RASSEGNA STAMPA – Renzi e Calenda verso il congresso ed evitare la rottura….

NON È CHE SONO MANCATI COLORO CHE AVEVANO VISTO NELL’ALLEANZA POLITICA “AZIONE – ITALIA VIVA” UNA INCOMPATIBILITÀ CARATTERIALE IRRISOLVIBILE FRA CARLO CALENDA E MATTEO RENZI. ENTRAMBI AFFETTI DA IRREFRENABILE PROTAGONISMO SI ERANO PIEGATI ALLA LOGICA E ALLA CONVENIENZA DI UNA ALLEANZA ELETTORALE, CON RENZI CHE AVEVA FATTO UN PASSO INDIETRO RICONOSCENDO LA LEADERSHIP POLITICA DI CALENDA. I RECENTI E SCONFORTANTI RISULTATI ELETTORALI CONGIUNTAMENTE ALLA DECISIONE DI RENZI DI ASSUMERE LA DIREZIONE DE “IL RIFORMISTA” HANNO FATTO ESPLODERE, IN VISTA DEL CONGRESSO UNITARIO, DIVERGENZE E INCOMPATIBILITÀ. SE NON CI FOSSERO IN BALLO I SOLDI DEL 2X1000 PROBABILMENTE AVREBBERO GIÀ ROTTO MA È RISAPUTO QUALE COLLANTE DIVENTA IL DENARO SOPRATTUTTO NELLE CONTESE POLITICHE. NELLO SCENARIO CHE SI VA DELINEANDO BISOGNA TENERE CONTO ANCHE DI QUANTO POTREBBE ACCADERE IN FORZA ITALIA SE BERLUSCONI, BENCHÉ GUARITO, NON POTRÀ FARSI CARICO DIRETTAMENTE DELLA GUIDA DEL PARTITO. IN VISTA DELLE ELEZIONI EUROPEE DELL’ANNO PROSSIMO IL QUADRO POLITICO NAZIONALE È TUTTO IN MOVIMENTO. A DESTRA E A SINISTRA.

1 – CALENDA: «RENZI DEVE SCIOGLIERE IV IO LAVORO 25 ORE AL GIORNO, LUI VUOLE LE MANI LIBERE»

Estratto dell’articolo di Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”

[…]Carlo Calenda, che succede, lei e Matteo Renzi state divorziando?

«Lo deve chiedere a lui. Sono 48 ore che vengo bersagliato da attacchi anche personali da parte di quasi tutti i dirigenti di Italia viva. Il punto per noi è politico: Renzi si rifiuta di prendere l’impegno di sciogliere Italia viva quando nascerà il nuovo partito e sta bloccando ogni passo avanti sulla strada del partito unico […]».

Intanto il coordinamento del Terzo polo non si riunisce più, per quale motivo?

«Perché a dicembre con un colpo di teatro Renzi è ridiventato segretario di Italia viva, accentrando su di sé tutti i poteri e levando Ettore Rosato con cui lavoravamo molto bene e che sedeva negli organi di coordinamento del Terzo polo. Oggi nel Comitato politico del Terzo polo non c’è nessuno che può prendere impegni per Italia viva. Le sembra normale? E anche il gruppo che doveva studiare le regole del congresso non riesce più a riunirsi perché da Italia viva non danno disponibilità. Quindi Renzi deve fare chiarezza».

E come si dovrebbe fare chiarezza secondo lei?

«Intanto rispondendo al documento che gli ho mandato da settimane per preparare il processo che porterà al partito unico e poi dicendo con chiarezza se è disponibile a sciogliere Italia viva, perché se non è disponibile non nasce nessun partito».

Quindi tutto ruota attorno al leader di Italia viva Matteo Renzi?

«[…] Quello che io mi rifiuto di fare è di girare l’Italia come un pazzo insieme a Elena Bonetti, produrre proposte e nel contempo avere una persona che è in altre cose affaccendato ma da cui dipende ogni singola decisione. Non puoi fare credibilmente un partito con uno che ti avverte che farà il direttore del Riformista un quarto d’ora prima che accada».

