ai centristi e disturba parecchio la Lega?

«Ci lavoreremo con il ministro Elisabetta Casellati, che sta facendo un ottimo lavoro.

Una bozza ancora non c’è. Sottoporremo al Parlamento la proposta che può avere la maggior condivisione, anche fuori dalla maggioranza».

Il presidente Mattarella sarà tutelato, come chiedono le opposizioni?

«Negli incontri è emersa una grande attenzione a non depotenziare il ruolo super partes del presidente della Repubblica. Una riforma di questo genere va vista per il futuro, è ovvio che entrerebbe in vigore solamente con la nuova legislatura. E nessuno immagina di interrompere prima della scadenza naturale il mandato di Mattarella».

La bicamerale rischia di rivelarsi una trappola?

«Valuterà Casellati insieme al premier Meloni, ma non vediamo la necessità di una bicamerale. Il dialogo sulle riforme si può portare avanti anche attraverso gli incontri con le opposizioni».

Non temete il referendum, dopo la bocciatura delle riforme di Berlusconi e Renzi?

«Su una riforma così importante potrebbe essere opportuno far decidere gli italiani in ogni caso, se anche dovessimo ottenere la maggioranza dei due terzi in Parlamento».

La Lega scalpita, vuole che l’Autonomia sia approvata prima delle Europee. Riuscirete a convincere Salvini?

«Non è così, c’è un clima collaborativo e non ci sono posizioni che devono essere mediate. La narrazione secondo cui il presidenzialismo è roba di FdI mentre l’Autonomia è roba della Lega è sbagliata».

Ne è sicuro? I due progetti non sono in conflitto, quantomeno dal punto di vista della tempistica?

«Il presidenzialismo è una battaglia di tutti i partiti di centrodestra e lo stesso vale per l’Autonomia. Non ci sarà una strategia sulla tempistica né la necessità di fare uno scambio. Sono due percorsi complessi che cercheremo di portare avanti nel minore tempo possibile».

Sulla Guardia di Finanza, Meloni ha perso il braccio di ferro con Giorgetti?

«Ci sono 14 nomi possibili tra cui De Gennaro e serve una valutazione attenta, ma non c’è nessun braccio di ferro sul comandante della Gdf. Decideranno insieme in spirito collaborativo, come sempre».