SI PENSAVA CHE SAREBBE TRASCORSO ANCORA DEL TEMPO PER CHIAMARE PUTIN ALLE SUE RESPONSABILITÀ PER L’INVASIONE DELL’UCRAINA MA LA CORTE DI GIUSTIZIA DELL’AJA NON HA PERSO TEMPO A CONDANNARE I CRIMINI GIÀ ACCERTATI. SI TRATTA DELLE MIGLIAIA DI BAMBINI UCRAINI SOTTRATTI ALLE LORO FAMIGLIE E DEPORTATI IN LOCALITÀ RUSSE PER ESSERE AFFIDATI A FAMIGLIE IN ADOZIONE. SI TRATTA DI UNA OPERAZIONE FINALIZZATA A “TRASFORMARE” CULTURALMENTE E MENTALMENTE I BAMBINI UCRAINI IN CITTADINI RUSSI CHE, IN ETÀ ADULTA, SONO DESTINATI A TORNARE IN UCRAINA A PRESERVARE ETNICAMENTE IL DOMINIO RUSSO IN QUEI TERRITORI. CON LA CONDANNA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA SIAMO ANCORA ALL’INIZIO. CI SONO I MORTI DELLE FOSSE COMUNI, TORTURATI, VIOLENTATI E BARBARAMENTE UCCISI CHE ATTENDONO GIUSTIZIA.
Estratto dell’articolo di Fiorenza Sarzani per “www.corriere.it”
Mandato di arresto internazionale per crimini di guerra. Lo ha emesso la Corte penale internazionale dell’Aja contro Vladimir Putin. […] Il presidente russo è accusato di aver deportato migliaia di bambini ucraini in Russia. La stessa accusa, con un secondo mandato di cattura, è stata contestata a Maria Lvova-Belova, commissaria di Mosca per i diritti dei bambini.[…]E adesso, al termine di verifiche complesse e approfondite anche per quanto riguarda la procedibilità e gli aspetti giuridici, i tre giudici – l’italiano Rosario Aitala , il giapponese Tomoko Akane e il costaricano Sergio Ugalde – hanno accolto le sue richieste del procuratore Karim Khan. Il 16 marzo 2023 è stato pubblicato il rapporto della commissione d’inchiesta dell’Onu che accusa Mosca di aver commesso «un numero considerevole di crimini di guerra in quattro regioni ucraine nelle prime settimane dopo l’invasione russa» e specificano come «le situazioni esaminate riguardanti il trasferimento e la deportazione di bambini, rispettivamente all’interno dell’Ucraina e nella Federazione Russa, violano il diritto umanitario internazionale e costituiscono un crimine di guerra». […] Secondo quanto accertato dai giudici coordinati da Aitala il commissario russo per i diritti dei bambini, Maria Lvova-Belova, avrebbe ordinato l’invio degli adolescenti e dei bambini nelle stretture controllate da Mosca sin dalle prime settimane dopo l’invasione dell’Ucraina e nel maggio 2022 Putin ha firmato un decreto per snellire e rendere subito operative le procedure per far ottenere agli ucraini la cittadinanza russa. I minori sarebbero inviati nei campi di rieducazione russi e poi affidati a famiglie per l’adozione definitiva. […] Secondo un rapporto pubblicato da un centro di ricerca dell’università di Yale nel febbraio 2023 e intitolato «Il sistematico programma della Russia per la rieducazione e l’adozione dei minori ucraini» «tra febbraio 2022 fino a gennaio 2023 sono stati trasferiti più di 6.000 giovani di età compresa fra 4 mesi di età e 17 anni». I ricercatori hanno individuato «43 strutture di detenzione e rieducazione, di cui 12 attorno al mar Nero, 7 nella Crimea occupata, 10 attorno alle città di Mosca, Kazan ed Ekaterinburg, mentre gli altri nelle regioni dell’estremo oriente russo, di cui 2 in Siberia». Nel dossier si specifica che «i genitori sono stati costretti, ingannati con la promessa di un trasferimento temporaneo o non interpellati del tutto e i moduli di affido compilati con firme false. In ogni caso, la capacità dei genitori di fornire un consenso effettivo viene considerata dubbia, perché «lo stato di guerra e la minaccia implicita delle forze di occupazione rappresentano una forma di costrizione costante». Gli analisti internazionali sono consapevoli che al momento sia praticamente impossibile eseguire il provvedimento di cattura, ma si tratta di un atto che comunque limita i movimenti del presidente russo e inevitabilmente apre nuovi scenari nel conflitto.
RUSSIA: MANDATO CPI CONTRO PUTIN PRIVO DI SIGNIFICATO LEGALE
(askanews) – Il mandato d’arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale nei confronti del presidente russo Vladimir Putin “non ha alcun significato legale” per Mosca: lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. La portavoce ha spiegato che la Russia non ha sottoscritto il Trattato di Roma, che ha dato vita alla Cpi, e dunque non ha alcun obbligo legale nei confronti delle sue decisioni.