[…] Quindi lei ha l’impressione che Renzi in realtà punti a buttare tutto all’aria ?

 «No, io ho l’impressione che lui voglia bloccare tutto fino alle Europee ritardando ogni decisione e poi si vedrà in attesa della prossima mossa del cavallo. […] il nostro progetto non può dipendere da una persona che per il 90% del suo tempo fa altro e che ogni tanto torna e dice “no, non facciamo così, facciamo colà” e smonta tutto il lavoro fatto».

Italia viva dice che lei si è arrabbiato perché loro vogliono contrapporle un altro candidato al congresso…

«Queste sono armi di distrazione di massa. […]Il punto è uno solo: alla fine di questo processo ci sarà un partito o tre partiti? In questo ultimo caso Azione non ci sarà perché […] non metto il futuro del partito nelle mani di quello che sarà in quel momento l’umore di Renzi. […] Azione andrà avanti a costruire la casa dei riformisti […]seriamente».

2 – ACCUSE INCROCIATE, SOLDI E VELENI IL TERZO POLO È GIÀ ENTRATO IN CRISI

Estratto dell’articolo di Claudio Bozza per il “Corriere della Sera”

C’è aria di divorzio tra Carlo Calenda e Matteo Renzi. L’addio al partito unico del Terzo polo sembra consumarsi dopo l’ennesimo botta e risposta tra il leader di Azione e quello di Italia viva. […] Secondo l’ex premier dietro la rottura ci sarebbero solo «alibi e finte motivazioni. Noi abbiamo dato circa 1,5 milioni, la maggioranza dei quali sono stati spesi per promuovere il volto e il nome di Carlo Calenda».    […] a quanto dice Calenda, la misura è stata superata quando Renzi gli ha comunicato che dirigerà Il Riformista . A questo punto lo strappo è diventato pure politico, con accuse del tipo: «Matteo che vuole fare da grande: il giornalista o provare a rigovernare l’Italia?». E poi: «Dovrà fare attenzione ai conflitti d’interesse». «Calenda ha perso la calma perché ha capito che qualcuno di noi vuole candidarsi contro di lui», recita la contraerea renziana, che continua a fare il nome di Luigi Marattin e Raffaella Paita quali possibili avversari al congresso per il partito unico. […] Dai renziani si sono aggiunte voci velenose: «Azione potrebbe perdere pezzi: Mara Carfagna e Mariastella Gelmini potrebbero tornare in FI». La prima getta acqua sul fuoco: «Basta attacchi a Calenda, abbassiamo i toni». E la seconda: «Serve chiarezza sullo scioglimento dei partiti di provenienza». Da Azione rincarano: «Renzi non vuole sciogliere Iv e non vuole destinare il 2 per mille al nuovo partito. Il ragazzo sui soldi non scherza». La politica è una questione di numeri. Prima sono crollate le percentuali del consenso. Poi sono venuti al pettine i finanziamenti.    […] poi è arrivata la prova delle Politiche: a settembre, nonostante Azione si fosse unita a Iv per raggiungere la doppia cifra, è arrivato solo il 7,8%. Nonostante ciò il progetto del partito unico è andato avanti. Ma, al momento di stringere la promessa di nozze, il tappo è saltato. […] Nello scambio di bozze sul percorso per il partito unico dei riformisti non era previsto lo scioglimento di Iv. Una questione non solo politica, ma anche economica. Il partito, di cui Renzi è stato eletto anche presidente, nel 2022 ha incassato quasi un milione con il 2 per mille. «Perché rinunciare al nostro contenitore?», è l’interrogativo di più di un renziano, dubbioso sul condividere il salvadanaio con Calenda che, alla medesima voce, ha raccolto 1,2 milioni. E alla fine, l’unico collante per rimettere insieme i pezzi potrebbero essere sempre i soldi: divorziando, il gruppo parlamentare ne perderebbe un sacco. L’unico motivo per ripensarci.