RASSEGNA STAMPA

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ORA CHE C’È L’HA FATTA COMINCIA PER LA SCHLEIN IL LAVORO SERIO E CERTAMENTE NON FACILE DI CAMBIARE IL PARTITO. MANDARINI E CAPIBASTONE LE RENDERANNO LA VITA DIFFICILE PER PRESERVARE LE RENDITE DI POSIZIONE DI CUI HANNO GODUTO FINO AD OGGI. C’È TUTTAVIA UNA NOVITÀ DI SCENARIO E DI CONTESTO NEL SENSO CHE POSIZIONI DI POTERE E RELATIVE RENDITE SONO STATE POSSIBILI IN UNA LOGICA “GOVERNISTICA” CHE PER LUNGHI ANNI HA TENUTO AL GOVERNO IL PD SENZA CHE AVESSE VINTO LE ELEZIONI. I POTENTATI DELLE CORRENTI E DEI LORO LEADER ESISTONO SE IL PD PASCOLA NEI GOVERNI DEL PAESE MA, SE È ALL’OPPOSIZIONE, C’È POCO O NIENTE DA SPARTIRE. PER IL MOMENTO I “GOVERNISTI” DEL PD SONO A DIETA E QUESTO DOVREBBE CONSENTIRE ALLA SCHLEIN DI PORTARE AVANTI IL SUO PROGRAMMA DI CAMBIAMENTO E RIQUALIFICAZIONE DEL PD. DOVRÀ AVERE LA DETERMINAZIONE DI SMANTELLARE GLI APPARATI INTERNI DI PARTITO ED APRIRE ALLE FORZE NUOVE CHE SONO VENUTE EMERGENDO NELLA PRATICA AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI LOCALI E NELL’IMPEGNO PER LA SANITÀ, L’ISTRUZIONE, L’AMBIENTE, I DIRITTI CIVILI, CONTRO DISEGUAGLIANZE E DISCRIMINAZIONI. E’ A QUESTA PARTE DEL PAESE CHE DEVE PARLARE FACENDO RECUPERARE AL PD QUELLA AFFIDABILITÀ E CREDIBILITÀ PERDUTE DA TEMPO.

Estratto dell’articolo di Niccolò Carratelli per “www.lastampa.it”

[…] Schlein aspetta, non vuole dire nulla prima di vedere dati ufficiali diffusi dal Nazareno, […] ma i numeri ufficiosi […] rafforzano la sensazione di avercela fatta, di aver battuto Stefano Bonaccini, sovvertendo il voto degli iscritti per la prima volta in 15 anni. Poco prima di mezzanotte, quando finalmente prende la parola esordisce con una battuta divertita: «Anche questa volta non ci hanno visto arrivare». Ma l’emozione è grande: «Abbiamo vinto, sono immensamente grata. Abbiamo fatto insieme una piccola grande rivoluzione – dice – il popolo dem è vivo e ci chiede di cambiare. Bisogna ricostruire credibilità e fiducia». È un risultato per certi versi clamoroso, ma meno sorprendente di quanto si possa pensare. Ad alimentare la speranza dei sostenitori di «Elly» (tutti la chiamano così), è stata la partecipazione superiore alle aspettative, soprattutto nelle città, dove il voto di opinione poteva favorire la sua rimonta. «Se, come auspico, siamo avanti nelle grandi città, la partita è aperta», spiega Francesco Boccia, coordinatore politico della mozione Schlein, poco prima delle 20 e, quindi, della chiusura delle urne nei circoli e nei gazebo. Con lui nella sede del comitato ci sono già altri esponenti Pd, come Alessandro Zan, Cecilia D’Elia o Michela Di Biase. Sorrisi prudenti quando si scambiano i primi dati parziali dello spoglio, secondo cui Schlein «è nettamente davanti a Milano e Roma, province comprese». Boccia si augura di «fare notte», scommettendo su un effetto presidenziali americane su queste primarie. Il tema è la composizione della nuova Assemblea nazionale: ogni regione ha un peso elettorale diverso e, quindi, elegge un numero di delegati differente. Quindi, conta vincere non tanto in senso assoluto, ma nelle regioni più forti elettoralmente, proprio come la Lombardia e il Lazio. Mentre qualcuno si avventura in calcoli complessi, arriva lei. Non sono ancora le 21 ed Elly Schlein entra nel teatro, accolta dagli applausi di amici e volontari, sorridente saluta anche i giornalisti, «ma parliamo dopo, è presto». […] In generale, Schlein va benissimo al Nord, ma rischia di restare dietro a Bonaccini al Sud, «ad esempio in Campania mi sa che andiamo male», dice con una smorfia un membro dello staff, pensando alla polemica sull’ipotesi di terzo mandato per il presidente della Regione Vincenzo De Luca. In realtà, poco dopo, il portavoce di Schlein comunica che «dai nostri dati a Napoli abbiamo vinto». Nella saletta riservata continuano ad arrivare altri big del partito, dall’ex presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, al vicesegretario uscente Peppe Provenzano. Espressioni eloquenti, ma nessun commento: «Direi bene, siamo ancora all’inizio, però bene», butta lì Provenzano. «La notte è lunga», è la frase ricorrente, segno che la profezia benaugurale di Boccia potrebbe avverarsi. Nell’attesa, c’è chi va a riguardarsi il programma di Schlein, tornato in un attimo attuale. Con lei al timone, nel Pd «dovrà cambiare tutto», come ha già annunciato. Sarà un partito in cui non ci sarà più posto per «cacicchi e capi bastone, né per la logica della cooptazione». Un partito centrato su giustizia sociale e climatica, «che sono inscindibili», come c’è scritto all’inizio del programma firmato da Schlein. E poi salario minimo, diritto alla casa, sanità pubblica. Un profilo convintamente di sinistra, si fa notare nelle chiacchiere della sala stampa. […]