RASSEGNA STAMPA

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ANDREA CRISANTI, VIROLOGO DI FAMA OLTRE I CONFINI, È STATO UN PROTAGONISTA DELLA LOTTA ALLA PANDEMIA E IN PIÙ OCCASIONI HA ASSUNTO POSIZIONI CRITICHE E COMUNQUE FUORI DAL CORO. E’ SUA LA PERIZIA EFFETTUATA PER CONTO DELLA PROCURA DI BERGAMO ED È SULLA SUA PERIZIA CHE SI BASANO LE ACCUSE DA CUI GOVERNO E LIVELLO TECNICO DOVRANNO DIFENDERSI. OGGI CRISANTI È SENATORE DEL PD, PER CUI SONO SCONTATI GLI ATTACCHI CHE VENGONO DA GIORNALI DI CENTRODESTRA. MA AL DI LÀ DELLA GAZZARRA POLITICA, CHE NON MANCA MAI, CI SONO OLTRE 4 MILA MORTI CHE CHIEDONO GIUSTIZIA.

Estratto dell’articolo di Francesco Rigatelli per “la Stampa”

«Le Regioni, compresa la Lombardia, potevano intervenire con le chiusure indipendentemente dal governo». È questo uno degli elementi chiave della perizia per la Procura di Bergamo sulla zona rossa a firma di Andrea Crisanti […] sono arrivati i rinvii a giudizio per epidemia colposa sulla base anche del suo studio.

[…] Non ha firmato lei la perizia?

«Sì, per la parte epidemiologica. […] È la Procura poi ad aver tratto le sue conclusioni sulla base delle indagini. […]».

Cos’ha scritto nelle oltre 10 mila pagine della perizia?

[…] «[…] Non si può dire però. Quello che la Procura mi ha autorizzato a raccontare è che sono emerse delle criticità di rilevanza minore rispetto al ruolo del pronto soccorso di Alzano Lombardo come amplificatore dell’epidemia. Problemi invece più consistenti ci sono stati sull’attivazione del piano pandemico e sulla tempistica dell’implementazione della zona rossa».

Archiviamo l’ospedale e parliamo dal piano pandemico allora?

«L’Italia aveva un piano pandemico con forza di legge che prevedeva determinate decisioni in caso di emergenza. La Procura evidentemente ha deciso che non è stato eseguito. Io ho dimostrato che un piano esisteva e che c’erano una modalità di attuazione e degli organi preposti a questo».

Quali?

«Il comitato per il controllo delle infezioni del ministero della Salute».

E il piano pandemico non era aggiornato?

«Sì, ma questo è risultato ininfluente perché c’era comunque quello precedente di cui tenere conto».

Ma l’Oms non ne richiese l’aggiornamento?

«Sì, ma anche se fosse stato ascoltato non sarebbe cambiato molto per quel tipo di situazione. Anzi, la revisione avrebbe trasferito più responsabilità ai singoli Stati».

[…] Veniamo dunque alla zona rossa?

«La questione è se fosse stata attivata tempestivamente o meno. I criteri erano il Dpcm del 23 febbraio 2020 e la cornice legislativa attorno a quel decreto, che stabilivano che poteva essere attivata dal governo o dalle Regioni».

Le Regioni in seconda battuta?

«Indipendentemente. Le Regioni, compresa la Lombardia, potevano agire in alternativa al governo».

[…] Perché la Procura si affidò a lei per la perizia?

«Forse si fece l’idea che sarei stato in grado di ricostruire la verità resistendo alle pressioni. È stato un duro lavoro di 18 mesi. Ho dovuto studiare, incrociare i dati e ricostruire gli eventi giorno per giorno con dei modelli matematici».

E ora la vecchia vita da epidemiologo la rincorre mentre fa politica col Pd?

«[…] Sono stato imparziale, e questo non dipende da quel che penso ma da se agisco in modo integro. La fuga di notizie su questo caso dimostra che la mia perizia non ha guardato in faccia a nessuno». […]