RASSEGNA STAMPA – Matteo Renzi, in attesa di tempi migliori, si da al giornalismo…

A FARGLI PRENDERE L’INASPETTATA DECISIONE DI ASSUMERE LA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL RIFORMISTA” SARÀ STATO PROBABILMENTE IL RISULTATO FALLIMENTARE NEL VOTO REGIONALE DEL FRIULI V.G. MA È PUR VERO CHE DA TEMPO MATTEO RENZI GIRA AL LARGO DAI RIFLETTORI DELLA SCENA POLITICA. SI LIMITA A INTERVENIRE IN SENATO. SI È DATO ALLE MARATONE PER PERDERE 10 CHILI, FA IL CONFERENZIERE IN ITALIA E ALL’ESTERO E NEL TERZO POLO HA LASCIATO CAMPO LIBERO A CALENDA. AVERE ACCETTATO L’OFFERTA DELL’IMPRENDITORE ROMEO DI DIRIGERE “IL RIFORMISTA” HA DATO LUOGO A UNA SERIE DI INTERROGATIVI SULL’UTILIZZO CHE RENZI POTRÀ FARNE COME STRUMENTO DI LOTTA POLITICA E “GIUDIZIARIA” FA OSSERVARE QUALCUNO. CALENDA DAL CANTO SUO HA GIÀ MESSO IL PRIMO PALETTO: NESSUNA CONFUSIONE E COMMISTIONE COL TERZO POLO DI CUI RENZI FA PARTE CON ITALIA VIVA.FACILE A DIRSI MA NON SI VEDE COME FARE A MENO DI OCCUPARSI E SCRIVERE DI POLITICA
SENZA COINVOLGERE ITALIA VIVA E TERZO POLO.

Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “www.repubblica.it”

Chiederà un’intervista a Giorgia Meloni. E ad Elly Schlein. Chi? Matteo Renzi. Neo-direttore del Riformista. “Perché no? – risponde a Repubblica l’ex rottamatore, nel giorno dell’investitura – Con Meloni verrebbe bene. Una chiacchierata tra un ex premier e una premier in carica. Potremmo parlare di come ti cambia la vita a Palazzo Chigi”.    […] E Schlein? “Come Meloni, non sarà il target, diciamo così, del giornale che ho in mente. Ma la intervisterei”. Sempre che la nuova inquilina del Nazareno accetti. Ai nuovi quasi-colleghi della carta stampata Renzi però non farà sconti. Anzi. “Non ritirerò le querele – annuncia – semmai ora ne rischierò qualcuna”. Senza grandi angosce, in realtà: le querele arriveranno al direttore responsabile, che non sarà lui, dato che farà il direttore editoriale. Questione di incompatibilità: Renzi non è iscritto all’albo dei giornalisti e, soprattutto, è parlamentare, dunque non può avere la responsabilità di un giornale, per legge. E sempre perché conserverà lo scranno in Senato, anche le querele contro gli articoli che firmerà in prima persona saranno scudate dall’immunità parlamentare: le indagini dovranno essere vagliate dalla giunta per le autorizzazioni di Palazzo Madama. Renzi direttore, dunque, ma senza il fardello degli strascichi legali. […] dirigerà il giornale ex Angelucci ora di proprietà di Alfredo Romeo (che è stato imputato con Renzi padre nel caso Consip, “tutte invenzioni”, dice il senatore), lo stesso imprenditore che ora vorrebbe rilanciare il giornale fondato da Gramsci.    […] Per Renzi sarà un regno, editorialmente parlando, piccolino: le copie del Riformista non sono censite; si sa invece che ha 5 redattori, ma quasi tutti trasmigreranno con Sansonetti a l’Unità, che ne avrà 7 e infatti il vecchio comitato di redazione già protesta. Dunque Renzi potrà assumerne 4-5, di giornalisti, tra cui il direttore responsabile, da spedire in tv, e un caporedattore-macchina. La nuova avventura cartacea comunque lo stimola. “Anche Mattarella è stato direttore del Popolo”, ricorda. E anche Veltroni e D’Alema, proprio con l’Unità.  “Sono felice, è una fase in cui c’è un disperato bisogno di verità e di libertà”. E a proposito di libertà d’informazione, gli chiedono in conferenza stampa, ne parlerà anche in Arabia Saudita? “Sul tema – replica lui – ho sempre fatto sentire la mia voce come membro del governo e del parlamento. Il caso Kashoggi? L’ho condannato”.    […] Calenda per ora è il più entusiasta, forse perché spera di avere finalmente campo libero nel gestire il partito: “Complimenti per il prestigioso incarico”, gli ha twittato ieri. Ma appunto, Renzi in realtà non lascia. Nel cartello centrista-macroniano continua a credere, assicura, nonostante il risultato striminzito alle regionali friulane.    […] Recluterà collaboratori anche fra gli eletti dem, che un po’ si offrono, come ieri in Senato faceva, scherzando, la ministra Daniela Santanché: “Fammi scrivere di turismo”. Risposta: “Ma no, semmai Briatore, che vi ha criticato”. “Figurarsi, non gli ho parlato per due giorni”.